Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin è un testamento spirituale dell’artista che dipinse il ciclo della vita ambientandolo all’interno di un paradiso polinesiano.

Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (D’où venons-nous ? Que sommes-nous ? Où allons-nous ?), 1897-1898, olio su tela, 139,1 x 374,5 cm. Boston, Museum of Fine Arts

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Indice

Descrizione di Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin

All’interno di un ambiente naturale, fantastico e idealizzato vi sono dodici figure umane e numerosi animali. A partire da destra in basso un bambino di pochi anni dorme tranquillo sull’erba. Accanto a lui poi tre giovani donne sedute sorvegliano il suo sonno. Due di loro guardano centralmente verso lo spettatore mentre la terza è seduta di schiena con il volto di profilo. Dietro il gruppo, verso il centro due figure femminili in ombra avanzano lentamente. Indossano lunghe tuniche e sembrano uscire da un antro buio. Quasi al centro un giovane polinesiano in piedi raccoglie dei frutti. Indossa solo un panno intorno ai fianchi e ha le mani alzate verso le fronde in alto. Verso sinistra un adolescente seduto a terra di profilo addenta un frutto. Accanto a lui infine giocano due gatti e una capra attende seduta e tranquilla.

In prossimità dell’angolo di sinistra è seduta una giovane con il corpo coperto solo da un panno stretto intorno ai fianchi. È rivolta verso una donna molto anziana seduta e raccolta. Ha le mani strette intorno al volto e gli occhi chiusi. Ai suoi piedi un uccello bianco trattiene una lucertola tra le zampe. Una donna infine è raffigurata in secondo piano in piedi e di profilo. Alla sua sinistra si trova una grande statua di un idolo posta su di una base naturale. Il terreno è disseminato di vegetazione e piccoli animali. Sul fondo si intravede la superficie del mare e a sinistra una grande isola montuosa.

Interpretazioni e simbologia di Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Di Paul Gauguin è un grande fregio concepito per rappresentare le diverse età della vita e la condizione esistenziale che esprimono. Il titolo indica bene lo stato d’animo tormentato del maestro che lo spinse a rappresentare così la propria condizione. Le 12 figure simboliche sono disposte all’interno di un paesaggio magico-religioso. Gauguin nelle sue opere più meditate non abbandonò mai la componente spirituale che fa di lui un artista simbolista. I dipinti realizzati in Bretagna infatti raccontano la semplice spiritualità dei contadini e dei pescatori attraverso dipinti quali Il Cristo giallo, Calvario Bretone e Visione dopo il sermone. La lettura condotta da destra a sinistra propone una riflessione sull’esistenza umana. Il primo dei dodici personaggi è infatti un bambino abbandonato in un sonno innocente e spensierato. Lo proteggono due giovani donne dall’espressione serena.

L’ultimo personaggio a destra è invece una donna anziana che stringe tra le mani il viso. Il suo colore scuro e spento si riferisce probabilmente alla sua condizione psicologica. L’uccello che è raffigurato ai suoi piedi è bianco, come il colore del lutto, secondo la cultura polinesiana. Accanto dell’anziana una giovane ricorda il passare del tempo. Al centro si trova la figura illuminata di un ragazzo nel pieno della forza e della giovinezza. Il giovane coglie il frutto della vita dai rami alti di un albero. Il suo corpo è forte e pare un idolo antico. Inoltre si trova simbolicamente al centro della tela e sembra così rappresentare una figura dal significato importante nel contesto dell’opera.

