Il ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio

Raffaello dipinge il ritratto di Agnolo Doni agli inizi della sua carriera. Gli studiosi considerano il dipinto un capolavoro per via dell’impostazione spontanea ma monumentale.

Raffaello, Agnolo Doni, 1506 ca, olio su tavola, 65 x 45,8 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina

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Indice

Descrizione de Il ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio

Il personaggio raffigurato nel ritratto di Raffaello Sanzio è Agnolo Doni dipinto contro un ampio cielo e una piccola porzione di paesaggio. Il corpo di Agnolo Doni è rivolto verso destra come il volto rappresentato di tre quarti con la parte sinistra molto di scorcio. Gli occhi di sono rivolti quasi centralmente, verso lo spettatore, diretti, però, verso un punto molto lontano. Lo sguardo ha un’espressione decisa e assertiva che rivela un carattere determinato e sicuro di sé.

Interpretazioni e simbologia de Il ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio

Il ritratto di Agnolo Doni è un’opera giovanile di Raffaello molto apprezzata dagli studiosi. Viene considerato un prototipo di ritratto naturale per via della posa disinvolta di Agnolo Doni. Questa naturalezza non priva, però, l’immagine di una monumentalità che assegna la giusta importanza al nobile.

L’abbigliamento è quello tipico di un notabile dell’aristocrazia fiorentina del Cinquecento. Agnolo Doni indossa una casacca con ampie maniche e un copricapo dal quale spuntano, dietro e ai lati, lunghi capelli. Due anelli preziosi sono esposti nell’indice e nel mignolo della mano sinistra. Il braccio destro è appoggiato su di un piano, forse una balaustra. Il cielo dipinto dietro Agnolo Doni, è sereno con qualche nuvola nella parte alta del ritratto. Il paesaggio in basso, invece, è collinare, sulla sinistra e in piano sulla destra. Ricorda i luoghi dell’Italia centrale.

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Lo stile de Il ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio

Il ritratto di Agnolo Doni ricorda altri personaggi ritratti di Raffaello. Il colore è sfumato e descrive in modo efficace e dettagliato le superfici delle stoffe dell’abito e l’incarnato. Il modellato del personaggio, essenziale e privo di segni profondi di espressione o di età. I capelli sono concepiti come una massa uniforme L’abbigliamento del notabile è dipinto con grande eleganza. Le ampie maniche dell’abito sono modellate senza ombra profonde per descrivere al meglio la stoffa imbottita e spessa. Il paesaggio e il cielo sono appena accennati con pennellate sottili e volumi leggeri.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto ha un tono generale caldo accentuato dal rosso acceso dell’abbigliamento di Agnolo Doni. L’incarnato è intenso e tendente al bruno. Il copricapo e il corpo dell’abito sono neri come i capelli. Le maniche sono colorate di un rosso molto acceso che domina su tutta la composizione. Le parti scure dell’abito sono in forte contrasto con il resto della figura e determinano un certo peso ottico che da forza al personaggio. La luce è naturale e proviene da sinistra, creando ombre nette sul volto e sul corpo di Agnolo Doni. Il paesaggio è illuminato da una luce diffusa. L’atmosfera è tersa e si possono vedere le montagne in lontananza.

Lo spazio

Lo spazio rappresentato nel ritratto di Agnolo Doni di Raffaello è realistico e favorito nella sua spazialità dalla rappresentazione del paesaggio sullo sfondo. La prospettiva geometrica non si coglie se non attraverso un piccolissimo angolo del piano di appoggio in basso a destra. La profondità è resa attraverso la sovrapposizione della figura del nobile in primo piano con gli elementi del paesaggio. Lo spazio che divide le due parti, il ritratto in primo piano e il paesaggio è netto e molto distanziato. Infatti, non vi sono elementi di transito prospettico dimensionale tra Agnolo Doni e le piccolissime figure del paesaggio in fondo e dietro di lui. La prospettiva aerea con la quale è dipinto il paesaggio permette di apprezzare la profondità dell’orizzonte. Raffaello utilizzò la prospettiva aerea nei suoi dipinti ricorrendo alle profondità virate in azzurro, come nella Madonna del cardellino.

La composizione e inquadratura

Il formato del ritratto di Agnolo Doni è verticale e tale da contenere la sua figura dalla vita in su. L’immagine occupa tutto il primo piano del dipinto e l’intera superficie del piano pittorico. Una piccola parte della metà superiore del dipinto è occupata dal paesaggio il resto è il cielo che fa da sfondo al volto. L’impianto compositivo è centrale con il volto spostato leggermente a destra rispetto alla verticale centrale del dipinto. Il primo piano è occupato da Agnolo Doni e non esiste altro piano che il paesaggio, molto distante, sul quale svetta il cielo.

Le masse sono spostate sulla sinistra del dipinto, infatti, al centro delle diagonali del rettangolo vi è la spalla destra del nobile. Pur essendo dipinto sulla parte sinistra del dipinto lo sguardo e la direzione del corpo verso destra pongono in equilibrio la figura. I colori sono in equilibrio soprattutto rispetto ai rossi accesi delle maniche. Il peso delle masse dipinte è, in ogni caso, più importante verso la seconda metà del dipinto e corrisponde al busto di Agnolo Doni. Le mani in basso a destra e il volto in alto a sinistra sono allineati lungo una direttrice obliqua che li collega. La costruzione geometrica compositiva è piramidale con l’apice sul capo di Agnolo Doni. Il Focus psicologico del ritratto coincide con lo sguardo intenso e determinato del nobile.

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