La Crocifissione bianca di Marc Chagall

La Crocifissione bianca di Marc Chagall rappresenta la sofferenza del popolo ebraico in seguito alle leggi razziali del primo Novecento.

Marc Chagall, La Crocifissione bianca, 1938, olio su tela, 155 x 140 cm. Chicago, The Art Institute

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Indice

Descrizione de La Crocifissione bianca di Marc Chagall

Cristo in croce è dipinto al centro dell’opera circondato da figure che rappresentano l’oppressione del popolo ebraico. Cristo ha gli occhi chiusi ed è morto. Un tallit stretto intorno ai fianchi copre il suo corpo bianco e privo di vita. Il capo è incorniciato da un’aureola bianca. Al sommo della croce si legge la scritta con la condanna di Cristo mentre una scala corta è appoggiata sulla destra. Un fascio di luce bianca investe direttamente la croce dall’alto a destra.

Un fuoco bianco che brucia alcuni volumi delle Sacre Scritture nasce dall’angolo in basso a destra e corre verso la croce. Intanto un uomo scappa con un sacco di oggetti sulle spalle. Più in alto un militare in divisa e stivali neri incendia una sinagoga. Un uomo mette in salvo i rotoli della legge che si trovano in un armadio. Le due tavole dei dieci comandamenti sono riposte in alto e accanto a loro è dipinta la stella di Davide. I soldati dell’armata rossa avanzano sventolando le bandiere.

I tre uomini e la donna che compaiono nella zona superiore accanto alla croce si disperano per la distruzione che li circonda. Piangono coprendosi il viso con le mani mentre due di loro due aprono le braccia e pregano. Tre case capovolte e in preda alle fiamme si trovano sulla sinistra. Al centro tre persone fuggono dal disastro. In basso, poi alcuni viaggiatori su di una barca cercano di attraccare alla riva. Un altro gruppo di uomini invece mette in salvo una Torah arrotolata in basso a sinistra. Ai piedi della Croce, una Menorah illumina e veglia con le candele accese il corpo di Cristo crocifisso. Infine, una madre accanto alla Menorah protegge il piccolo figlio coprendo il suo viso con la mano.

Interpretazioni e simbologia de La Crocifissione bianca di Marc Chagall

La Crocifissione bianca di Marc Chagall descrisse prima di tante altre opere il dramma degli ebrei in Europa sul finire degli anni Trenta del Novecento. Il Cristo dipinto da Marc Chagall prende le forme dei personaggi delle sue opere che si ispirano alle tradizioni della sua patria di origine, la Russia. L’opera fu ispirata alla persecuzione degli ebrei del primo Novecento in Europa centrale e orientale. Chagall raffigura una scena ideale, che rappresenta la sofferenza umana attraverso la raffigurazione di simboli ed immagini iconiche.

Al centro del dipinto la grande figura di Cristo crocifisso rappresenta il simbolo dell’ebraismo. Intorno a Gesù le scene ricordano la distruzione e persecuzione subite dal popolo ebraico. Il tallit che copre il corpo di Cristo è uno scialle cerimoniale che gli uomini indossano durante la preghiera ebraica. In alto, sulla croce la scritta in latino INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum) proviene dalla tradizione cristiano-cattolica. Il testo si traduce in lingua italiana come “Gesù Nazareno Re dei Giudei” e descrive la sua condanna. Invece la scritta che compare al di sotto è in lingua ebraica.

Marc Chagall e la tradizione figurativa cristiano-cattolica occidentale

Chagall, ebreo, crebbe in Russia in un contesto sociale cristiano ortodosso e ostile alla cultura ebraica. Per questo fu molto legato alla figura del rabbino che si prende cura del poveri, come raccomandano le scritture dell’Antico Testamento. Inoltre Chagall era colto e aveva letto attentamente anche i Vangeli e accolse la figura di Gesù come il martire ebreo che si sacrifica per il bene dell’umanità. Chagall conosceva anche le opere della tradizione figurativa cristiano-cattolica. La sua immagine di Cristo con gli occhi chiusi sembra quindi citare i dipinti in cui Gesù è raffigurato dormiente sulla croce. Questo sonno è solo una morte apparente e Cristo aprirà i suoi occhi il mattino di Pasqua.

