Il Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia di Giovanni Pisano

Giovanni Pisano realizzò il pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia allontanandosi dal modello utilizzato dal padre Nicola per i pulpiti di Siena e di Pisa.

Giovanni Pisano, Pulpito, 1298-1301, rilievi in marmo bianco, colonne in porfido, 455 h cm. Pistoia, Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea

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Indice

Descrizione Il Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia di Giovanni Pisano

Il pulpito è in posizione elevata ed è sostenuto da sei colonne perimetrali e una centrale. Due colonne sono sorrette da leoni stilofori. Un’altra, invece, è sostenuta da un telamone ricurvo. La colonna centrale invece è sostenuta da un leone alato, da un’aquila e da un grifone.

Sibille e profeti sono scolpiti a figura intera e posti su mensole oltre i capitelli. Una sibilla si rivolge, con un gesto improvviso, verso l’angelo che si trova alle sue spalle. Inoltre, i cinque parapetti del pulpito sono illustrati con storie della vita di Cristo, mentre il sesto è sostituito dall’accesso al pulpito.

Gli episodi rappresentati all’interno dei rilievi sono: Annunciazione, Natività, Bagno di Gesù e Annuncio ai pastori, Sogno e adorazione dei Magi, Strage degli Innocenti, Crocifissione e Giudizio Universale.

Interpretazioni e simbologia Il Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia di Giovanni Pisano

Le scene scolpite sul pergamo si ispirano ai modelli iconografici di Nicola Pisano. Vi sono, poi, allegorie sui pennacchi degli archetti. Inoltre, sono presenti sei sibille e dieci profeti. Questi personaggi rappresentano il mondo cristiano e quello pagano. Rispetto al pulpito scolpito dal padre, quello di Giovanni Pisano condivide lo stesso repertorio iconografico.

Le scene sono le stesse. È diversa l’interpretazione e l’impostazione compositiva. Le scene scolpite da Giovanni Pisano raccontano gli episodi principali ed episodi secondari. Le narrazioni sono integrate parzialmente e figurativamente. Inoltre i cinque pannelli sono collegati tra di loro attraverso sculture angolari. In questo modo si crea un effetto sequenziale nel racconto.

Il telamone (dal greco antico: Τελαμών, Telamón) è una figura tratta dalla mitologia greca. L’Argonauta Telamone era figlio di Eaco e di Endeide, figlia di Chirone. In architettura il telamone è una struttura di sostegno e decorativa che si trova sotto mensole, logge e balconi o usato al posto di una intera colonna, il capitello o il basamento.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

È visibile un’iscrizione latina posta tra le arcatelle e i parapetti del pergamo. Secondo tale fonte il committente del pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia fu un certo Arnoldo. Andrea Vitelli e Tino di Vitale furono i tesorieri. Nell’iscrizione è anche citato Giovanni Pisano in qualità di lodato artista che seppe superare il padre nella realizzazione del pulpito. La scultura che riproduce il simbolo di San Giovanni, l’aquila che regge il libro, è una copia. L’originale, infatti, fu sottratto in seguito ai fatti bellici della Seconda Guerra Mondiale. Attualmente si trova presso il Metropolitan Museum di New York.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Giovanni Pisano iniziò a scolpire il pulpito che si trova nella Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia nel 1298. Secondo gli storici l’opera fu terminata nel 1301, ma non sono disponibili molte testimonianze dell’epoca.

Giovanni Pisano nacque nel 1245 a Pisa e morì a Siena nel 1318 e crebbe in una famiglia di artisti. Il padre, Nicola Pisano, era a capo di un’importante bottega. Erano entrambi architetti. Ha viaggiato in Francia dove si è avvicinato al gotico internazionale.

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Lo stile del pulpito della Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia di Giovanni Pisano

Solitamente, per comprendere le peculiarità dell’opera, il pulpito della chiesa di Sant’Andrea di Pistoia si confronta con i pulpiti realizzati dal padre dell’artista, Nicola Pisano. Si tratta del pulpito del Battistero di Pisa e di quello del Duomo di Siena. Nell’insieme, l’architettura del pulpito di Giovanni Pisano ha un deciso slancio verso l’alto. Sono, infatti, gli archetti a sesto acuto e l’aspetto gotico a rendere il pulpito di Sant’Andrea più leggero di quello del Duomo di Siena di Nicola Pisano.

Le figure scolpite dei personaggi creano un intenso chiaroscuro. Inoltre, si crea un accentuato movimento grazie al risalto che Giovanni Pisano riserva alle linee compositive dinamiche. Infatti il modellato dei corpi è essenziale, i gesti sono espressivi e i panneggi animati dal movimento dei corpi. La decorazione scolpita è molto ricca. Rispetto al pulpito del padre, nel duomo di Siena, l’opera di Giovanni Pisano non mostra lo stesso senso di equilibrio. Inoltre, i personaggi sono meno curati nei dettagli ma scolpiti in modo sommario. Tale linguaggio, però, determina una maggiore resa espressiva derivata dalla sintesi volumetrica e descrittiva.

La luce sul pulpito

I rilievi del pergamo sono molto difformi. Infatti i personaggi sono scolpiti a diversi livelli. Questa scelta contribuisce a rendere le scene molto contrastate. L’illuminazione, infatti, crea intensi effetti di luce ed ombra.

Interazione con lo spazio circostante

Lo spazio che si viene a creare, intorno e dentro il pulpito, è movimentato e suggerisce all’osservatore di girare intorno alla struttura per apprezzare le tante scene scolpite e le sculture.

La struttura del pulpito di Giovanni Pisano

Il pulpito di Sant’Andrea di Pistoia ha una struttura simile a quella del pulpito del Battistero di Pisa. La forma è esagonale e la parte superiore poggia su sette colonne. Sei di queste si trovano ai vertici e una in centro. Giovanni Pisano progettò i rilievi del parapetto sul modello del pulpito di Siena. I pannelli sono intervallati da figure scolpite sugli angoli. Gli archetti che sostengono la parte superiore sono trilobati e a sesto acuto. Rispetto al pulpito di Siena, quello di Sant’Andrea ha un maggiore slancio verticale. I personaggi scolpiti nei rilievi affollano le scene e le animano con i loro movimenti.

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