Giunto a Parigi, nel 1925, Filippo de Pisis, continuò a dipingere nature morte come Natura morta marina con la pavoncella, nelle quali si colgono ancora aspetti della metafisica e del suo Realismo naturalista.
Filippo de Pisis, Natura morta marina con la pavoncella, 1927, olio su tela, 65 x 82 cm. Milano, Pinacoteca di Brera
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Indice
Descrizione della Natura morta marina con la pavoncella di Filippo de Pisis
Il corpo senza vita di una pavoncella giace inerme sul terreno. L’uccello giace sulla schiena e il ventre è rivolto in alto mentre le ali sono semiaperte. Il capo è reclinato e abbandonato a terra. Il suolo si espande verso l’orizzonte dove si intravede, a sinistra un edificio e una linea di colline. In alto, nel cielo nuvoloso, si vedono quattro sagome di uccelli in volo.
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L’artista e la società. La storia della Natura morta marina con la pavoncella di Filippo de Pisis
Filippo de Pisis, dopo aver incontrato, nel 1915 e 1917, alcuni protagonisti della pittura metafisica ne acquisì, in parte, la poetica. A Ferrara, conobbe, infatti Giorgio de Chirico, il fratello Alberto Savinio e Carlo Carrà. In seguito de Pisis aderì ad altre esperienze passando attraverso il Ritorno all’ordine degli anni Venti del Novecento. A Roma, l’artista, ebbe modo di mettere a punto il suo contribuito alla tendenza nazionale. Avvicinandosi al gruppo di Valori Plastici, de Pisis tornò alla tradizione abbracciando la pittura dal vero, che si può considerare, quindi, Realismo naturalista. Dal 1925 de Pisis fu a Parigi, per un lungo soggiorno. Qui dipinse nature morte, vedute metropolitane e figure di nudo in studio.
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Lo stile della Natura morta marina con la pavoncella di Filippo de Pisis
La sua tecnica di pittura dal vero è, in Natura morta con la pavoncella, come in Natura marina con gli scampi, realizzata con segni detti stenografici. De Pisis elaborò uno modo di dipingere attraverso veloci e corte pennellate che creano particolari effetti luminosi sulla tela. Il piumaggio della pavoncella, infatti, è estremamente luminoso, anche grazie al contrasto con le piume nere. La luce si esprime nuovamente sull’orizzonte grazie ai contrasti tra parti chiare e scure del terreno.
Il colore e l’illuminazione
Il contrasto di complementarità tra il blu del cielo e l’ocra arancio del terreno, infine, determina un intensificarsi dell’atmosfera luminosa del dipinto. Spazialmente, il primo piano è fortemente in contrasto con la profondità dell’orizzonte. Non vi sono, infatti piani intermedi a graduare il passaggio in lontananza. La composizione è fortemente centrale, rappresentata dal corpo della pavoncella dipinto quasi al centro, poco sotto l’incrocio delle diagonali.
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