Scena di una commedia. Uno Scapino di Honoré Daumier

Scena di una commedia. Uno Scapino di Honoré Daumier è un dipinto di genere che rappresenta due protagonisti della commedia di Molière “Le furberie di Scapino“.

Honoré Daumier, Scena di una commedia. Uno Scapino (Scène de comédie. Un Scapin), 1860 circa, olio su legno, 32,8 x 24,8 cm. Parigi, musée d’Orsay

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Indice

Descrizione di Scena di una commedia. Uno Scapino di Honoré Daumier

Il dipinto rappresenta una scena della commedia di Molière “Le furberie di Scapino”. Il personaggio principale fu infatti inventato dal drammaturgo per impersonare una maschera francese nella commedia dell’arte. Il protagonista ricorda alcune maschere italiane come Zanni e Brighella. La commedia si ambienta a Napoli dove i due amici Leandro e Ottavio condividono il servo Scapino. I due ragazzi inoltre amano rispettivamente la nobile Giacinta e la zingara Zerbinetta. Il furbo Scapino si prodiga così per favorire l’unione creando un intrigo tra i personaggi.  Infine si scopre che però le due giovani sono figlie illegittime dei padri di Leandro e Ottavio.

Interpretazioni e simbologia di Scena di una commedia. Uno Scapino di Honoré Daumier

Il titolo che segue all’originale Scène de comédie è Un Scapin e fa riferimento all’opera teatrale di Molière “Les Fourberies de Scapin“. Le furberie di Scapino è una commedia in tre atti scritta nel 1671 e tratta dal Phormio di Terenzio.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Nel 1878 il dipinto Scena di una commedia era di proprietà di Honoré Daumier. Passò poi nella collezione di Mme Dulac et Mlle Turquois fino al 1928 anno della sua donazione ai Musei Nazionali. Fu quindi destinata al Museo del Louvre fino al 1986 data di passaggio al Museo d’Orsay.

Scena di una commedia fu esposta per la prima volta nel 1878 un anno prima della morte del maestro.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del dipinto Scena di una commedia. Uno Scapino di Honoré Daumier

I due personaggi sulla scena sono appena abbozzati con rapide pennellate ma rendono bene l’atmosfera della commedia. La luce radente ricorda quella di un palcoscenico e i colori sono scuri. Il tono generale è terroso in bilico tra grigio e ocra. Non è rappresentato un vero e proprio spazio ma si intuisce grazie alla presenza scenica dei due attori.

Approfondimento. Daumier e la rappresentazione del proletariato urbano

Honoré Daumier fu un pittore realista che rappresentò tramite i suoi dipinti le dure condizioni del proletariato urbano. Ne sono esempi famosi i dipinti intitolati Vagone di Terza Classe e La Lavandaia. Inoltre fu un importante fustigatore della vita borghese che ritrasse su riviste e giornali attraverso caricature e vignette.

Approfondimento. Arte e teatro, Il servitore di due padroni che divertiva la borghesia francese

di Anna Maria Nosotti

In principio fu l’Epidikazòmenos di Apollodoro di Caristo, a cui si ispirò Terenzio per il Phormio, fino ad arrivare a “Le furberie di Scapino” di Moliére. Un viaggio piuttosto lungo, per una trama teatrale… se non fosse che il commediografo francese, con l’abilità che lo contraddistingue, rielabora, stravolge, amplia, completa: situazioni, personaggi, psicologie. Ma a muovere le fila del complicato svolgimento della vicenda, ecco Scapino, la versione francese degli italianissimi Zanni , Brighella, Arlecchino, e come quest’ultimo servitore di due padroni.

Il quadro, però, è datato all’inizio della seconda metà dell’ ‘800. Il pubblico, borghese, è cambiato: non siamo più nella Parigi preilluministica, ma in pieno movimento verista, e ciò che diverte il pubblico è osservare uno Scapino furbissimo e maneggione alle prese con un uomo adulto quasi perso e preoccupato. Insomma, il pubblico si diverte a prendere in giro se stesso.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Honoré DaumierScena di una commedia. Uno Scapino (Scène de comédie. Un Scapin), sul sito del musée d’Orsay di Parigi.

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