La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix

La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix ritrae il re assiro che distrugge il suo palazzo e si suicida per non cadere in mano ai rivoltosi.

Eugène Delacroix, La morte di Sardanapalo, 1827, olio su tela, 395 x 425 cm. Parigi, Musée du Louvre

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Indice

Descrizione de La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix

Il sovrano è steso sul letto a sinistra e osserva impassibile la scena di morte che si svolge di fronte a lui mentre attende la coppa di veleno. Sardanapalo è disteso su un’ampia coperta rossa, avvolto in un telo bianco. Il monumentale letto si innalza al centro della grande stanza e agli angoli della base sono scolpite due teste di elefante. A sinistra del re giunge una serva con la caraffa e la coppa avvelenata. I soldati intanto inseguono le sue giovani amanti che cercano di sottrarsi alla morte terrorizzate.

A destra infatti un soldato infila un pugnale nel collo di una giovane. Un’altra giace già morta sul letto di Sardanapalo. A sinistra un soldato di colore pugnala persino il cavallo del re trattenendolo dalle briglie rosse. L’animale spaventato sembra consapevole di ciò che sta avvenendo e solleva le gambe anteriori. Una schiava poi stringe la testa tra le mani e attende la morte. Un altro a destra supplica poi in direzione del re che rimane impassibile. In basso è sparso il tesoro che attende di essere bruciato insieme ai servi e al palazzo reale. La città brucia in lontananza.

Interpretazioni e simbologia de La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix

Il re assiro Sardanapalo fu un potente sovrano leggendario. Secondo la leggenda greca Sardanapalo si suicidò nel suo palazzo per non consegnarsi ai rivoltosi che lo assediavano.

Le fiamme che si propagano anticipano la drammatica fine del re. I corpi di soldati e concubine creano poi un’atmosfera vagamente sensuale. La cortigiana del re Sardanapalo che giace sul suo letto è probabilmente Myrrha, la sua preferita. In alto e a destra si nota inoltre il corpo di una donna appeso. Si tratta di Aischeh che si è impiccata come precisò lo stesso Delacroix nel libretto di presentazione del Salon parigino.

Le fonti artistiche, letterarie e storiche

La tragedia di Byron intitolata Sardanapalus e dedicata a Goethe ha ispirato il dipinto di Delacroix. L’artista attinse inoltre a una serie di fonti per progettare questa impegnativa opera. Delacroix infatti consultò gli scritti di Diodoro di Sicilia e del contemporaneo Victor Hugo.

Inoltre prese in considerazione l’opera lirica intitolata Armida composta da Gioacchino Rossini su libretto di Giovanni Schmidt. La prima si tenne l’11 novembre 1817 al Teatro San Carlo di Napoli. Il soggetto è ispirato al poema di Torquato Tasso intitolato Gerusalemme liberata del 1575.

I gruppi dei personaggi ricordano per la loro drammaticità alcune figure bibliche. Poi i dipinti di Charles le Brun sulla vita di Alessandro, o il massacro dei principi raffigurato ne I funerali di Patroclo di Jacques-Louis David.

Figurativamente gli storici identificano nel dipinto allusioni provenienti dalla scultura etrusca, da miniature persiane e studi su costumi indiani.

Sardanapalo adagiato nel suo letto scarlatto somiglia a un sultano Mughal o Qajar. Inoltre ricorda il personaggio del dipinto Michelangelo nel suo studio di Delacroix del 1849-1850 del Musée Fabre, Méditerranée Métropole de Montpellier. La stessa posa si ritrova anche nel Geremia di Rembrandt che piange la distruzione di Gerusalemme o in Eraclito nella Scuola di Atene di Raffaello.

Alcuni storici segnalano la somiglianza delle giovani figure di donna con quelle dipinte da Correggio e da Rubens.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix si trova al museo del Louvre a Parigi. Il Louvre ottenne il dipinto di Delacroix grazie al lascito di Maurice Audéoud del 1921. L’opera comparve al Salon del 1828 ma non ottenne grandi riconoscimenti. Anzi gli accademici classicisti ne furono scandalizzati e preferirono l’Apoteosi di Omero di Ingres che rientrava nei canoni del Neoclassicismo. Inoltre segnalarono alcuni errori nel disegno delle figure. Lo scrittore Stendhal criticò fortemente l’opera e accusò Delacroix di satanismo.

Il poeta simbolista francese Baudelaire invece apprezzò l’opera anche grazie alla sua esperienza di critico d’arte. Baudelaire fu ammirato soprattutto dalle tonalità calde del dipinto e dall’uso del rosso che suggerisce la passionalità, richiama il sangue e la distruzione del fuoco. Inoltre difese l’artista segnalando la potenza delle sue invenzioni sceniche.

