Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna

Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna fu commissionata da Francesco de Medici per decorare la Sala grande di Palazzo Vecchio a Firenze.

Giambologna, Firenze vittoriosa su Pisa, 1575 ca., marmo, altezza 262 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello

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Indice

Descrizione del gruppo Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna

Una figura femminile nuda in posizione verticale costringe a terra un uomo anch’esso nudo. La giovane donna avvolge intorno alla sua gamba sinistra un panno e si volge verso la destra dell’osservatore. Posa inoltre la gamba destra sulla schiena dell’uomo inginocchiato. Il prigioniero è flesso verso terra e immobile. Tra le sue gambe, infine si intravede una volpe accucciata.

Interpretazioni e simbologia dell’opera Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna

La giovane donna rappresentata nel gruppo scultoreo è Firenze. L’uomo con la barba invece personifica la città di Pisa. Fra le gambe dell’uomo inoltre è presente una volpe alla quale sono associate l’insidia e l’astuzia.

I contemporanei del Giambologna apprezzarono la scultura riconoscendola come una delle migliori dell’artista. Gli studiosi pur considerando che l’opera rappresenta in senso allegorico Firenze che sottomette la città di Siena, trovano in essa un significato più ampio. Alcuni indicano la un soggetto vittorioso su l’oppressore. Altri invece immaginano la Virtù che sconfigge il Vizio.

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I committenti, le collezioni e la storia espositiva e la collocazione

Francesco de Medici commissionò il gruppo scultoreo al Giambologna nel 1565. La commissione è infatti documentata da due scritti del 1566 che testimoniano il pagamento di 30 fiorini all’autore indicato come lo scultore fiammingo Giambologna.

L’opera d’arte era destinata a decorare la sala grande di Palazzo Vecchio e formare un pendant alla statua di Michelangelo intitolata Vittoria. Sopra di essa poi si poteva ammirare l’affresco eseguito sul soffitto che celebra il Trionfo dopo la Vittoria su Pisa.

La scultura del Giambologna rimase nel Salone fino al 1865. Firenze divenne capitale del Regno d’Italia e il Salone fu trasformato in Camera dei Deputati. Tutte le opere nel corso del 1868 furono così trasferite al Museo Nazionale del Bargello. La Galleria dell’Accademia per molto tempo ospitò la prima versione in gesso. Nel 1980 però trovò posto nella collocazione originaria del marmo nel Salone grande di Palazzo Vecchio.

L’artista e la società. La storia dell’opera Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna

Giambologna prima di procedere con la scultura in marmo realizzò un modello in gesso a grandezza reale. L’artista infatti eseguì una prima versione da esporre durante le nozze di Francesco dei Medici e Giovanna d’Austria il 1 dicembre 1565. La statua fu anche esposta in occasione dei funerali di Cosimo I nel 1574 sempre nella Sala grande di Palazzo Vecchio.

Su un documento del 28 febbraio 1573 è riportato l’ordine per un blocco di marmo destinato ad una scultura del Giambologna per il Salone di Palazzo Ducale.

Giambologna infine consegnò l’opera che venne esposta nel 1589 in occasione del matrimonio di Ferdinando I dei Medici e Cristina di Lorena.

Grazie alla modellazione di alta qualità nel passato, lo storico dell’arte Cicognara attribuì la scultura a Michelangelo.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Firenze vittoriosa su Pisa di Giambologna

Il vero nome di Giambologna era Jean de Boulogne. L’artista nacque a Douai nel 1529. Dopo un breve apprendistato presso lo scultore Jean Dubroeucq a Mons giunse a Roma nel 1550 per studiare le opere di Michelangelo e le sculture classiche. Lo scultore si trasferì poi a Firenze nel 1552. Il Giambologna è considerato un influente artista manierista. Infatti la sua eredità artistica si protrasse per lungo tempo a Firenze anche dopo la sua morte.

Le figure umane scolpite da Giambologna presentano chiari riferimenti alle opere dei classici. La cifra più evidente è infatti il profilo della giovane donna che ricorda le fisionomie delle statue greche. I modellati dei corpi fanno poi riferimento allo stile di Michelangelo nella solidità e perfezione delle forme anatomiche.

Infine la torsione del corpo della giovane e le posture dinamiche rappresentano una tipica cifra manierista. Infatti oltre alle proporzioni dei corpi che si allungano, i personaggi assumono pose elaborate e contorte, a volte eccessivamente virtuosistiche.

La tecnica

La scultura del Giambologna fu realizzata in marmo mentre il prototipo precedente in gesso.

La luce sulla scultura

La luce rivela interamente il corpo della donna. Infatti nella parte alta del gruppo tutte le forme sono esposte all’illuminazione ambientale. Nella parte inferiore invece si formano profonde ombre che creano un maggiore chiaroscuro e rendono più drammatica la rappresentazione del corpo del prigioniero.

Rapporto con lo spazio

Firenze vittoriosa su Pisa è una scultura a tutto tondo. La sua fruizione però è completa con il corpo della giovane in posizione frontale.

La struttura

La struttura compositiva del gruppo statuario del Giambologna si apprezza con una visione frontale. Il corpo del prigioniero inginocchiato e flesso crea una solida base all’intera scultura. Le forme si restringono poi verso l’alto a formare una struttura triangolare che da slancio alla figura della donna vittoriosa.

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Bibliografia

  • Charles Avery, Giambologna, 1 gennaio 2002, Phaidon, EAN: 9780714829531
  • Donatella Pegazzano, Giambologna. Ediz. illustrata, 11 aprile 2007, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809045293

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 agosto 2021.

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