Cristo come martire ebreo

La tradizionale corona di spine che Cristo indossa sul capo è sostituita da una stoffa bianca. La scala potrebbe essere il simbolo del collegamento tra il cielo e la terra qui di tra l’uomo e Dio. Le persone raffigurate all’interno della piccola imbarcazione sono profughi ebrei. Nell’angolo in basso a sinistra. Nel dipinto è raffigurata una Torah, la Legge Ebraica, che viene messa in salvo prima di ogni cosa. La Menorah è il candelabro a sette braccia che ricordano i sette giorni della creazione come descritto nel libro della Genesi della Bibbia.

La sinagoga in fiamme fa riferimento alle sinagoghe bruciate durante la Seconda Guerra Mondiale. Chagall dipingendo la figura di Cristo allude alle persecuzioni verso il popolo ebraico e alla uccisione di milioni di innocenti. Inoltre compie un’operazione di comunione tra la religione ebraica e quella cristiano-cattolica. L’artista considerava Gesù un rabbino dell’epoca che prestava aiuto a bisognosi e perseguitati. Spogliandolo dalla connotazione di re dei giudei e figlio di Dio lo concepiva come l’archetipo del martire ebreo di ogni epoca.

I progrom

Nel dipinto è raffigurata simbolicamente la distruzione compiuta dai soldati delle pogrom. Si tratta di razzie antisemite, compiute tra il 1881 e il 1921 dai soldati dell’esercito russo contro gli ebrei. Anche i comunisti di Stalin portarono avanti una terribile persecuzione contro gli ebrei negli Anni Trenta del Novecento. Infine al termine della Seconda Guerra Mondiale, altri pogrom vennero condotti contro i sopravvissuti alla Shoah.

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La Crocifissione bianca di Marc Chagall è custodita presso il The Art Institute di Chicago.

L’artista e la società. La storia de La Crocifissione bianca di Marc Chagall

Il dipinto di Chagall risale al 1938 nel periodo in cui nasceva la persecuzione ebraica nella Germania nazista. Nel 1942 l’artista dipinse la Crocifissione gialla.

In una intervista dell’aprile 2017, Papa Francesco inserì il dipinto di Chagall tra i suoi quadri preferiti.

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Lo stile de La Crocifissione bianca di Marc Chagall

Marc Chagall fu un artista presente a Parigi dai primi anni del Novecento. Insieme ad altri giovani artisti contribuì ad animare la cultura dell’epoca in un contesto artistico detto École de Paris. Chagall non aderì ad una avanguardia in particolare ma recepì alcune caratteristiche che utilizzò per creare il suo linguaggio figurativo. Nelle sue opere si colgono così influenze dal Surrealismo, dai Fauves e soggetti che provengono dalla tradizione della sua nativa Russia. Nei dipinti di Chagall infatti sono presenti scene oniriche dipinte con colori saturi anti-naturalistici.

La tecnica

Crocifissione bianca è un dipinto ad olio realizzato su una tela di 155 centimetri di altezza per 140 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Nel dipinto di Chagall prevale il colore bianco dello sfondo che viene indicato nel titolo dell’opera. Nelle scene distribuite intorno alla figura di Cristo compaiono poi colori più accesi come il rosso delle fiamme.

La scena irreale che appare nel dipinto di Chagall non è rivelata da una illuminazione coerente. Infatti le scene che animano la Crocifissione bianca sono illuminate da luci diverse come le fiamme che divorano le case.

Lo spazio

La figura di Cristo occupa gran parte dello spazio pittorico. Intorno ad essa sono disposte le scene con la distruzione dei villaggi e le aggressioni dei soldati. Chagall quindi non progettò uno spazio coerente ma le diverse rappresentazioni sono unite dal colore e si compenetrano formalmente.

La composizione e l’inquadratura

L’opera di Chagall è di forma rettangolare e sviluppo verticale. Cristo sulla croce è inclinato e la sua posizione, leggermente obliqua, partecipa al drammatico dinamismo determinato dalle scene di distruzione.

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Bibliografia

  • Marc Chagall, La mia vita, SE, Collana: Saggi e documenti del Novecento, 2012, EAN: 9788877109446

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 17 febbraio 2021.

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