Giovanni Segantini dipinse Alla stanga al termine del suo soggiorno in Brianza dove realizzò le opere precedenti al suo periodo divisionista.
Giovanni Segantini, Alla stanga, 1885-1886, olio su tela, misure. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
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Indice
Descrizione di Alla stanga di Giovanni Segantini
Il paesaggio della Brianza, nel quale è ambientata la mungitura, porta i segni dell’inizio dell’autunno. Sulle alte montagne, a sinistra, compaiono già le prime nevi. Il fieno è già stato mietuto e sulle fronde degli alberi, in lontananza, compaiono le prime foglie dai colori autunnali. Le vacche, in attesa della mungitura, sono allineate lungo la stanga, a gruppi. Al centro del dipinto si trova il gruppo più numeroso di sei animali dei quali uno è adagiato al suolo.
A destra, una contadina è in piedi di fronte alla stanga. La donna indossa un costume tradizionale composto da un abito scuro che arriva fino alle caviglie, un grembiule rosso e un largo cappello di paglia. A sinistra, altre due vacche sono accudite da un’altra contadina. Verso il fondo, altre bestie attendono pazienti il loro turno. La campagna si estende piana fino ai piedi delle montagne. I prati sono intervallati solo da qualche macchia di alberi. A destra si eleva una bassa linea di colline che diventano alte montagne innevate a sinistra.
Interpretazioni e simbologia di Alla stanga di Giovanni Segantini
Alla stanga rappresenta il momento della mungitura. Tra le vacche legate o libere presso la stanga vi sono le contadine. Infatti la mungitura era un’attività tipicamente femminile. L’evento, però non è rappresentato in modo didascalico e passa in secondo piano. È, piuttosto, la raffigurazione di un momento di aggregazione umana condivisa, nel paesaggio naturale. Il dipinto rappresenta, infatti, un momento simbolico di unione tra la natura e le persone. Infatti, a differenza dalle opere di Millet i personaggi dipinti da Segantini sono parte integrante della natura. Millet rese monumentali i suoi contadini mentre Segantini nascose i tratti somatici oppure offuscò i volti come nel caso della contadina di destra. Altre contadine, invece, sono in controluce.
La stanga è la struttura in legno alla quale venivano legate le vacche. La staccionata separava i due confini dei paesi di Caglio e Sormani. I pascoli dei rispettivi paesi erano offerti dai comuni ai contadini che potevano pascolare le loro mandrie. All’orizzonte, Segantini dipinse la catena montuosa che corona ai pascoli assemblando diverse prospettive per creare una linea unica della montagna.
Le prime montagne di Giovanni Segantini
In questo dipinto l’artista per la prima volta diede un ruolo di protagonista alle Alpi. Inizialmente, Segantini aderì ad una visione pastorale, più simile a quella di Jean Francois Millet. Successivamente dal 1892, abbracciò altri modelli iconografici come anche in Santa Maria a trasbordo e La tosatura delle pecore. Alla stanga è un terzo dipinto nel quale emerge il simbolismo di Segantini.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Alla stanga di Giovanni Segantini fu acquistato dal governo italiano per La Nascente Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
L’artista e la società. La storia dell’opera
Segantini dipinse Alla stanga in sei mesi di lavoro e completamente en plein air. Infatti, il maestro non usò mai il supporto fotografico se non negli ultimi tempi. Inoltre, per realizzare il dipinto si trasferì nel comune di Caglio. La famiglia, però, rimase a Corneno. L’artista non amava dipingere in studio dove si limitava a disegnare. Per portare la grande tela ogni mattina sul luogo Segantini si fece aiutare da almeno quattro contadini. Più avanti, durante il soggiorno a Savonino, in Svizzera, l’artista elaborò una struttura protettiva per lasciare la tela sul posto anche la notte. Inoltre, pagò i proprietari delle vacche perché le disponessero ogni giorno al loro posto. Questo creò, un notevole reddito ai proprietari.
L’artista dipingeva in Brianza da circa due anni e mezzo e aveva ormai esaurito le possibilità espressive. Il dipinto è, quindi, l’ultima testimonianza che racchiude tutte le possibilità offerte dal territorio e dei suoi abitanti. Una volta stabilitosi a Savonino, in Svizzera, Segantini realizzò un disegno dell’opera. Infatti l’artista era solito produrre alcuni disegni, per mettere in luce altri aspetti delle opere dipinte. In questo lavoro, dal formato ridotto, il cielo assume una importanza maggiore. Sono presenti il sole e la luna. Le nubi creano, infatti, un’atmosfera più drammatica e le ombre sono più lunghe sul terreno.
