Manifesto per la Resistenza italiana di Renato Guttuso

Il Manifesto per la Resistenza italiana di Guttuso celebra l’azione energica dei civili contro i nazisti e l’opposizione al regime fascista in Italia.

Renato Guttuso, Manifesto per la Resistenza italiana, 1944, acquerello, serigrafia, misure?. Città?, museo?

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Indice

Descrizione del Manifesto per la Resistenza italiana di Renato Guttuso

Una grande mano rossa impugna un braccio che minaccia un prigioniero con un pugnale. Sul polso della mano minacciosa è disegnato un simbolo che unisce il fascio e la croce uncinata nazista. Anche sul manico del pugnale compare lo stesso simbolo. La mano che blocca l’azione aggressiva nasce invece dalla forma geografica dell’Italia che si trova in basso. Il prigioniero invece è inginocchiato sulla cartina con le mani legate dietro la schiena. La sua schiena nuda è rivolta verso il fronte del dipinto e il pugnale affilato è puntato sul suo collo.

Interpretazioni e simbologia Manifesto per la Resistenza italiana di Renato Guttuso

L’opera è un manifesto celebrativo dell’azione di Resistenza contro l’occupazione nazista in Italia. I simboli che identificano la mano con il pugnale sono quindi quelli del regime fascista, il fascio, e quello nazista con la croce uncinata. Infatti l’arma è puntata contro il collo di un partigiano impegnato nella Resistenza rappresentata dalla mano rossa. La sua grandezza rimanda poi all’azione energica della lotta partigiana contro l’esercito invasore tedesco. Il prigioniero rappresenta anche le vittime civili trucidate e giustiziate senza pietà. Il colore rosso infine è il sangue dei caduti e della popolazione civile. Tale colore però rappresenta anche la passione che ha motivato molti italiani nella riconquista della libertà.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Le varie copie del Manifesto ancora esistenti sono di proprietà di collezioni private.

L’artista e la società. La storia dell’opera Manifesto per la Resistenza italiana di Renato Guttuso

Questo manifesto risale al 1944 periodo in cui la lotta di Liberazione non era ancora finita. Secondo gli storici l’originale è andato smarrito ma rimangono le serigrafie. Guttuso realizzò la serie di opere in clandestinità. Infatti produsse i lavori presso alcune tipografie che operavano nella città. In queste attività l’artista riusciva a recuperare i materiali per dipingere. Guttuso inoltre partecipò attivamente alla lotta partigiana in qualità di ufficiale di collegamento tra il comando romano delle Brigate Garibaldi e il fronte della Marsica.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

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Lo stile del Manifesto per la Resistenza italiana di Renato Guttuso

Renato Guttuso è indicato come un esponente della pittura Neorealista italiana. Infatti le opere realizzate nel periodo della Seconda Guerra Mondiale presentano nuovamente figure umane e ambienti che nelle sperimentazioni delle Avanguardie erano quasi del tutto scomparse. Nel primo dopoguerra gli artisti si allontanarono soprattutto dal Cubismo e dal Futurismo mentre la forma espressionista sopravvisse. Proprio le figure dipinte nel periodo di guerra da Guttuso possiedono infatti una maggiore forza espressiva che si ritrova nella deformazione dei personaggi. Inoltre le figure sono descritte da pennellate veloci e tratti decisi e sommari.

La sua pittura era destinata a comunicare i drammi del periodo bellico e quindi le immagini descrivono situazioni dalle tinte forti. Nel Manifesto inoltre è presente un linguaggio ancora più diretto tratto dalla grafica degli affiches da strada. L’immagine infatti è simbolica e sono presenti i simboli dei due regimi Europei. Nel dopoguerra Guttuso si espresse con una pittura più dettagliata e realista e con temi di impegno sociale.

La tecnica

Il bozzetto del Manifesto realizzato da Renato Guttuso è un acquerello.

Il colore e l’illuminazione

Il colore del bozzetto è particolarmente evocativo e simbolico. Infatti da un fondo scuro e terroso emerge il rosso che colora l’Italia e la mano che impugna il braccio col simbolo nazista. Invece il personaggio in prigionia porta un paio di pantaloni blu che lo evidenziano dal fondo rosso.

Lo spazio

La scena non presenta uno spazio definito. Inoltre contro la piantina dell’Italia spicca la figura del prigioniero e quindi l’immagine simbolica delle due braccia.

La composizione e l’inquadratura

L’immagine è di forma rettangolare e lo sviluppo in verticale asseconda la sua destinazione di affissione stradale o pubblicazione sui media.

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Bibliografia

  • Carlo Levi (presentazione), Renato Guttuso, trent’anni, 1939-1969, TERENZI 1969, ASIN: B00FBJG6KI
  • Werner Haftmann, Guttuso, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2018, EAN: 9788809987913
  • Crispino Valenziano, Guttuso credeva di non credere, Libreria Editrice Vaticana Roma, 2013.
  • Crispino Valenziano, Guttuso Pathos dell’uomo Patemi di Dio, De Luca Editore d’arte- Libreria Editrice Vaticana, Roma, 2016. (testi di Fabio Carapezza Guttuso, Michele Canzoneri, Rino La Delfa, Silvano Maggiani, Cettina Militello, Marida Nicolaci).
  • Flaminio Gualdoni, Guttuso, I Maestri dell’Arte Moderna, editore Skira , Milano, 2017.
  • (RI) Leggere Guttuso. Percezione, realismo, impegno civile, a cura di Marco Carapezza, Palermo University Press, 2018 ( testi di Francesca Bacci, Antonino Bondì, Nancy, Cesare Brandi, Franco Lo Piparo, David Melcher, Jean Luc Nancy, Richard Wollheim).

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 13 maggio 2020.

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