La Volta della Cappella Sistina, Storie della Genesi di Michelangelo

La Volta della cappella Sistina fu decorata da Michelangelo con le storie della Genesi e altri soggetti dell’Antico Testamento. La grande opera fu commissionata da Papa Giulio II e realizzata in quattro anni dal maestro con un minimo aiuto da parte di altri artisti.

Michelangelo Buonarroti, Volta della Cappella Sistina, 1508-12, affresco 4093 x 1341 cm. Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina

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Indice

Descrizione de La Volta della Cappella Sistina, Storie della Genesi di Michelangelo

Michelangelo progettò una grande opera per la rappresentazione di 9 episodi tratti dal libro della Genesi. I soggetti sono: Separazione della luce dalle tenebre (Genesi 1,1-5), Creazione degli astri e delle piante, (Genesi 1,11-19), Separazione della terra dalle acque (Genesi 1,9-10), Creazione di Adamo (Genesi 1,26-27), Creazione di Eva (Genesi 2,18-25), Peccato originale e cacciata dal Paradiso terrestre (Genesi 3,1-13.22-24), Sacrificio di Noè (Genesi 8,15-20), Diluvio universale (Genesi 6,5-8,20), Ebbrezza di Noè (Genesi 9,20-27). Lateralmente a queste rappresentazioni, sul lato lungo della volta, sono rappresentati venti giovani nudi detti Ignudi. Si tratta di figure quasi angeliche che partecipano di umanità e divinità. Inoltre portano i simboli dei Della Rovere rappresentati dalle foglie di quercia.

Sono poi presenti 8 vele triangolari disposte lungo le pareti maggiori con scene bibliche. Sempre lungo le pareti maggiori vi sono invece 16 lunette sottostanti alle vele nelle quali sono raffigurati gli antenati di Cristo. Tra di loro vi sono Abramo e Giuseppe. Tra le vele invece vi sono gli indovini ebrei detti Profeti e quelli pagani chiamati Sibille. Sono disposti alternativamente in quest’ordine: Zaccaria, Gioele, Sibilla Delfica, Sibilla, Eritrea, Isaia, Ezechiele, Sibilla Cumana, Sibilla Persica, Daniele, Geremia, Sibilla Libica, Giona.

Questi personaggi trovano posto nel grande affresco poiché avevano previsto la venuta di Cristo. Le figure sono poste su dei monumentali troni marmorei. Agli angoli vi sono quattro grandi pennacchi che illustrano alcune vicende importanti determinate dalla presenza di Dio nella vita del popolo di Israele. Si tratta di Giuditta e Oloferne (Giuditta 13,1-10), Davide e Golia (1 Samuele 17,1-54), Punizione di Aman (Ester 7,1-10), Serpente di bronzo (Numeri 21,1-9).

Interpretazioni e simbologia de La Volta della Cappella Sistina, Storie della Genesi di Michelangelo

Il concetto principale dell’opera è la centralità dell’uomo nell’universo creato da Dio. Le scene raccontano la creazione e in particolare la vicenda umana. Michelangelo però non progettò la sua opera in modo pienamente autonomo. Lavorò infatti con i teologi della corte papale che lo guidarono nelle corrette rappresentazioni iconografiche. Inoltre furono attenti a creare delle relazioni con gli affreschi già esistenti sulle pareti. Michelangelo iniziò illustrando l’ebbrezza di Noè e terminò con la creazione di Adamo. Questa sequenza fu elaborata per attenersi alle teorie della filosofia Neoplatonica. Secondo questa interpretazione l’anima ascende al divino partendo dalla Bibbia.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La Cappella Sistina è un ambiente nel quale già all’epoca di Michelangelo si riunivano i cardinali per eleggere il nuovo papa. Il nome dello spazio deriva da Papa Sisto IV che fu in carica dal 1471 al 1484. Il pontefice fece decorare l’ambiente da Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e altri artisti. Il nipote di Sisto IV, papa Giulio II in carica dal 1503 al 1513 commissionò invece a Michelangelo la Volta della Cappella Sistina che era al momento decorata con un cielo stellato da Piermatteo d’Amelia.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La superficie che Michelangelo fu incaricato di affrescare ha una dimensione di circa 500 mq. Fu terminata in quattro anni di lavoro che, secondo le cronache, Michelangelo compì da solo. I soggetti raffigurati dai precedenti interventi sulle pareti erano le Storie di Gesù e di Mosè dipinte da Botticelli, il Ghirlandaio e Perugino tra il 1481 e il 1482. Michelangelo ebbe invece il compito di rappresentare le Storie della Genesi precedenti alle Tavole della Legge consegnate a Mosè.

I rapporti tra papa Giulio II e Michelangelo subirono una rottura nella primavera del 1506 quando il pontefice sospese la costruzione della sua tomba monumentale della quale rimangono le statue dei Prigioni. Il motivo non è chiaro. Fu forse l’architetto Donato Bramante a suggerire di non procedere perché ostile a Michelangelo. L’artista contrariato partì da Roma e tornò a Firenze. Il pontefice lo richiamò presso di sé e fu costretto a ricorrere alla mediazione della Signoria di Firenze per ottenere una riconciliazione. Sembra comunque che Michelangelo venne avvisato da una lettera di Piero di Jacopo Rosselli dell’intenzione di Giulio II di affidargli la decorazione della Volta. La commissione fu resa ufficiale a Roma nel 1508, tra marzo e aprile, e Michelangelo iniziò a lavorare ai disegni preparatori.

