Un autoritratto di Caravaggio realizzato durante il suo ricovero all’ospedale della Consolazione. Il Bacchino malato fu donato al cardinale Scipione Borghese da Papa Paolo V e, quindi, ospitato presso la collezione di famiglia.
Caravaggio, Bacchino malato, 1593-1594, olio su tela, 67 x 53 cm. Roma, Galleria Borghese
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Indice
Descrizione de Il Bacchino malato di Caravaggio
Il dipinto, presunto autoritratto di Caravaggio, prende il titolo dal colorito della pelle del protagonista. L’artista intorno al 1593, venne ricoverato presso l’ospedale della Consolazione, destinato ai poveri, a causa dei postumi del calcio di un cavallo.
Su di un piano rettangolare sono disposti alcuni frutti, uva nera e due pesche. Oltre la lastra di pietra si trova il bacchino seduto in basso. Il corpo è rivolto a destra, con il busto e le gambe di profilo rispetto al piano pittorico. Intorno al corpo indossa un panno leggero e chiaro, annodato sul davanti. Le gambe si intravedono appena poiché sono coperte dal piano alla vista dell’osservatore.
Il braccio destro, invece è completamente esposto, portato in avanti e flesso, verso il volto. Nella mano, il bacchino stringe un grappolo d’uva bianca. Il viso è, infine, rivolto verso il centro ma non completamente. Lo sguardo punta verso sinistra, in basso, con un’espressione pensierosa e assente. Le labbra, pallide e malate, accennano ad un sorriso sofferente. Intorno al capo porta una corona di rami intrecciati e i capelli sono coperti da molte foglie d’edera che scendono verso la schiena. Lo sfondo è bidimensionale e scuro.
Interpretazioni e simbologia de Il Bacchino malato di Caravaggio
Gli storici sostengono la tesi dell’autoritratto confermata dal fatto che Caravaggio, durante la realizzazione del dipinto, fu realmente malato. Secondo una attenta interpretazione che tiene conto del momento e dei riferimenti alla figura di Cristo è stato ipotizzato che l’opera possa rappresentare la resurrezione dalla malattia che colpì Caravaggio. Infatti l’uva, nell’iconografia cristiana, rappresenta la passione di Cristo.
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Lo stile de Il Bacchino malato di Caravaggio
Il dipinto fu realizzato, molto probabilmente, grazie l’uso di uno specchio, tecnica utilizzata abitualmente da Caravaggio. Nel periodo di apprendistato presso il Cavalier d’Arpino, pochi mesi tra il 1592 e il 1593, l’artista si occupò, infatti, di ritratti e nature morte. Uno dei suoi interessi principali fu l’osservazione attenta della realtà per ottenere un maggior naturalismo pittorico. Questa aspirazione si osserva nei segni di corruzione della frutta e del volto malato del bacchino. Infatti, i lavori di questo periodo, chiamato “periodo chiaro”, sono caratterizzati da ritratti di ragazzi di strada, autoritratti e frutta, in parte guasta, scartata dai mercati e dalle osterie.
Il colore e l’illuminazione
Il fondo scuro mette in chiara evidenza il Bacchino malato senza creare, però, forti contrasti chiaroscurali. La figura del personaggio è illuminata interamente come il piano e la frutta poggiata su di esso. L’incarnato del bacchino tende all’ocra mentre le labbra hanno un colore spento e tendente al viola. La frutta, invece, è dipinta con colori saturi, sebbene limitati al giallo pallido delle pesche e ai colori tipici degli acini scuri e chiari dell’uva, in nero e giallo-verde.
Lo spazio
La figura è raffigurata a pochi centimetri dal piano dell’opera, separata, infatti, solo dal piano di pietra. Lo spazio oltre il bacchino, quindi, non è percepibile a causa del fondo molto scuro.
La composizione e l’inquadratura
L’inquadratura incornicia interamente il personaggio seduto e inclinato in avanti. La sua figura è dipinta interamente e circoscritta dal nero di fondo che la pone in risalto. La composizione, infine, si avvale di una direttrice obliqua che sale dalla frutta di destra, in basso, verso il volto del Bacchino.
Il Bacchino malato fu realizzato da Caravaggio durante il suo periodo di apprendistato presso Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino. In questo periodo l’artista realizzò nature morte e scene di genere. Tra questi vi è il Ragazzo con cesta di frutta conservato anche questo presso la Galleria Borghese. I due dipinti, presenti nella bottega del Cavalier d’Arpino, vennero sequestrati, nel 1607, da Paolo V per motivi fiscali. In seguito furono da lui donati al nipote il cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, grande collezionista.
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