Monumento equestre del Gattamelata di Donatello

La statua del Gattamelata di Donatello fu il primo monumento equestre celebrativo su modello classico dopo gli esempi romani.

Donatello, Monumento equestre al Gattamelata, 1447-1453, fusione in bronzo, 340 x 390 cm. Padova, Piazza del Santo

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Indice

Descrizione del Monumento equestre del Gattamelata di Donatello

Monumento equestre del Gattamelata di Donatello particolare del volto
Monumento equestre del Gattamelata di Donatello particolare del volto

Il Gattamelata siede fieramente in sella al suo cavallo. Il condottiero indossa un’armatura di rappresentanza, decorata e finemente cesellata. Il capo è nudo e privo di elmo. La fisionomia è quella di un uomo non più giovane. Con la mano sinistra stringe le redini larghe e decorate. Con la mano destra invece tiene alto lo scettro simbolo di comando attribuito dalla Repubblica di Venezia nel 1438. Una lunga spada con ampia impugnatura pende poi dal fianco sinistro. L’armatura è elegante fornita di corazza per il busto, ginocchietti e lunghi speroni. Il cavallo è possente con gli arti aperti al passo. La zampa anteriore sinistra è sollevata e lo zoccolo poggia su di una sfera. La figura del condottiero è fermamente frontale mentre il cavallo volge leggermente il muso a sinistra.

Interpretazioni e simbologia del Monumento equestre del Gattamelata di Donatello

I monumenti equestri contemporanei a Donatello o del secolo precedente erano monumenti funebri. Sì trovavano al di sopra delle tombe ed erano realizzati in pietra. Simone Martini dipinse l’effige a cavallo di Guidoriccio da Fogliano. Paolo Uccello realizzò il ritratto a cavallo di Giovanni Acuto. Non furono però questi i modelli presi in considerazione da Donatello. Forse il cavallo sul quale siede il condottiero fu ispirato dalla quadriga di San Marco. Si trattò così di un omaggio al governo della Serenissima. Oltre a citare le opere del passato Donatello adattò la rappresentazione al suo presente. Ad esempio il condottiero cavalca come un uomo del quattrocento. Per questo il monumento equestre del Gattamelata accorda idealizzazione classica e realismo psicologico.

Le maggiori dimensioni del cavallo, forse, suggeriscono le capacità di controllo del condottiero. Anche l’espressione dell’animale trasmette il suo carattere irrequieto, dominato con mano leggera e ferma dal condottiero. Il Gattamelata, in vita non fu molto celebrato ma in questo monumento rappresenta un uomo d’arme in grado di governare una potente cavalcatura. La monta rappresentata è quella in uso all’epoca Donatello. Lo testimoniano la forma delle briglie, la sella e gli ornamenti che decorano il corpo dell’animale.

Il monumento al Gattamelata descrive un condottiero moderno

Monumento equestre del Gattamelata di Donatello particolare della piazza
Monumento equestre del Gattamelata di Donatello particolare della piazza

Il Gattamelata è privo di elmo. La sua effige esprime così l’intelligenza del condottiero e non la potenza distruttrice di un guerriero spinto da una forza superiore. Donatello scelse così di realizzare un ritratto del protagonista e non una sua idealizzazione. La fisionomia è infatti quella di un uomo avanti negli anni. Lo scultore preferì esprimere la forza e la determinazione attraverso l’espressione del viso e la postura del corpo.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Gattamelata in realtà si chiamava Erasmo da Narni ed era un capitano di ventura. I suoi eredi commissionarono la statua equestre a Donatello per celebrare la figura del loro congiunto. Il monumento fu eretto nel 1453. Donatello lasciò la città e fu pagato in gran parte dalla vedova del condottiero, Giacoma Bocarini Brunori e dal Senato veneziano con con la cifra di 1650 ducati. Secondo Vasari, autore de Le Vite, il Gattamelata fu la prima opera di Donatello realizzata a Padova. Per questa commissione infatti partì nel 1443 da Firenze. Il Gattamelata morì nello stesso anno. Questa ipotesi, però, non è comunemente condivisa. Per altri la commissione fu del 1446 momento nel quale Donatello cominciava a nutrire una discreta fama. I lavori iniziarono nel 1446. Nella primavera del 1447 lo scultore predispose infatti i modelli per la fusione delle statue del cavaliere e del cavallo.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Il monumento al Gattamelata si trova in piazza del Santo a Padova, di fronte alla Basilica del Santo. Il modello al quale si ispirò Donatello per il monumento al Gattamelata fu con molta probabilità la statua di Marco Aurelio che si trovava a Roma. Esisteva anche un altro esemplare al Regisole di Pavia che però andò perduto nel 1796. La fusione del bronzo non fu di semplice realizzazione. Furono necessari diversi anni di preparazione e tentativi per arrivare alla statua compiuta. Donatello visse a Padova per dieci anni, dal 1443 al 1453.

