Le Decorazioni di Palazzo Te furono realizzate da molti artisti tra i quali il più noto Giulio Romano. Il famoso allievo di Raffaello fu incaricato da Federico II Gonzaga di progettare il palazzo simbolo della sua persona e dell’amata Isabella Boschetti.
Giulio Romano e altri artisti, Decorazioni di Palazzo Te, 1526-1534, Mantova
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Indice
Descrizione delle Decorazioni di Palazzo Te di Giulio Romano a altri artisti
La Sala dei Giganti
Molti artisti concorsero a creare le Decorazioni di Palazzo Te utilizzando soprattutto figure e temi della mitologia classica.
Nella Sala dei Giganti è presente l’Affresco dei Giganti realizzato tra il 1532 e il 1535 da Giulio Romano famoso allievo di Raffaello. Il dipinto racconta il tentativo dei Giganti di conquistare l’Olimpo di Zeus. Le sue dimensioni sono notevoli e si sviluppa dalle pareti al soffitto. Tra le Decorazioni di Palazzo Te è la più conosciuta.
Sala Grande dei Cavalli
La Sala Grande dei Cavalli è un ambiente dedicato alle cavalcature preferite dalla famiglia Gonzaga. La sala era destinata ai balli e alle feste e sulle pareti figurano sei cavalli a grandezza naturale. Dietro alle figure degli animali è dipinto un paesaggio naturale che si intravede dietro alcune colonne corinzie. Alcuni personaggi mitologici dipinti all’interno di false nicchie si alternano a quelle dei cavalli. All’interno del soffitto è rappresentato il Monte Olimpo e un ramarro.
Sala di Amore e Psiche
La sala da Pranzo è definita Sala di Amore e Psiche e nelle pareti è raffigurata la loro vicenda. Questa sala è di natura privata poiché è dedicata alla relazione tra il futuro primo duca di Mantova e Isabella Boschetti. Gli artisti per realizzare gli affreschi si basarono su Le Metamorfosi di Apuleio. Sempre di contenuto amoroso sono altri due affreschi dedicati agli amori di Venere e Marte. I grandi affreschi sono poi contornati da amoretti.
Sala delle aquile
La camera da letto di Federico II Gonzaga è detta la Sala delle aquile. Al centro della volta è dipinta la Caduta di Fetonte dal carro del sole. Il nome è stato attribuito in base alla presenza di alcuni stucchi neri che rappresentano delle aquile. I volatili sono modellati con le ali spiegate e posizionati all’interno delle lunette agli angoli della stanza.
Sala dei venti o dello zodiaco
La Sala dei venti o dello zodiaco prende nome dalla rappresentazione delle loro personificazioni nella parte bassa della volta. Sono presenti inoltre raffigurazioni astrologiche per sottolineare la loro influenza sul destino dell’uomo. Al centro della volta vi è l’impresa del Monte Olimpo con le immagini degli dei.
Sala delle Imprese
La Sala delle Imprese illustra le imprese della famiglia dei Gonzaga. All’interno delle Decorazioni di Palazzo Te si alternano immagini di figure e motti dipinti in modo isolato o abbinati. Il personaggio veniva rappresentato così ed esprimeva un ideale morale o spirituale. Si osservano le seguenti figure Cane, Cavedone o Alare, Cintura, Monte Olimpo, Museruola, una non identificata, Torre , Sole, Stemma Gonzaga, Ramarro, Boschetto, Crogiolo, Ali, Tortora, Guanto. L’impresa del Ramarro è dipinta sul camino ed è direttamente riferita a Federico II con l’iscrizione “F[edericus] II M[archio] M[antue] V”, “Federico II quinto marchese di Mantova”.
Sala di Ovidio o delle Metamorfosi
La Sala di Ovidio o delle Metamorfosi è anche chiamata Camerino. Si tratta infatti di uno spazio limitato le cui decorazioni sono ispirate alle Metamorfosi di Ovidio. Vi si trovano narrazioni riguardanti Orfeo agli Inferi, Il supplizio di Marsia, Il giudizio di Paride, Bacco e Arianna, Danza di satiri e menadi, La sfida tra Apollo e Pan, La visita di Bacco e Menadi e satiro. Tra i vari temi mitologici vi sono paesaggi fantastici e una vista di Palazzo Te del 1527 osservato dalle mura di Mantova. Le immagini hanno un gusto definito antiquario e furono realizzate da Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica. Sul camino vi è l’impresa del Monte Olimpo con la scritta “;F[edericus] G[onzaga] II M[archio] M[antue] V” “Federico II Gonzaga quinto marchese di Mantova”.