Un eden polinesiano

Il paesaggio che fa da sfondo al fregio ricorda un eden, il paradiso primitivo da sempre cercato e idealizzato da Gauguin. Si individuano riferimenti ad opere precedenti del maestro come a voler riassumere una intera carriera e la propria filosofia esistenziale. La ricerca di una spiritualità vera e naturale si coglie nella disposizione di idoli provenienti da diverse culture. A sinistra sullo sfondo di coglie l’immagine di un idolo dell’isola di Giava di colore blu visto da Gauguin durante la visita ad una mostra etnografica. Esistono anche riferimenti biblici. Il senso di confusione mistica che emana dall’opera, durante la sua esposizione parigina, spinse i critici francesi a considerarlo un capolavoro simbolista.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’opera nel 1898 fu spedita da Paul Gauguin a Georges Daniel de Monfreid a Parigi che lo consegnò al collezionista Ambrose Vollard. Il gallerista lo vendette nel 1901 a Gabriel Frizeau di Bordeaux che a sua volta lo cedette nel 1913 alla Galérie Barbazanges di Parigi. Prima del 1920 passò poi al collezionista J. B. Stang di Oslo. Passò così, probabilmente nel 1935, ad Alfred Gold e l’anno successivo, il 1936, alla Marie Harriman Gallery di New York. Da qui fu acquistato dal Museum of Fine Arts (MFA) di Boston per $80,000.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Paul Gauguin dipinse Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? in un momento tragico della sua vita poco prima del suo tentativo di suicidio. L’artista stava per compiere cinquant’anni e probabilmente fu spinto a fare un bilancio della sua difficile esistenza. Nel mese di marzo del 1897 Gauguin fu informato della morte della figlia Aline che portava il nome della madre dell’artista. La sua sofferenza unita alle condizioni di vita non facili lo spinsero quindi ad esprimersi con un’opera importante. Nonostante l’impegno che il dipinto rivela Gauguin racconta di averlo realizzato in un mese di lavoro. Solo un disegno preparatorio testimonia la progettazione del dipinto che fu eseguito a Tahiti.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del dipinto Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Di Paul Gauguin

I corpi sono dipinti senza l’uso del chiaroscuro e le forme sono evidenziate da una solida ed elegante linea di contorno. Le pennellate sono sovrapposte sulla tela a formare campiture uniformi dalle minime variazioni di toni. Solo sui i corpi dei personaggi si coglie ancora un accenno di debole ombreggiatura. Il paesaggio, la vegetazione le montagne sembrano costruiti con semplici campiture ad incastro. Lo stile felice e gioioso dei primi dipinti tahitiani ha lasciato il posto ad atmosfere cupe e intellettuali.

Il colore e l’illuminazione

L’impianto cromatico del dipinto Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Di Paul Gauguin è diverso dai primi lavori tahitiani dalle atmosfere luminose. Dominano il paesaggio infatti i verdi, i blu e i viola scuri e poco saturi. Gli incarnati sono invece caldi, bruni e ocra e contrastano con rapporti di luminosità con il paesaggio. A volte creano contrasti di complementarità con i blu dello sfondo. La figura più luminosa è il giovane in piedi al centro. Non si tratta però di una vera e propria illuminazione ambientale. I colori infatti creano la struttura dell’immagine utilizzando un linguaggio volutamente primitivo della distribuzione cromatica. Sono così i contrasti a costruire le figure e le relazioni tra di esse. Questo uso arbitrario e anti naturalista del colore ispirerà le ricerche dei pittori Fauves.

Lo spazio

Come altre opere di Gauguin anche Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? non presenta l’uso della prospettiva geometrica. Lo spazio infatti è suggerito dalle prospettive di grandezza e di sovrapposizione. Tendenzialmente le parti in primo piano presentano toni più caldi mentre le zone più lontane sono fredde, in verde, blu e azzurro.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Gauguin ha un formato orizzontale con uno sviluppo panoramico simile ad un fregio. Infatti la distribuzione dei 12 personaggi invita ad una lettura progressiva che parte da destra dove si trova il bambino disteso. La simmetria è determinata dalla figura del giovane in piedi non perfettamente centrale. Comunque la disposizione delle figure rispetta questa impostazione. Le donne con il neonato a destra equilibrano la giovane e la donna anziana di sinistra. Le due giovani in ombra rispecchiano la figura dell’idolo e della donna in piedi accanto alla statua. I due angoli superiori sono infine occupati da campiture di colore giallo con il titolo e decorazioni.

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