Il progetto dagli apostoli agli ignudi

Inizialmente al posto dai Veggenti, Michelangelo progettò le figure dei dodici apostoli. Centralmente invece erano previste decorazioni geometriche. Considerando il progetto troppo povero di figure l’artista ottenne il permesso di ripensare ai contenuti. Le proposte per rappresentare Le Storie della Genesi vennero vagliate dal Papa, dai suoi consiglieri e dai teologi. Michelangelo predispose grandi archi scanditi dalle figure degli Ignudi. Vennero poi aggiunte le figure di Profeti e Sibille. Per via della lunghezza dello spazio da decorare il maestro non utilizzò scorci prospettici per uniformare i due spazi, fisico e virtuale. Scelse invece di rappresentare le scene frontalmente come su di una tela. Per creare unità all’intera opera ricorse alle posizioni dei personaggi, ai gesti e alla scansione ritmica delle figure.

Dai ponteggi alla scoperta della Volta della cappella Sistina

Michelangelo nei primi mesi del 1508 fu occupato nel predisporre i ponteggi per raggiungere la Volta della Cappella Sistina. Inoltre il maestro iniziò a disegnare le prime figure su cartoni. Dei ponteggi e della preparazione della superficie si occupò Piero di Jacopo Rosselli che fu pagato il 7 luglio del 1508. La fase di pittura ebbe inizio probabilmente prima di questa data. Verso il mese di settembre alcuni artisti raggiunsero Michelangelo per aiutarlo nel lavoro. Tra di loro vi erano Francesco Granacci, Giuliano Bugiardini e Aristotile da Sangallo. Più tardi giunse anche Jacopo di Lazzaro detto l’Indaco Vecchio.

Secondo indagini stilistiche compiute sulle figure si pensa che le collaborazioni terminarono intorno al gennaio del 1511. Gli artisti infatti lasciarono il cantiere e Michelangelo dipinse da solo le scene aiutato da garzoni di bottega. La campagna militare del papato contro la Francia portò il papa fuori da Roma e Michelangelo non ottenne pagamenti o anticipi. Nel giugno del 1511 però Giulio II tornò a Roma e si procedette a smontare i ponteggi per vedere il risultato della prima parte della Volta della Cappella Sistina tra il 14 e il 15 agosto, festa dell’Assunta. Alla vigilia di Ognissanti, il 31 ottobre 1512 gli affreschi vennero svelati e visti dal Papa. L’intenzione di arricchire in seguito i corpi con panneggi e oro non venne portata a termine.

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Lo stile della volta della Cappella Sistina, Storie della Genesi di Michelangelo

Le scene realizzate nella prima fase dell’opera presentano un affollamento maggiore di figure e particolari. Dopo aver smontato il primo ponteggio, nell’agosto del 1511, Michelangelo scoprì così di aver abbondato nei dettagli. Decise quindi di ridurre i particolari e dipingere e le figure di dimensioni maggiori. Le ultime scene quindi risultano maggiormente essenziali. Questo cambiamento fu dovuto anche alla pressione di Giulio II che era ansioso di vedere l’opera compiuta. Le figure umane sono modellate con una meticolosa attenzione nei minimi dettagli anatomici. Michelangelo inoltre studiò attentamente le posture per renderle espressive, eleganti e tutte armonicamente coordinate. Per movimentare l’opera e dare maggior impatto visivo ai personaggi Michelangelo utilizzo la torsione del corpo come è evidente negli Ignudi. Anche la tensione muscolare fu accentuata per dare l’impressione di anatomie perfette, vitali ed elegantemente disposte.

Il colore e l’illuminazione

L’impianto cromatico della volta fu pensato per dare un aspetto unitario a tutta la decorazione. I colori sono luminosi e brillanti. La luce illumina abbondantemente i personaggi e le scene sono chiare e ben definite. Le scene centrali sono colorate e illuminate in modo da creare un effetto di continuità tra le varie rappresentazioni. Stessa scelta risulta per le lunette e le vele. La dimensione dei personaggi cresce gradualmente verso l’altare.

Lo spazio

La prospettiva fu utilizzata da Michelangelo per dare una grande potenza alla costruzione delle figure. L’illusione di sfondamento infatti è molto accentuata e i personaggi sono inseriti all’interno di architetture credibili. Soprattutto i Profeti e le Sibille non furono rappresentati con la deformazione adatta per essere visti dal basso. Michelangelo preferì infatti raffigurare le figure con proporzioni e forme ideali.

La composizione e l’inquadratura

L’intera Volta della Cappella Sistina risulta suddivisa in spazi rettangolari a partire dall’ingresso per arrivare all’altare. La struttura è centrale e simmetrica rispetto l’asse della lunghezza maggiore. Lungo la zona centrale sono raffigurate le Storie della Genesi intervallate dai medaglioni. Lateralmente e simmetricamente, in corrispondenza dei medaglioni si trovano le Sibille e i Profeti. Sono cinque a destra e cinque a sinistra più due sulle testate. Tra i veggenti si trovano quattro vele ogni lato. Al di sotto delle vele sono poste le lunette che incorniciano le finestre. Sono cinque sui due lati lunghi e due sui lati corti. Le due lunette dipinte sulla parete dell’altare vennero cancellate per lasciare spazio al Giudizio Universale. Agli angoli della Volta della Cappella Sistina vi sono quattro grandi pennacchi.

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