Derelitta di Angelo Morbelli è la terza versione di un’opera precedente, del 1884, che secondo alcuni affronta il tema della prostituzione giovanile nel XIX secolo.
Angelo Morbelli, Derelitta, 1897, olio su tela, 67 x 107 cm. Collezione privata
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Indice
Descrizione di Derelitta di Angelo Morbelli
Nel dipinto è raffigurata una adolescente distesa in un grande letto. La giovane è coperta da un ampio lenzuolo e un copriletto bianchi e poggia il capo su grandi cuscini. La piccola ha le braccia scoperte e i lunghi capelli biondi raccolti dietro il capo. In alto, contro la parete, corre il testale del letto.
Interpretazioni e simbologia di Derelitta di Angelo Morbelli
Con il dipinto intitolato Derelitta, Angelo Morbelli compì una denuncia sociale. Infatti, l’opera rappresenta una adolescente in gravi condizioni di salute. Il termine usato nel titolo è sinonimo di abbandonata, lasciata sola in povertà. Secondo alcuni storici tale soggetto rivela una pratica diffusa tra la borghesia europea del XIX secolo. Si tratta della vendita di giovani da parte di madri dedite alla prostituzione o indigenti. Le ragazze finivano nelle mani dei clienti. Secondo una interpretazione diversa, il dipinto, raffigura, invece, la nipote di Morbelli ammalata di tubercolosi. Un altro dipinto di Angelo Morbelli ha un titolo ancora più diretto. Si tratta, infatti, di Venduta, dipinto nel 1884. In realtà Derelitta è una terza versione di Venduta, realizzata ben tredici anni dopo la prima.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
L’opera venne dipinta in occasione della seconda Esposizione internazionale d’Arte della città di Venezia. Derelitta di Angelo Morbelli si trova presso una collezione privata.
L’artista e la società. La storia dell’opera
Morbelli decise di realizzare una nuova versione di Venduta dopo tredici anni, nel 1897. Secondo le ricerche degli storici non è chiaro il perché di questa scelta. Infatti la prima versione dell’opera venne apprezzata a Londra, nel 1888 in occasione della mostra presso la galleria di Vittore Grubicy de Dragon durante l’Italian Exhibition in London. Inoltre in tale data Morbelli manifestò la sua preoccupazione che il dipinto, come gli altri, non fosse apprezzato dal pubblico. Le opere, però, ottennero il successo sperato. Probabilmente, Morbelli decise di eseguire una nuova versione del soggetto per sperimentare la tecnica divisionista adattandola a tale soggetto già affrontato.
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Lo stile del dipinto Derelitta di Angelo Morbelli
Nel 1897 Angelo Morbelli portava avanti da alcuni anni, ormai, le sue ricerche sulla separazione dei colori. Infatti, è del 1891 l’esordio ufficiale del Divisionismo del quale Morbelli fu protagonista accanto a Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati e Plinio Martelli.
La tecnica
Derelitta di Angelo Morbelli fu dipinta ad olio su tela con l’utilizzo della tecnica divisionista. Quindi, i toni di colore puro sono accostati sulla tela senza l’uso di impasti colorati. Morbelli iniziò a sperimentare in tale direzione negli anni immediatamente successivi alla sua formazione accademica. Giunse, poi, all’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento, alla tecnica divisionista.
Il colore e l’illuminazione
Il copriletto ed il lenzuolo, stesi sul letto, creano un’ampia massa chiara al centro del dipinto. Inoltre, spicca l’incarnato rosa della giovane. In alto i toni caldi del testale e del muro contribuiscono a scaldare la struttura cromatica del dipinto. A destra, oltre il letto trova spazio una inquietante zona d’ombra profonda. La luce interna illumina la zona centrale e mette in risalto, quasi mistico, il corpo della Derelitta distesa nel letto di dolore e abbandono.
Lo spazio
Lo spazio rappresentato della stanza è molto ridotto e la profondità è limitata alla profondità del letto.
La composizione e l’inquadratura
Derelitta di Angelo Morbelli è un dipinto rettangolare. L’inquadratura orizzontale pone al centro la figura distesa della ragazza. Inoltre, il corpo della giovane coincide con la diagonale che sale da destra, in basso. La struttura compositiva è, quindi, obliqua e infonde una certa drammaticità alla scena.
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