L’atto vandalico e il restauro
Alla stanga di Giovanni Segantini nel 1948 subì un atto di vandalismo. Proprio al centro della tela, si creò, così, un profondo taglio che fu immediatamente restaurato. La frattura è stata restaurata, più efficacemente, in occasione del restauro del 2011. La ricerca ha permesso di approfondire la tecnica del maestro e di verificare alcuni ripensamenti nascosti sotto lo strato pittorico. Inoltre, si è scoperto che lo stesso Segantini tagliò la parte alta del dipinto per ridurre la superficie del cielo e rendere più monumentale il paesaggio.
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Lo stile del dipinto Alla stanga di Giovanni Segantini
La tecnica di Segantini non è ancora quella divisionista che l’artista abbraccerà dal 1891. Nonostante questo, l’erba, in primo piano, è realizzata con filamenti di colore puro, dati con una pennellata materica. Non si tratta, però, di una sperimentazione scientifica come quella adottata successivamente. Inoltre si coglie, come in altri dipinti dell’epoca, un primo passaggio verso una poetica simbolista. A rivelarlo sono la struttura compositiva monumentale dell’opera. Anche la prospettiva a volo d’uccello contribuisce a creare una nuova interpretazione dell’immagine. Segantini è considerato un artista sensuale. Cercò, infatti, di trasmettere la sensazione dei volumi dei corpi che dipingeva. Nel dipinto Alla stanga i corpi delle vacche magre e ossuti sembrano palpabili come la vegetazione in primo piano.
Il colore e l’illuminazione
I colori che caratterizzano Alla stanga sono il verde e il bruno di varie tonalità. Giovanni Segantini cercò sempre di evolvere la sua tecnica. Alla stanga subì un parziale annerimento a causa dell’uso di vernici al bitume. Tale sostanza era molto usata all’epoca poiché dava un tono più caldo alla pittura. Il cielo è bianco e argentato e la luce che ne deriva produce un’atmosfera spirituale.
Lo spazio
Segantini nel dipingere Alla stanga utilizzò una prospettiva dall’alto, a volo d’uccello. Infatti, la zona del cielo è molto ridotta e l’orizzonte è disposto molto in alto verso il bordo superiore del dipinto. Questo tipo di prospettiva fu utilizzata dalla scuola di paesaggio olandese della quale Segantini era a conoscenza. La profondità della scena, è così, determinata dalla progressiva successione dei piani fino ad arrivare alla lunga catena di montagne.
Gli alberi, gli animali e i contadini diventano, infine degli elementi necessari a descrivere lo sviluppo in profondità della scena. Infatti la successione delle vacche, dal primo piano, verso sinistra, è caratterizzata dalla progressiva diminuzione della loro grandezza. Questo accorgimento permette di guidare lo sguardo dell’osservatore verso la profondità dello spazio rappresentato. Inoltre, la prospettiva cromatica sottolinea le distanze attraverso l’uso di colori caldi in primo piano e freddi verso le montagne. Infine, la superficie del manto erboso si uniforma con il progredire della distanza dal primo piano.
La composizione e l’inquadratura
Alla Stanga è un dipinto dallo sviluppo fortemente orizzontale. L’inquadratura è panoramica e permette di organizzare il paesaggio attraverso linee orizzontali come la lunga catena delle Alpi. Il dipinto appare monumentale grazie all’utilizzo di alcuni espedienti compositivi che si notano solo con un’attenta analisi. Inoltre, per la prima volta, Segantini realizzò un’opera di tale portata. Per rendere monumentale la sua opera, l’artista, utilizzò un formato usato normalmente per la pittura storica. Inoltre, la struttura compositiva in diagonale permette di avere una visione più drammatica della scena. La linea obliqua che guida lo sviluppo del dipinto è appunto rappresentata dalla stanga, al centro, che percorre l’intera orizzontalità dell’opera. La struttura in legno, inoltre, prosegue oltre il bordo laterale del dipinto. Suggerisce quindi la continuazione dello spazio oltre la scena rappresentata.
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