Croce dipinta del Maestro di Rosano

Il Maestro di Rosano dipinse un crocifisso nel quale Cristo è ritratto secondo il modello del Christus Triumphans. Gesù osserva con sguardo sereno i fedeli dalla croce.

Maestro di Rosano, Croce dipinta, 1120 circa, tempera su tavola. Firenze, Monastero di Rosano

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Indice

Descrizione di Croce dipinta del Maestro di Rosano

L’immagine di Cristo si trova al centro della tavola sagomata a forma di croce. Gesù è nudo e porta un panno blu con decorazioni dorate stretto ai fianchi. Il suo viso è disteso e gli occhi aperti osservano frontalmente. Il capo è leggermente inclinato verso sinistra e i capelli scuri scendono a ciocche sulle spalle. Dietro il capo porta una grande aureola dorata.

All’interno del tabellone, intorno al Cristo di Rosano, si trovano sei scene. Quattro vicende riportano avvenimenti posteriori alla morte di Gesù. Si tratta di tre scene che riguardano il funerale e una dedicata al Limbo, sepolcro destinato ai patriarchi. Due scene raccontano, invece, la passione di Cristo. I capicroce di sinistra e di destra rappresentano figure di quattro Santi.

Interpretazioni e simbologia di Croce dipinta del Maestro di Rosano

Il modello iconografico interpretato dal Maestro di Rosano è il Christus Triumphans. Si tratta di una rappresentazione di Cristo trionfante sulla morte. Infatti Gesù è crocifisso ma vivo e non mostra segni di sofferenza. Durante il XIV secolo a tale modello iconografico si sostituirà, progressivamente, quello del Christus Patiens che mostra i segni della condanna. Cristo soffre sulla croce come una persona qualunque.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Durante i restauri è emersa una fessura nel braccio verticale della croce. Al suo interno vi era una reliquia in osso e una piccola croce di pietra detta enclopia. I crociati erano soliti portare croci simili dalla Terra Santa. Questo fatto fa pensare che la Croce di Rosano fu commissionata da un nobile di ritorno dalla crociata. Secondo valutazioni cronologiche il Maestro di Rosano realizzò l’opera in occasione di un evento del 25 marzo 1130 che riguarda i Conti Guidi. Si tratta della consacrazione a monaca della giovanissima Sofia, dell’importante famiglia di feudatari toscani.

La giovane, in seguito, diventò badessa del monastero di Rosano. Nella stessa data venne anche consacrata la nuova chiesa del monastero. I Conti Guidi elargirono, inoltre, un’importante donazione. Il padre della giovane Sofia era Guido Guerra, un alleato di Matilde di Canossa. Il condottiero crociato morì per malattia in Terra Santa. I crociati trasportarono la reliquia e la croce in pietra quali ricordi ed ex voto in favore del committente morto durante la crociata.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Il monastero di Santa Maria si trova a Rosano, una località del comune di Rignano, in provincia di Firenze. Attualmente è un’abbazia femminile appartenente all’Ordine di San Benedetto. Il monastero, secondo la tradizione, fu fondato nel 780. La documentazione scritta risale però solo agli inizi dell’XI secolo. Oltre alla Croce dipinta con storie della passione del Maestro di Rosano vi sono al suo interno altri dipinti molto importanti. Si tratta dell’Annunciazione con i santi Lorenzo, Benedetto, Giovan Battista e Nicola di Giovanni da Ponte del 1434 e dell’Annunciazione di Jacopo di Cione del 1365 circa.

La Croce dipinta con storie della passione del Maestro di Rosano è una delle opere d’arte più antiche, prodotte sul territorio italico. Precede, infatti, di pochi anni la Croce di Sarzana che viene datata 1138. Nel 2006 i tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze hanno condotto un approfondito restauro. Tale intervento si è reso necessario a scopo conservativo ma è stata anche l’occasione per svelare la tecnica di esecuzione dell’opera. In seguito al restauro del 2006 gli studiosi hanno compiuto importanti scoperte che hanno permesso di approfondire il significato dell’opera. Inoltre i tecnici hanno scoperto ulteriori dettagli sulla tecnica utilizzata dal Maestro di Rosano.

Lo studio del Crocifisso di Rosano è stato favorito dal fatto che l’opera non ha subito, nel tempo, alcun intervento di restauro. La superficie dipinta e la vernice di copertura sono quindi originali. La croce subì, però, alcuni tagli per adeguarla a nuove collocazioni. In particolare, nel seicento decisero di eliminare il titulus crucis, con l’iscrizione INRI, e il tabellone superiore con la storia dipinta. In tale occasione, inoltre, si aggiunse una cornice dorata.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Croce dipinta del Maestro di Rosano

La Croce dipinta del Monastero di Rosano è costituita da robuste assi di castagno. Questo tipo di legno fu, infatti, il più usato nei dipinti toscani realizzati durante il XII secolo. Al di sopra della superficie delle assi fu stesa una preparazione realizzata con un doppio strato di tela molto sottile. Su questa base furono stese varie mani di gesso molto fine e legato con una gomma vegetale. Questa tecnica differisce dalla tradizione dell’epoca. Infatti il gesso era solitamente unito a colle animali.

Il Maestro che dipinse il Crocifisso di Rosano procedette, inoltre, con una doratura a guazzo priva della solita base di bolo. Il colore fu steso a strati molto sottili come si usava fare nelle miniature. Secondo le valutazioni degli esperti, in seguito al restauro, sono emerse chiaramente alcune caratteristiche storiche e stilistiche. Intanto, il Crocifisso di Rosano non mostra influssi bizantini. È presente, invece, un linguaggio romanico, quindi, occidentale. Il Maestro di Rosano scelse di utilizzare, infatti, un linguaggio più realistico. Alcuni dettagli sono descritti con attenzione e, sebbene schematizzati, certi elementi della figura presentano un contrasto tra luci ed ombre. Tale accenno di volume si nota soprattutto nelle gambe.

Il colore e l’illuminazione

L’incarnato di Cristo è molto chiaro, ocra, con accenni di ombre leggermente più scure. Dal fondo di colore oro del tabellone spiccano, poi, brillanti blu, rossi e verdi.

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Lo spazio

Il corpo di Gesù crocifisso si sovrappone alla croce. Nelle storie dipinte all’interno del tabellone le figure sono disposte contro lo sfondo dorato. I semplici dettagli architettonici e ambientali contribuiscono a dare una minima profondità alla scena.

La composizione e l’inquadratura

La croce sagomata di Rosano è simmetrica e il corpo di Gesù è allineato all’asse centrale. Contribuiscono ad accentuare la simmetria speculare le figure dipinte sui capicroce. Inoltre, le storie del tabellone sono disposte in modo molto regolare in verticale a destra e a sinistra.

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