Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix

Invalidi di guerra giocano a carte rappresentati da Otto Dix come mostri deformi e fantascientifici per denunciare la corruzione postbellica in Germania.

Otto Dix, Invalidi di guerra giocano a carte, 1920, olio su tela con collage, 110 x 87 cm. Berlino, Neue Nationalgalerie

Indice

Descrizione di Invalidi di guerra

Il personaggio centrale manca di una parte di cranio, sostituito da protesi in metallo. Anche l’occhio è sostituito da una placchetta ovale come la mandibola. Il terzo a destra è ricomposto con parti di metallo inserite sul volto ed è privo della parte inferiore del corpo. Porta sulla giubba una evidente croce di merito. La metà toracica termina con il membro penzolante e rugoso esposto sulla seduta della sedia. Una mano meccanica, poi, spunta dall’alto trattenendo una carta. Gli altri due reduci mancano di gambe e hanno al loro posto delle protesi a forma di bastone. Quello di sinistra utilizza il piede della gamba rimasta per tenere le carte in suo possesso. Sopra i reduci sono appese  delle copie di quotidiani. Sulla destra, in alto, si intravede un porta abiti in metallo.

Interpretazioni e simbologia di  Invalidi di guerra giocano a carte Otto Dix

Il dipinto di Otto Dix, Invalidi di guerra giocano a carte, raffigura ex soldati reduci della prima guerra mondiale. Si tratta di caricature eccessivamente grottesche. Mancano alcuni nasi, vi sono degli arti d’acciaio fantascientifici e invasivi. Uno di loro manca di un orecchio e infilata direttamente nel cranio ha una protesi, un tubo che porta ad un cornetto acustico poggiato sul tavolo.

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Lo stile di Invalidi di guerra

Sempre nell’ambito dell’espressionismo tedesco nacque una corrente molto critica e interessata alla denuncia sociale. Si tratta della nuova oggettività Neue Sachlichkeit degli artisti Otto Dix e George Grosz. Il loro dibattito intellettuale e artistico era rivolto a creare una polemica contro l’ipocrisia della società borghese e la sua corruzione. Per concretizzare questa loro critica all’interno dei dipinti realizzati usavano lo strumento della deformazione fisionomica. Il loro stile era crudo e brutale, sia nella rappresentazione dei volti, sia nella costruzione delle situazioni dipinte. Un’altra componente che emerge nelle loro figure è una eccessiva volgarità che vuole sottolineare l’immoralità dilagante nella Germania in seguito alla prima guerra mondiale.

Il colore e l’illuminazione

I colori del dipinto tendono al grigio. Il gruppo dei militari è ritagliato dallo sfondo perché più chiaro e contenente i colori più saturi. Il rosa carne e arrossato di volti, piedi e mani, il blu della protesi, di alcuni elementi metallici del corpo e del giubba militare sul reduce di destra. Il resto del dipinto è buio e tendente al nero mentre in basso domina il grigio bruno.

Lo spazio

Lo spazio è contratto intorno ai tre giocatori. Geometricamente è inesistente qualsiasi descrizione ambientale. Le sedie sono dipinte con una prospettiva errata e non contribuiscono a creare uno spazio razionale. Infatti, solamente la sovrapposizione di membra, carte, oggetti, disposti intorno al tavolino, crea la dimensione spaziale. Intorno ad esso si distribuiscono, così, le carte in dotazione ai giocatori. Intorno ad una figura più o meno circolare sono disposte le loro teste, il piede che giocatore di sinistra, la mano del giocatore di destra.

La composizione e l’inquadratura

Il centro psicologico e focale sembra essere giocatore centrale, quasi un ritratto grottesco e spietato del reduce. Viene chiaramente esposta, così, tutta la filosofia della nuova oggettività e della sua poetica dissacrante della società tedesca. I simboli del potere e della guerra sono qui rappresentati, ormai, dalla Croce che pende dal corpo mutilato del reduce. Unica velleità dell’ex militare è la scriminatura elegante dei pochi capelli rimasti sulla fronte.

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Bibliografia

  • Serge Sabarsky, Otto Dix, Mazzotta, 1986, EAN: 2560025243113

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 14 febbraio 2020.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Otto Dix, Invalidi di guerra giocano a carte sul sito della Neue Nationalgalerie di Berlino.

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