Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry rievoca l’omicidio del politico rivoluzionario francese da parte della giovane nobile.
Paul-Jacques-Aimé Baudry, Charlotte Corday, L’Assassinat de Marat, 1860, olio su tela, 203 x 154 cm. Nantes, musée d’Arts de Nantes
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Indice
Descrizione di Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry
Nel dipinto l’artista raffigura la donna immediatamente dopo il delitto, mentre esce dalla stanza da bagno. La giovane indossa un lungo abito a righe con un’ampia scollatura. Charlotte inoltre lascia la scena del crimine con un atteggiamento orgoglioso e convinta di aver compiuto la propria missione politica. Il suo viso è rivolto verso sinistra e mostra un’espressione intensa e determinata. La tensione prodotta dal suo gesto infine è rappresentata dalle mani contratte.
Marat invece è immobile e riverso nella vasca da bagno, ormai morto. Un pugnale è affondato nel suo costato e sullo scrittorio improvvisato sono posati un calamaio e una penna. Sulla parete laterale, una mensola sostiene alcuni libri. Invece nella parete di fondo è affissa una cartina della Francia. A terra è rovesciata una sedia e sul pavimento sono sparsi alcuni fogli e un ventaglio chiuso di colore blu.
Interpretazioni e simbologia di Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry
Il dipinto rappresenta l’omicidio di Jean-Paul Marat ad opera di Charlotte Corday il 13 luglio 1793. Charlotte Corday nacque a Saint-Saturnin-de-Ligneries il 27 luglio 1768. È ricordata come una rivoluzionaria francese e autrice dell’omicidio di Jean Paul Marat. La famiglia di Charlotte era arcirealista e la ragazza ammirava Rousseaux e Pierre Corneille di cui era pronipote. Fu un’appassionata repubblicana girondina. Il 31 maggio e il 2 giugno 1793 i deputati girondini furono proscritti. La giovane si convinse così che il politico rivoluzionario Jean-Paul Marat fosse il principale responsabile dello scontro civile in Francia. Il tribunale rivoluzionario la condannò con un processo lampo e fu ghigliottinata 4 giorni dopo. La giovane morì il 17 luglio 1793 all’età di 25 anni.
L’omicidio di Marat
La giovane abitava a Caen e riuscì a farsi ricevere da Marat. Mentre rispondeva alle domande del politico che intanto era immerso in un bagno medicale, la giovane pugnalò Marat a morte. Simon Everard l’amante di Marat e alcuni domestici bloccarono immediatamente Charlotte dopo l’omicidio. Fu quindi arrestata e rinchiusa all’Abbaye, una prigione vicino alla casa di Marat. Fu quindi interrogata e le autorità trovarono un foglio di carta nascosto sotto il suo vestito che conteneva un comunicato indirizzato ai cittadini francesi.
Il 16 luglio Charlotte giunse alle corderie e alle 8 del mattino i gendarmi la portarono al tribunale rivoluzionario. La giovane non ricusò il suo gesto. La giuria la accuso quindi di aver commesso un omicidio con intenzioni criminali e premeditate. I giurati condannarono Charlotte Corday alla pena di morte e alla vestizione con una camicia rossa che era riservata i parricidi. Le autorità infine seppellirono il suo corpo in una fossa singola del vecchio cimitero della Madeleine.
Nel dipinto la figura di Marat passa in secondo piano perché raffigurata in basso. Inoltre i suoi tratti sembrano deformi perché irrigiditi della morte e rappresentati con un forte scorcio prospettico. Invece la figura di Charlotte è celebrata nella sua bellezza eroica.
La sedia rovesciata a terra e il braccio di Marat sembrano bloccare la giovane nell’angolo di sinistra anticipando il suo arresto e la conseguente reclusione.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
L’opera fu esposta al Salon di Parigi del 1861. Fu poi acquistata dal museo di Nantes in seguito all’esposizione presso il museo del 1861 dove l’opera ottenne la medaglia d’onore.
