Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli

Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli è un’opera iconica che negli anni Trenta del Novecento rappresentò un simbolo del regime fascista.

Renato Giuseppe BertelliProfilo continuo, 1933, bronzo, 42 x 25 cm. Roveto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART)

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Indice

Descrizione di Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli

La scultura presenta una struttura di forma cilindrica modellata con alternanza di rilievi e incisioni. Il contorno di sinistra e quello di destra descrivono un profilo umano molto semplificato.

Interpretazioni e simbologia di Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli

Il profilo di Benito Mussolini è ben riconoscibile perché Guido Bertelli individuò e semplificò i tratti caratteristici del volto del Duce. Il capo è rasato, il naso è pronunciato e la mascella prominente e squadrata. I tratti fisiognomici del profilo di Benito Mussolini sono semplificati e idealizzati. Grazie a questa operazione estetica Bertelli creò un ritratto iconico molto potente. L’opera infatti fu largamente diffusa e diventò una vera icona di propaganda.

Benito Mussolini fu un abile comunicatore e sfruttò al meglio i canali di comunicazione di massa dell’epoca. L’arte era un importante veicolo per creare il consenso e insieme alla grafica contribuì alla diffusione degli ideali fascisti.

Diversamente da altri ritratti del Duce, più o meno figurativi, quello di Bertelli risultò più efficace. Infatti si presta a rappresentare al meglio il carattere del dittatore connotato da una patina antica e imperiale unita al dinamismo meccanico.

La scultura offre allo spettatore un doppio ritratto del Duce, Benito Mussolini. Renato Guido Bertelli fece così riferimento al mito classico del Giano bifronte. Simbolicamente il Profilo continuo rappresenta la vigilanza continua e attenta del Duce nei confronti di ogni cittadino.

L’operazione di propaganda principale nel caso di una dittatura fu la diffusione continua e capillare del ritratto del leader. Così Benito Mussolini promosse una larga produzione di suoi ritratti interpretati da diversi artisti. Mussolini infatti era un uomo colto e la sua amante Margherita Sarfatti animava il suo salotto di Milano con intellettuali e artisti.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Profilo continuo trovò posto in molte sede ufficiali come le Case del fascio, in uffici e abitazioni private non solo in Italia. L’Imperial War Museum di londra custodisce una copia della scultura. Una copia si trova poi presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. Una versione terracotta comparve presso la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1995. Infine ne possiedono una l’Hermitage di Sanpietroburgo e la casa di nascita di Benito Mussolini a Predappio.

L’artista e la società. La storia dell’opera Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli

Profilo continuo risale al 1933 e fu realizzato dallo scultore all’età di circa 35 anni. Bertelli infatti era nato a Lastra a Signa nel 1898. Solo pochi esemplari della scultura sono sopravvissuti alla distruzione. Infatti terminata la guerra e la fortuna dell’ideologia fascista la statua diventò un simbolo negativo. Gli esemplari che sopravvivono nei musei sono però considerati una importante testimonianza storica e artistica.

Bertelli brevettò la sua scultura il 26 luglio 1933 con numero di brevetto 1073. Molte ditte replicarono quindi la scultura con diversi materiali e dimensioni. Una delle ditte più note che produsse la scultura fu la EFFE-EMME di Milano. La sua versione è in bachelite nera con sostegno in alluminio. Presso il Museo del Ventennio di Alagna Lomellina in provincia di Pavia si trova una copia della EFFE-EMME.

Il contesto storico culturale

Il Regime Fascita durante gli anni Trenta del Novecento esercitò un certo controllo sulla produzione culturale e artistica. Nonostante la tendenza degli apparati politici del regime a manipolare il mondo della comunicazione in generale a volte gli artisti riuscirono ad esprimersi liberamente. Durante gli anni trenta prevalsero alcune tendenze che condizionarono il linguaggio degli artisti dell’epoca. In particolare il Ritorno all’ordine che si sviluppò dopo la fine della Seconda guerra mondiale spinse gli artisti ad abbandonare le esperienze delle Avanguardie artistiche. Tale arte era considerata l’espressione di un eccessivo soggettivismo e poco allineata agli ideali populisti dell’epoca. I teorici spinsero poi gli artisti ad ispirarsi all’arte italica pre rinascimentale e romanica. Questa scelta fu determinata dalla necessità di promuovere radici storiche comuni per sostenere la propaganda fascista.

La giornalista e appassionata d’arte Margherita Sarfatti riunì molte di queste esperienze nelle mostre dedicate a Novecento italiano, del 1926 e del 1929 a Milano. Altre spinte ideologiche furono l’esaltazione della modernità e della macchina che deriva dalle sperimentazioni futuriste. Inoltre fu promossa una forte semplificazione delle forme anche in linea con le esperienze europee contemporanee. Negli anni trenta però le ricerche persero la loro carica rivoluzionaria e servirono a creare opere più fruibili dal popolo. Infatti il regime fu molto abile a sfruttare la carica propagandistica degli artisti presso il largo pubblico. Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli è un esempio di tale uso dell’arte.

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Lo stile di Profilo continuo di Renato Giuseppe Bertelli

La scultura unisce la sintesi decorativa dell”Art Deco con il dinamismo del secondo futurismo. Nella scultura si ritrovano così elementi futuristi, puristi e una notevole semplificazione formale. L’opera è molto diversa dalle altre di Giuseppe Bertelli. Inoltre presenta caratteristiche stilistiche ben precise e riscontrabili nella sua essenzialità. Intanto mostra una sintesi estrema del profilo del Duce che si può osservare da ogni punto di vista. Poi è caratterizzata da un dinamismo meccanico spinto che le impone un apparente movimento rotatorio. La semplificazione formale di Profilo continuo testimonia anche l’apprezzamento di Bertelli nei confronti della scultura di Marino Marini.

La tecnica

La scultura Profilo continuo è di piccole dimensioni ed era replicata in molti esemplari. Esistono delle versioni in bronzo, in legno, in marmo e in altri materiali.

La luce sulla scultura

L’illuminazione migliore è quella che proviene dall’alto e permette di scolpire la fisionomia umana che si forma con l’alternanza dei rilievi. Le diverse versioni presentano varie superfici e colorazioni. Di conseguenza la luce si comporta diversamente mettendo in risalto più o meno i rilievi.

Rapporto con lo spazio

I due profili contrapposti sono visibili da ogni punto di vista. L’opera si presenta quindi uguale in ogni parte dello spazio. Questa caratteristica è proprio la particolarità del Profilo continuo.

La struttura

La sintesi formale con la quale è modellato il ritratto si basa sull’uso della linea curva. Umberto Boccioni nella sua teorizzazione dell’estetica futurista esaltò proprio il principio dinamico della linea curva che è presente anche in molte architetture degli anni Trenta del Novecento.

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Bibliografia

  • S. Bignami, P. Rusconi, Le arti e il fascismo. Italia anni Trenta, Giunti, Art & Dossier n° 291, Firenze – Milano 2012.

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Consulta la pagina dedicata alla scultura di Renato Giuseppe BertelliProfilo continuo, sul sito del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) di Roveto.

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