Paesaggio con la ninfa Egeria di Claude Lorrain

Un equilibrato Paesaggio con la ninfa Egeria di Claude Lorrain. La natura si integra semplicemente con le rovine classiche e i personaggi del mito.

Claude Lorrain, Paesaggio con la ninfa Egeria, 1669, olio su tela, 155 x 199 cm. Napoli, Museo di Capodimonte

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Indice

Descrizione del Paesaggio con la ninfa Egeria di Claude Lorrain

Il gruppo di personaggi, tra i quali vi è la ninfa Egeria, si trova in primo piano, leggermente a sinistra, rispetto al centro del dipinto, nella sottile porzione di prato. Oltre i due cani, affiancati in posizione centrale, vi sono due donne che passeggiano verso i ruderi di destra. Di fronte, si trova un ampio specchio d’acqua sul quale naviga una piccola imbarcazione. Altre barche sono ancorate ad un approdo sulla sponda destra che dà accesso ad una serie di architetture classiche. Sotto il loggiato si intravedono alcune figure umane che stanno conversando.

Dallo stesso lato, verso il fondo, su di una collina sorge un castello. Sulla riva opposta un fitto bosco selvaggio crea una quinta boscosa per il palcoscenico naturale sul quale si muovono le figure mitologiche. L’orizzonte è, poi, anticipato da una radura coperta di alberi e chiuso da una linea lontana di monti. Un ampio cielo al tramonto corona la vista classica e ideale.

Interpretazioni e simbologia del Paesaggio con la ninfa Egeria di Claude Lorrain

La vicenda della Ninfa Egeria, una delle Camene, è trattata nelle Metamorfosi di Ovidio. In questo dipinto Egeria si dispera per la morte del marito Numa Pompilio, il primo leggendario re di Roma. In seguito alla morte dello sposo la Ninfa, dal molto pianto, si trasformò in una fonte.

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L’artista e la società. La storia dell’opera

Claude Gellée, conosciuto come Claude Lorrain (italianizzato in Claudio Lorenese), nacque a Chamagne, in Francia nel dipartimento del Vosgi nel 1600. A Roma giunse molto giovane, nel 1616 e fu allievo del Cavalier d’Arpino che fece scuola anche a Caravaggio negli ultimi anni del Cinquecento. Fu, poi, nella bottega di Agostino Tassi, un artista esperto di decorazioni per ambienti, noto per la triste vicenda di Artemisia Gentileschi. Lorrain nel 1625 tornò in Francia per realizzare le decorazioni della chiesa dei Carmelitani di Nancy. L’anno seguente, però, fu di ritorno a Roma dove rimase stabilmente diventando, insieme a Nicolas Poussin, un maestro del paesaggio ideale. Morì a Roma nel 1682 ed è sepolto nella chiesa di Trinità dei Monti.

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Lo stile del Paesaggio con la ninfa Egeria di Claude Lorrain

Claude Lorrain è conosciuto come uno degli inventori del paesaggio ideale che consiste in una rappresentazione del paesaggio in chiave classicista. L’artista sviluppò questo genere a partire dai lavori di Annibale Carracci e del Domenichino. Annibale, Agostino e Ludovico Carracci fondarono sul finire del Cinquecento l’Accademia degli Incamminati all’interno della quale di formarono Guido Reni, Francesco Albani e il Domenichino.

La visione classicista proposta dai Carracci si opponeva al Manierismo toscano e romano che proponeva modelli estetici ormai stanchi e vuoti. Si tornò, quindi, a studiare la pittura di Raffaello e ad approfondire lo studio dal vero per creare una nuova estetica che superasse i virtuosismi dei manieristi di seconda generazione. Claude Lorrain si ispirò, così, ai dipinti del Domenichino come il San Giovanni Evangelista, per creare una nuova estetica del paesaggio.

La sua poetica prevede un attento studio della rappresentazione del paesaggio della tradizione italiana unito allo studio dal vero della natura. In Paesaggio con la ninfa Egeria l’ambiente naturale viene trasfigurato in chiave quasi fiabesca. In questi ambienti, poi, agiscono personaggi e miti classici trasformando la natura in un luogo senza tempo. Nel paesaggio ideale prendono posto rovine e costruzioni classiche integrate con la natura circostante. Altra cifra stilistica è la particolare attenzione all’armonia compositiva del dipinto.

Il colore e l’illuminazione

La scena è ambientata al tramonto. Infatti una luce dorata che proviene dell’orizzonte illumina parzialmente i ruderi di destra. Il bosco sulla riva sinistra, invece è dipinto in controluce, quindi molto scuro. Questo tono crea un forte contrasto di luminosità che mette in evidenza il cielo illuminato di giallo dal tramonto. Il gruppo di personaggi in primo piano è pienamente in luce, non coerente con la luce naturale. Infatti, le figure sono illuminate frontalmente e con una intensità non coerente con il tramonto. Lo specchio d’acqua, invece, riflette coerentemente la luce del cielo mentre la fortezza di destra si perde nel debole controluce.

I colori più saturi sono riservati ai personaggi del primo piano, che, comunque, non sono concepiti per risultare i soggetti principali dell’opera. Il colore dominante è il giallo del tramonto e su di esso vengono armonizzati i verdi e i bruni della natura e i colori dei ruderi.

Lo spazio

La prospettiva geometrica è applicata alle architetture di destra e agisce sulle linee oblique delle facciate e sui gradini dell’approdo. Nel creare la profondità contribuisce, anche lo specchio d’acqua con la sua forma che si restringe sul fondo e segue le linee di convergenza dei ruderi. Il bosco in controluce di sinistra, invece, crea una quinta bidimensionale come anche le colline di destra.

La composizione e l’inquadratura

Il Paesaggio con la Ninfa Egeria è rappresentativo del genere ideato da Claude Lorrain e Nicolas Poussin. La composizione distesa, equilibrata, nei colori e nelle forme, è strutturata per quinte naturali che si alternano verso l’orizzonte. In primo piano si trova il prato con i personaggi. Poi, lo specchio d’acqua centrale che conduce lo sguardo verso l’orizzonte passando attraverso il bosco centrale. Di lato si trovano, a destra i ruderi e, a sinistra, il bosco scuro. Si passa, quindi, alle colline con la fortezza e, infine, alla linea di orizzonte e le montagne appena accennate. Il cielo, ampio e incorniciato dalle fronde scure degli alberi, è animato da giochi di nuvole vaporose.

L’inquadratura riserva una piccola porzione del primo piano alle figure umane. Poi, meno della metà verticale alla natura e il restante, più della metà superiore, al cielo dal tramonto spettacolare.

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