L’artista e la società. La storia dell’opera Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry
L’opera risale al 1861, quindi ad un periodo nel quale la figura di Charlotte Chorday venne riabilitata. Il dipinto è da interpretarsi così come un’opera celebrativa.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry
Paul-Jacques-Aimé Baudry fu un pittore francese esponente della pittura accademica del secondo Impero. L’artista fu un grande ammiratore del pittore italiano Antonio Allegri detto il Correggio. Tra le sue commissioni più prestigiose vi è quella della decorazione del foyer dell’Opera di Parigi assegnata da Napoleone III.
La tecnica di Charlotte Corday di Paul-Jacques-Aimé Baudry
Il dipinto che raffigura Charlotte Corday di Baudry è un olio su tela di 203 x 154 cm.
Il colore e l’illuminazione
L’opera nel complesso presenta colori caldi tranne qualche particolare, come il ventaglio, il fiocco della ragazza e il telo di colore blu e verde.
La luce che illumina la scena proviene dalla finestra che si intuisce a destra.
Lo spazio
Il dipinto riproduce una piccola stanza nella quale Marat si immergeva nella vasca di acqua calda. La dimensione e la forma del piccolo ambiente sono descritte dalla prospettiva geometrica. Infatti si vede chiaramente a sinistra la fuga dello scaffale che sostiene i libri e lo spigolo che unisce la parete di sinistra con quella frontale. A destra infine la parete con la finestra è rappresentata in forte scorcio ma è comunque identificabile.
La sedia rovesciata a terra è un efficace espediente prospettico che suggerisce le dimensioni dello spazio e crea un repoussoir che guida lo sguardo dell’osservatore verso la figura di Charlotte Corday.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto è di forma rettangolare e sviluppo verticale. L’inquadratura valorizza l’intera figura di Charlotte Corday a scapito di quella di Marat fortemente scorciata sulla sinistra.
Approfondimento. Un’indomita giustiziera
E’ il drammaturgo tedesco Peter Weiss che nell’opera “La persecuzione e l’assassinio di J.Paul Marat” (più nota coma “Marat-Sade“) fa dire a Carlotta Corday “Tutte le donne legano il loro nome a quello dell’uomo che più amano nel momento più bello della vita di entrambi; io, Marie Charlotte Corday d’Armont, ho invece legato il mio nome a quello dell’uomo che più odiavo nel momento della sua morte…“. E la Corday odiava profondamente quell’uomo che ucciderà mentre si trovava tranquillo nella sua vasca da bagno. Lei, Girondina, riteneva che Marat stesse tradendo gli ideali della Rivoluzione fomentando una guerra civile, e vedeva in lui la personificazione del Terrore.
Guardando la ghigliottina
Una rivoluzionaria che uccide il capo della Rivoluzione? Certo, poiché stanca degli eccidi e degli eccessi di cui i Giacobini si stavano macchiando. Carlotta era una donna colta: intellettuale illuminista, conosceva i grandi pensatori, da Plutarco a Rousseau, ed era la bisnipote del drammaturgo Corneille. Di indole tranquilla, non dimostrò paura o ripensamento, sia quando affondò il coltello nella carotide del suo nemico né davanti alla ghigliottina.
Al boia che cercava di nasconderle lo strumento di morte, disse: “Fatemela guardare: non ne ho mai vista una”.
Un’altra donna fatale, capace di ispirare pittori, musicisti, drammaturghi e scrittori: per esempio A. de La Martine, nel suo “Storia dei Girondini” ce la presenta, forte e indomita, mentre legge davanti al tribunale un accorato appello ai Francesi, in nome della ragione e della pace.
Approfondisci con la biografia di Jacques-Louis David, protagonista della Rivoluzione e autore di un celebre dipinto sulla morte di Marat. Consulta anche la pagina Arte e Rivoluzione francese.
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Bibliografia
- Giuseppe Di Leva, Charlotte Corday, Casa Ricordi, 1989, EAN: 9788875920647
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 24 agosto 2021.
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