Il Gattamelata è svincolato da funzioni architettoniche e concepito come statua a se stante. Infatti la statua non fu pensata per essere posta all’interno di una nicchia. Di conseguenza dialoga direttamente con lo spazio circostante. La statua del Gattamelata fu progettata come cenotafio, cioè un monumento funerario privo dei resti, sepolti altrove. La collocazione scelta per posizionare il monumento fu attentamente studiata. Fu scelta una zona antistante la basilica del Santo, leggermente spostata rispetto al centro della facciata. Questa posizione, oltre a porre il cenotafio all’interno di un’importante necropoli del tempo, favorisce maggiore visibilità. Si trovava infatti allineato con una principale via di accesso.

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Lo stile del Monumento equestre del Gattamelata di Donatello

Donatello riscoprì la classicità e soprattutto la statuaria antica. Insieme allo studio delle forme l’artista condusse quindi anche una riscoperta delle tecniche di realizzazione. Infatti la fusione a cera persa era stata abbandonata durante il Medioevo. Il modello classico che Donatello utilizzò per creare la statua equestre del Gattamelata fu quella del Marco Aurelio. Sulla corazza del condottiero si trova la testa di Medusa. Altri elementi decorativi come putti musicanti si notano poi sulla sulla cintura e piccole teste virili riconducono al mondo classico.

Il monumento in bronzo del Gattamelata fu realizzato con la tecnica della cera persa. Donatello ricoprì tale procedura classica già nel San Ludovico di Tolosa del 1421-1425. L’impresa dello scultore ottenne una menzione da Vasari che ne segnalò già nel Cinquecento la grande importanza.

La luce sulla scultura

Il modellato del cavallo descrive ampie zone sulle quali la luce scivola morbidamente e rivela rotondità muscolari. Si creano ombre profonde nella zona degli occhi, del muso e della criniera. In tal modo i particolari del cavallo emergono chiaramente. La figura del Gattamelata è invece molto dettagliata. Le alternanze di luci e ombre rivelano le decorazioni dell’armatura e dei tratti del viso.

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Interazione con lo spazio

La statua equestre del Gattamelata si trova su di un basamento molto alto. Il punto di vista dell’osservatore è basso e determina quindi la sua monumentalità. Tale collocazione crea così una distanza dal passante che si trova in posizione di inferiorità spaziale. Tradizionalmente il piedistallo fu utilizzato per isolare il monumento e rimarcare l’importanza del protagonista. Il Gattamelata non condivide lo spazio del popolo che si trova in basso. Lo spazio nel quale è posto è ideale e senza tempo. La statua è come cristallizzata nella dimensione storica che rende il personaggio eterno. Il monumento è visibile nella sua interezza in posizione laterale privilegiando il lato sinistro. La rappresentazione è quindi molto vicina a quella delle immagini celebrative stampate su medaglie o monete.

La struttura della statua

Il cavallo poggia con lo zoccolo anteriore su di una sfera scolpita. Tale scelta fu di tipo statico e consentì quindi di conferire maggiore equilibrio alla scultura. Lo scettro impugnato dal Gattamelata e il fodero della spada sono obliqui. Il cavallo, invece contribuisce alla composizione determinando una solida orizzontale. Il busto eretto del Gattamelata, invece, si erge in verticale.

Il cavallo che sorregge il Gattamelata ha un aspetto molto potente e rivela proporzioni maggiori. La massa muscolare dell’animale inoltre è mossa da un gesto controllato e sicuro che trasmette molta forza.

Approfondimenti. Donatello rinnovò la tipologia del monumento equestre

Donatello con la sua opera affrontò il tema classico del monumento equestre. Si tratta infatti della prima statua equestre realizzata dopo il lungo periodo medioevale. Il monumento nel basamento presenta due porte. La tomba del Gattamelata, però si trova nella basilica di San Francesco dal 1458. Il monumento realizzato da Donatello rappresenta così un primo esempio di opera pubblica celebrativa con risvolti politici. Nonostante l’importanza celebrata dalla statua del condottiero il Gattamelata non fu considerato un combattente valoroso dai suoi contemporanei.

Con il Gattamelata, Donatello rilanciò così la tradizione del monumento equestre. In Europa si diffuse poi progressivamente fino al XIX secolo. Già nel Quattrocento la statua del condottiero fu un modello per altri monumenti equestri come il monumento a Bartolomeo Colleoni del 1480-1488 del Verrocchio e il monumento a Cosimo I del Giambologna.

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