Camera del Sole e della Luna
La Camera del Sole e della Luna aveva come funzione quella di accogliere gli ospiti di Federico II Gonzaga. La stanza è decorata nel rispetto dello schema di tutto il palazzo. La volta a padiglione è decorata al centro con l’Impresa del sole nella quale compare Ludovico Gonzaga, padre di Federico II. Mentre il carro del sole tramonta spunta la luna. Secondo fondi storiche non confermate fu opera del Primaticcio, brillante allievo di Giulio Romano. All’interno delle lunette compaiono rappresentazioni di trionfi. Vi sono inoltre rappresentazioni di strumenti musicali che ricordano forse la passione di Isabella Gonzaga per la musica. Nelle vele compaiono rilievi a stucco con uomini, animali, simboli e le Imprese del Ramarro e del Monte Olimpo.
Logge delle Muse
La Logge delle Muse avevano la funzione di spazio di attesa per i visitatori provenienti dal cortile d’Onore. In quanto ambiente di rappresentanza le decorazioni sono un catalogo di cultura classica. La volta è occupata dalle raffigurazioni delle Muse realizzate in stucco e poste nei lacunari della campata. Si ritrovano le figure di Apollo, il mito di Orfeo ed Euridice, e Virgilio, il poeta nato nel 70 a.C. nel villaggio di Andes vicino Mantova.
Per ringraziare l’Imperatore Carlo V del titolo di duca ottenuto nel 1530 furono costruite la Sala dei Bassorilievi e la Sala dei Cesari.
La Loggia d’onore si affaccia sulle pescherie. La sua volta è suddivisa in grandi riquadri contornati da cornici con canne palustri. Ai loro interni è rappresentata la storia di Davide come raccontata nel Vecchio Testamento.
Interpretazioni e simbologia delle Decorazioni di Palazzo Te di Giulio Romano a altri artisti
Nelle decorazioni delle varie stanze vi sono numerosi simboli con riferimenti politici veicolati da scene mitologiche. La residenza degli dei, il Monte Olimpo è circondato da un labirinto e sorge dalle acque. Spesso compare un ramarro, un animale che veniva considerato insensibile alle tentazioni amorose. Federico II Gonzaga era consapevole invece di essere molto sensibile alle lusinghe amorose. Utilizzò quindi un motto latino uod huic deest me torquet (ciò che manca a costui mi tormenta) per descrivere la presenza di tali immagine.
Nella Sala del Sole l’astro è da interpretarsi come la figura di Dio. Rappresenta inoltre la luce della verità ed è una protezione nei confronti del duca. Le imprese più frequentemente rappresentate sono il Ramarro e il Monte Olimpo. Sono riferibili al duca e rappresentano oltre che il suo contrario anche la Fedeltà. Infatti unita al motto “FIDES/ΟΛΥΜΠΟΣ”, Fede/Olimpo” rimandano all’immagine delle ceneri che sparse sull’altare del monte non vengono disperse.
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Federico II Gonzaga primo duca di Mantova commissionò la costruzione di Palazzo Te che fu costruito tra il 1524 e il 1534. Il duca incaricò Giulio Romano di progettare e decorare le stanze del palazzo. La zona destinata alla costruzione era in origine paludosa. I Gonzaga si impegnarono in una attività di bonifica. Alla morte del marchese di Mantova, il figlio Federico II decise di edificare una residenza di piacere per se e la propria amante Isabella Boschetti. Nelle decorazioni del palazzo operarono diversi artisti tra i quali Raffaele Albarini, Giorgio Anselmi, Francesco Primaticcio, Fermo Ghisoni, Giovan Francesco Penni, Gerolamo Staffieri, Benedetto Pagni, Rinaldo Mantovano, Giovan Battista Mantovano.
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Lo stile delle Decorazioni di Palazzo Te
I giovani collaboratori di Raffaello negli ultimi anni di vita del maestro si formarono su una componente della sua pittura, la grottesca. Le immagini erano di origine classica. Provenivano infatti dalle pitture parietali di età imperiale romana. Nei dipinti i manieristi come Giulio Romano inserirono così personaggi mitologici, animali fantastici, vegetazione e paesaggi di fantasia e a volte di natura bizzarra. Questo repertorio divenne presto anche una tendenza decorativa. Non furono però solo interessati gli arredi di palazzi nobiliari. Con disappunto del clero l’immaginario grottesco attraverso l’opera di diffusione dei manieristi contaminò anche l’immaginario religioso.
Approfondimenti. I manieristi e la fuga da roma
Nel 1527 i lanzichenecchi dell’Imperatore Carlo V entrano in Roma. L’evento storico è noto con il nome di Sacco di Roma (saccheggio.) Il termine infatti indica la devastazione che i soldati tedeschi compirono nella città. Molti artisti fuggirono e si rifugiarono quindi presso altre corti italiane ed europee. Il Manierismo si diffuse così attraverso il lavoro di artisti quali Giulio Romano che si stabilì presso la corte di Mantova.
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