Cristo portacroce di Alessandro Magnasco

Cristo portacroce di Alessandro Magnasco rappresenta un momento drammatico della camminata di Cristo verso il Golgota. Il dipinto si ispira ad un’opera precedente del maestro di Magnasco, Filippo Abbiati.

Alessandro Magnasco, Cristo portacroce, 1710-1720, olio su tela, 82 x 57 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione di Cristo portacroce di Alessandro Magnasco

Cristo è in cammino verso il Golgota dove verrà crocifisso. I soldati romani costringono un uomo, Simone di Cirene ad aiutare Gesù che sfinito cade sotto il peso della Croce.

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Analisi sintetica del dipinto Cristo portacroce di Alessandro Magnasco

Il Cristo portacroce dipinto da Alessandro Magnasco è ispirato ad un’opera del suo maestro, Filippo Abbiati. L’opera di Abbiati è ospitata presso i Musei Civici di Pavia e risale a prima del 1690. Il dipinto di Magnasco è stato invece datato dagli storici intorno al 1710-1720. In questi anni l’artista si trovava nuovamente a Milano in seguito al ritorno da Firenze.

Magnasco in Cristo portacroce riprende alcuni schemi compositivi dal dipinto di Abbiati e li trasforma con maggiore interpretazione creativa. Questa pratica fu utilizzata spesso infatti da Magnasco e caratterizza molte delle sue opere.

La figura del Cristo portacroce e dell’uomo che lo aiuta, Simone di Cirene, sono modellati con uno stile compendiario e veloce. Infatti i tratti dei volti e degli abiti sono costruiti con rapide pennellate quasi materiche. Questo modo di procedere era utilizzato all’epoca per dipingere piccole opere devozionali. In questo caso Alessandro Magnasco utilizza tale tecnica in scala maggiore.

L’impianto cromatico è costruito con toni caldi che raggiungono il culmine sull’abito rosso-arancio di Cristo. La croce e la figura di Simone di Cirene sono invece scure e brune. Solo il mantello blu spezza l’insieme dei toni. I contrasti di luminosità permettono si mettere in evidenza il viso e la figura di Cristo.

Spazio e composizione

Cristo portacroce è rappresentato in dettaglio, con una inquadratura molto ravvicinata. Anche per via del fondo completamente scuro lo spazio che circonda la scena non si percepisce e diventa un fondo concettuale.

Il formato del dipinto è ovale e la composizione asseconda tale cornice. La testa di profilo di Cristo si trova esattamente al centro del piano pittorico. La croce poi è posta in obliquo in corrispondenza della metà dell’ovale. Alla figura di Simone di Cirene è destinata la parte alta del dipinto. Infatti la posizione dell’uomo è molto schiacciata in basso per farla rientrare all’interno dell’ovale.

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