L’artista e la società. La storia dell’opera La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix

La morte di Sardanapalo (La Mort de Sardanapale) risale al 1827 e fu dipinto da Delacroix all’età di 29 anni. L’artista era nato a Charenton-Saint-Maurice il 26 aprile 1798.

Gli storici considerano La morte di Sardanapalo di Delacroix un dipinto importante nella sua carriera e nel contesto della pittura dell’epoca. Infatti realizzando quest’opera l’artista francese raggiunse la fama dei grandi artisti della tradizione. Delacroix inoltre sperimentò nuove soluzioni in vista di un rinnovamento della pittura europea della sua epoca.

La copia ospitata presso il Philadelphia Museum of Art risale al 1844. È un olio su tela di 73,7 x 82,4 cm acquisito nel 1986 dalla The Henry P. McIlhenny Collection in memoria di Frances P. McIlhenny.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix

La vicenda della fine tragica del re assiro si ritrova in un dramma scritto da lord Byron. Delacroix quindi colse la possibilità che offriva la vicenda per riunire in un unico dipinto diverse istanze del Romanticismo. Infatti nell’opera si coglie il pathos dell’azione, l’orrore della morte, l’orientalismo, l’erotismo rappresentato dalle concubine. Inoltre nella scena viene sottolineato il concetto di sublime che si contrappone al bello. Secondo questa considerazione critica La morte di Sardanapalo si propone come un manifesto visivo del Romanticismo francese.

La concezione della scena risulta particolarmente dinamica per via della concitazione scatenata dai soldati di Sardanapalo che uccidono le concubine dell’harem. Il dipinto poi propone una rappresentazione fortemente spettacolare nella narrazione del fatto.

La pittura di Delacroix è caratterizzata da un colore sontuoso, una estrema energia scenica e l’uso abbondante di ornamenti. Queste componenti a prima vista nascondono il rigore del metodo di preparazione con il quale l’artista progettò la sua opera. La scena è dipinta con pennellate evidenti e orientate in direzioni diverse che contribuiscono a movimentare la scena.

Nel dipinto si ritrovano influenze della pittura francese, fiamminga, olandese, italiana, inglese, orientale, classica e moderna.

La tecnica

Eugène Delacroix dipinse La morte di Sardanapalo con colori ad olio su una tela di 395 x 425 cm per un totale di quasi 20 metri quadrati.

Il colore e l’illuminazione

I colori più evidenti, saturi e brillanti, sono i rossi gli ocra e il nero. Le parti riservate agli incarnati delle giovani, dei soldati e degli schiavi sono le zone più chiare e brillanti. La parte centrale del dipinto poi è occupata dalla grande massa rossa del letto. La metà diagonale destra è quasi completamente in ombra e risolta con colori bruni e scuri.

L’illuminazione è particolarmente scenografica e mette in evidenza drammatica la zona centrale. Infatti la figura della concubina riversa sul letto di Sardanapalo è bene illuminata grazie al telo bianco che avvolge il sovrano. Le parti in ombra a sinistra e a destra creano così un forte contrasto che rende ancora più spettacolare la scena.

Lo spazio

Le figure dei soldati e delle concubine affollano il primo piano e si confondono con il tesoro del re. La spazialità dell’opera si costruisce quindi dalla relazione tra i personaggi e gli oggetti sparsi nella stanza. Al centro poi la massa del letto crea un’isola dimensionale che permette così di concretizzare lo spazio. Infatti le linee della base del monumentale letto costituiscono un riferimento architettonico che stabilizza i gruppi dei personaggi.

La composizione e l’inquadratura

L’opera è di forma rettangolare sviluppata in orizzontale. L’inquadratura ritaglia alcune figure ai bordi e racchiude persone e oggetti che saturano l’intero campo figurativo.

La composizione del dipinto è sviluppata sulla diagonale che sale dall’angolo inferiore a destra e procede verso l’alto a sinistra. In alto, al culmine si trova la figura di Sardanapalo mentre a destra si colloca il gruppo con il soldato che uccide la giovane concubina.

Nella composizione, che esprime drammatica spettacolarità dell’evento, si ritrova la forza delle opere di Turner, William Etty e John Martin. Lo scorcio prospettico e gli effetti di luce poi coinvolgono l’osservatore all’interno della scena.

Nel dipinto sono molto evidenti le figure centrali grazie a quelle di sinistra che formano una massa unica e le isolano.

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Bibliografia

  • Gérard-Georges Lemaire, Delacroix, Giunti Editore,, Collana: Dossier d’art, 1992 ; 1998, EAN: 9788809761704

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 agosto 2021.

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