Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) di Angelo Morbelli

Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) fa parte di una serie di opere dipinte da Angelo Morbelli all’interno del Pio Albergo Trivulzio di Milano.

Angelo Morbelli, Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets), 1903, olio su tela. Tortona, “il Divisionismo” Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona

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Indice

Descrizione di Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) di Angelo Morbelli

Nel dipinto di Angelo Morbelli è raffigurato il grande salone della mensa femminile del Pio Albergo Trivulzio. Sul fondo del salone le panche sono occupate da molte anziane. In primo piano, su un tavolo isolato, siedono altre donne. Quattro di esse sono illuminate e in primo piano. Le anziane sono assorte nei loro pensieri, comunicano tra di loro, forse pregano. L’unica a non portare il fazzoletto nero sul capo è quella in primo piano. Il suo sguardo è triste e sembra ricordare il passato.

La sua compagna di sinistra sembra assopita mentre sul volto della terza compare un’espressione di preoccupazione. L’ultima a sinistra, infine, ha un volto inespressivo e pare attendere pazientemente che termini il pranzo. Sul tavolo, di fronte alle donne, le scodelle sono impilate al centro. La bottiglie di vino sono chiuse da tappi di sughero e i bicchieri pieni, in attesa del pranzo. Il piccolo imbuto, appoggiato al contrario, serve per versare nelle bottiglie il vino avanzato. Di fronte ad ogni donna sono presenti un pezzo di pane e due posate

Interpretazioni e simbologia di Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli dipinse Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) ritraendo ospiti e ambienti del Pio Albergo Trivulzio di Milano. I due grandi saloni riconvertiti in sala mensa erano un tempo le scuderie del Palazzo Trivulzio. L’artista mise in risalto la fisionomia delle anziane e le stoviglie posate sul tavolo. Il titolo sembra riferirsi ai pensieri di una delle donne in primo piano. Oppure, si tratta di un pensiero comune a tutte le anziane.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il dipinto fu esposto in occasione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1903. Morbelli ottenne, eccezionalmente di esporre tutte le sei opere insieme. Fradeletto, il Segretario Generale della Biennale d’Arte, convinse l’onorevole Gaspare Gussoni, industriale lombardo, ad acquistare l’opera. Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) si trova ora presso la Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona

L’artista e la società. La storia dell’opera

Angelo Morbelli allestì uno studio all’interno del Pio Albergo Trivulzio per realizzare le opere che fecero poi parte del Poema della Vecchiaia. La serie è composta da sei dipinti: Il Natale dei rimasti, Vecchie Calzette, I due inverni, Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets), La Sedia vuota e Siesta invernale. Del dipinto esiste una seconda versione realizzata nel 1905 intitolata Refettorio. Questa versione dopo l’acquisto, riapparve ad una mostra, ad Alessandria, nel 1953 che celebrava il centenario della nascita di Morbelli. L’opera è stata rintracciata grazie al catalogo della mostra e riproposta in asta in 20 ottobre 2018.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) di Angelo Morbelli

Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) è un dipinto divisionista. Angelo Morbelli iniziò la sua ricerca intorno al 1891, data ufficiale della nascita del Divisionismo in Italia. Il divisionismo italiano si avvicina al Puntinismo francese di Georges Seurat. Nel caso degli autori italiani, però si nota una maggiore morbidezza delle forme che rimangono reali come nel caso dei dipinti di Morbelli. Con Angelo Morbelli sperimentarono la tecnica divisionista anche Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Morbelli, nel progettare le sue opere fece uso della fotografia. Questa scelta fu criticata dal suo collega Segantini propenso, invece, alla pittura dal vero.

La tecnica di Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli accostò puntini e minute pennellate di colore puro. La loro fusione sulla retina dell’occhio umano permette di percepire campiture brillanti e vibranti.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto di Angelo Morbelli intitolato Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) presenta una impostazione cromatica calda. Il colore più diffuso è l’ocra-scuro che ricopre il pavimento, le pareti, le panche, il pavimento e si diffonde nelle ombre. Il granata del vino e degli scialli, inoltre, è il colore più evidente. La parte alta dei muri, invece è di una tonalità più chiara mentre quasi bianche sono le tovaglie. All’interno dei bicchieri brilla il vino rosso mentre gli scialli delle anziane donne sono color granata. I loro abiti sono neri come i fazzoletti che indossano sul capo.

Sulla parete di sinistra si apre una finestra la cui chiarezza genera un deciso contrasto di luminosità con le pareti in ombra. Accesi contrasti sono anche presenti sul primo piano, tra i volti e i fazzoletti neri. Anche la tovaglia bianca mette in evidenza il rosso del vino e le stoviglie più scure poggiate su di essa. Sul pane e sulle stoviglie sono presenti forti contrasti tra luce ed ombra. Il rosso delle mantelline si trova in contrasto di saturazione con il resto del dipinto, di colore più grigio. Le anziane sedute sul fondo sono dipinte con colori che non creano contrasti di luminosità ma confondono le figure.

La luce nel dipinto

La luce esterna che proviene dalla finestra di fondo illumina debolmente la parete e le commensali. Invece, il tavolo nel primo piano è illuminato direttamente da un raggio di sole. Sul tavolo di fondo la luce è debole e il chiaroscuro è appiattito. In primo piano, invece, i volti sono completamente illuminati come la parte del tavolo sul quale pranzano le ospiti. Le ombre poco profonde, sui loro volti, mettono in rilievo le fisionomie. Anche le mantelline assumono una certa consistenza grazie alle ombre morbide che ne mettono in risalto il tessuto. Sul tavolo, dalla base delle stoviglie, si allungano le ombre proiettate sulla tovaglia chiara. I bicchieri e le bottiglie acquistano volume grazie ai riflessi e che valorizzano la trasparenza del vetro.

Lo spazio

Lo spazio interno del salone adibito alla mensa femminile è descritto da una rigorosa prospettiva geometrica. I punti di fuga di destra e di sinistra sono posti oltre i bordi del dipinto. Questa scelta permette di espandere lo spazio rappresentare e rendere una sensazione di grande ampiezza. Le due finestre dipinte a sinistra sono profondamente strombate all’interno della parete. Tale profondità permette di cogliere lo spessore del muro e determina una maggiore descrizione spaziale. Il punto di vista dal quale Angelo Morbelli riprese la scena genera una notevole resa ambientale. Infatti le panche sono poste in obliquo e lo sguardo dell’osservatore è portato a scorrere tutta la larghezza e l’intera profondità del salone. Le donne raffigurate in primo piano sono molto dettagliate. La dimensione della loro figura, confrontata con quella delle ospiti sul fondo, permette di misurare le distanze.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto intitolato Mi ricordo quand’ero fanciulla (Entremets) è un dipinto a sviluppo orizzontale. La parte superiore dell’opera è occupata dalle due pareti che si incontrano nello spigolo di sinistra. Invece, due terzi della sua altezza sono riservati alle anziane ospiti del Pio Albergo Trivulzio. Quindi, gran parte della superficie dell’opera è destinata al soggetto principale. Al centro delle diagonali dell’opera si trova la donna pensosa in primo piano che sembra essere la protagonista del dipinto. Le due file di panche sono disposte in obliquo. La composizione è, così, costruita su un asse che parte da destra e sale leggermente verso sinistra. Tale orientamento rende il dipinto maggiormente dinamico rispetto ad una rappresentazione frontale dei tavoli.

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