I tre Filosofi di Giorgione è un’opera enigmatica che ha acceso le fantasie interpretative di molti intellettuali e storici dell’arte. I tre personaggi hanno età diverse e paiono matematici o astronomi inoltre le loro figure sono allegorie del sapere umano.
Giorgione da Castelfranco, I tre Filosofi, 1508-1509 circa, olio su tela, 123 x 5 x 144,5 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum
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Indice
Descrizione de I tre Filosofi di Giorgione da Castelfranco
Nel dipinto intitolato I tre Filosofi realizzato da Giorgione intorno al 1508 sono raffigurati tre uomini. Un anziano saggio con una folta lunga barba si trova a destra. Tiene tra le mani un foglio sul quale compaiono dei complessi calcoli astronomici. Si legge la scritta “celus” mentre a sinistra tiene un compasso. Al centro vi è un uomo abbigliato con vesti orientali, un turbante ed una doppia tunica. Verso il centro si trova un giovane seduto con un abbigliamento che ricorda l’antica Grecia. Tra le mani stringe un compasso e una squadra utili forse per il calcolo geometrico. Intorno a loro si sviluppa un folto bosco soprattutto sulla destra. Infatti dietro all’uomo anziano sono dipinte alcune fronde in ombra. Verso il centro i tronchi invece sono liberi e privi di foglie. Sulla sinistra si innalza una rupe sulla quale sono aggrappate alcune piante rampicanti.
Interpretazioni e simbologia de I tre Filosofi di Giorgione da Castelfranco
Una prima interpretazione identifica i tre uomini come i Magi in procinto di presentarsi alla Sacra Famiglia. In altri casi si è parlato di matematici, astronomi o figure allegoriche. Non sono però raffigurati i doni e la grotta che si apre sotto la rupe non indica se vi possa essere qualcuno al suo interno. Una interpretazione più accettata comunemente è che siano tre figure allegoriche. I tre uomini Infatti a partire dall’anziano di destra appartengono alle tre età dell’uomo che si possono interpretare come tre età dello stadio del pensiero umano.
L’anziano con la lunga barba rappresenta il medioevo, l’uomo con vesti orientali invece il pensiero e la cultura araba. Infine il giovane seduto con abbigliamenti neoclassici rappresenta il pensiero rinascimentale. Anche la rappresentazione del viso è propria per ognuno di loro. Il giovane è dipinto di profilo, l’uomo maturo frontalmente e l’anziano di tre quarti.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il dipinto intitolato I tre Filosofi fu realizzato da Giorgione su commissione di Taddeo Contarini. Così scrive lo storico di Venezia Marcantonio Michiel nel suo resoconto “Notizia d’opere del disegno” del 1525. Notizie certe lo segnalano nel 1636 presso Bartolomeo della Nave a Venezia. Fu poi venduto nel 1638 al signor Hamilton e quindi a Leopoldo Guglielmo d’Austria.
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Lo stile de I tre Filosofi di Giorgione da Castelfranco
I tre Filosofi fu dipinta da Giorgione direttamente, senza disegno. Alcune indagini radiografiche rivelano infatti dei ripensamenti del maestro. Il chiaroscuro pur essendo un ingrediente di secondo piano nell’opera di Giorgione, è presente nella costruzione dei personaggi. Di grande importanza il linguaggio tonale che utilizza le diverse gradazioni di toni per costruire lo spazio. Si ritrova, inoltre l’uso della prospettiva aerea e una disposizione classica delle figure. Soprattutto la parte sinistra con la rupe ombrosa ricorda le atmosfere di Leonardo. Sul versante del contenuto Giorgione utilizzò nuovi soggetti. Il maestro infatti elaborò nuovi temi figurativi simbolici e allegorici molto amati dai suoi committenti veneziani che frequentavano gli ambienti umanistici della città.
Il colore e l’illuminazione
Nell’opera si nota un’attenzione particolare di Giorgione verso il colore. Il disegno diventa una componente secondaria e ha solamente funzione di progettazione. I vari toni del colore costruiscono lo spazio all’interno dell’immagine. Giorgione utilizzò un passaggio graduale di tonalità cromatiche per dare l’illusione di profondità. Prendendo ad esempio i dipinti di Leonardo utilizzò i colori freddi blu e viola per le lontananze. Per le parti in primo piano invece il maestro di Castelfranco utilizzo i colori caldi come il rosso, l’arancio e il giallo. Per ottenere questi effetti di prospettiva aerea dipinse con una variante della pittura ad olio. Al posto della tavola di legno rivestita di tela Giorgione tese la tela su di un telaio.
In primo piano I colori sono caldi e saturi. Il giallo colora la veste del vecchio saggio, il rosso la veste dell’uomo orientale e un verde saturo è utilizzato per il mantello dell’uomo greco. Il primo piano è dipinto con marrone, ocra e verde molto caldi. In secondo piano invece la natura perde intensità e vira sul grigio. Le colline sullo sfondo sono evidentemente azzurre mentre il cielo è grigio con un leggero tono di blu.
Lo spazio
Il maestro nella progettazione dello spazio non usò la rigida prospettiva lineare. Ricorse invece al colore e alla prospettiva aerea. Per creare il senso dello spazio Giorgione utilizzò inoltre una disposizione scenografica dei personaggi. I tre uomini sono disposti verso il centro con tre posizioni diverse che organizzano lo spazio diversamente intorno a loro. Il gruppo determina così una precisa interpretazione dell’ambiente fisico in primo piano. La profondità è poi determinata dal forte controluce che mette in evidenza il paesaggio lontano dipinto in centro.
La composizione e l’inquadratura
La composizione viene ancorata verso il centro dal forte contrasto tra la rupe e gli alberi in ombra e il paesaggio luminoso che si intravede. Si forma così una zona ovale chiara che comprende paesaggio e figure. La rupe a sinistra e gli alberi a destra creano una cornice scura che mette in risalto la scena e dilata lo spazio orizzontalmente. In coincidenza della diagonale che sale da sinistra in basso si trova la linea d’ombra ai piedi della rupe. Poi il corpo del giovane seduto, il busto dell’uomo centrale e le chiome degli alberi a destra. Anche la diagonale che sale da destra in basso viene sfruttata appoggiando su di essa i corpi dei due anziani in piedi.
Approfondimenti. Il tonalismo veneto e Giorgione
Giorgione si interessò soprattutto alla costruzione dell’immagine attraverso l’uso e l’accostamento di colori. La sua tecnica che sarà utilizzata da gli altri pittori veneziani quali Tiziano e successivamente Tintoretto si definisce tonalismo. Ognuno di questi artisti utilizzò un proprio stile adeguato alle personali concezioni estetiche. Giorgione da Castelfranco fu il primo a sperimentare uno stile alternativo al disegno fiorentino basato sulla linea e sul disegno. L’artista approfondì la prospettiva aerea e lo sfumato ideati da Leonardo. Il maestro infatti soggiornò nel 1500 a Venezia. Inoltre Giorgione si ispirò alle intuizioni tecniche del maestro Giovanni Bellini creando dipinti nei quali le figure e gli sfondi si fondono attraverso luce e colore per creare un’unica atmosfera. Giorgione spesso trascurò il disegno per dipingere direttamente sulla superficie della tela. Di lui rimangono poche opere e I tre filosofi è una di quelle più conosciute.
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