Sant’Agostino di Antonello da Messina è un dipinto che fa parte di un polittico nel quale compaiono altri dottori della Chiesa.
Antonello da Messina, Sant’Agostino, 1472-1473, olio su tavola di pioppo, 46,5 x 35,5 cm. Palermo, Palazzo Abatellis
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Indice
Descrizione del dipinto Sant’Agostino di Antonello da Messina
Sant’Agostino è raffigurato da Antonello da Messina a mezza figura, in piedi, rivolto a sinistra. Il Santo legge un pesante volume che tiene in alto con entrambe le mani. Sulle spalle porta un pesante mantello che copre l’abito bianco annodato in vita. Inoltre, sul capo porta una mitra vescovile decorata con pietre preziose. Infine, sullo sfondo, una leggera aureola incornicia il suo volto.
Interpretazioni e simbologia di Sant’Agostino di Antonello da Messina
Sant’Agostino fu Vescovo e dottore della Chiesa. Nacque a Tagaste in Numidia, oggi Souk Ahras, Algeria, il 13 novembre 354. Morì ad Ippona in Numidia il 28 agosto del 430. Il suo nome era Aurelio Agostino d’Ippona. Fu poi soprannominato Doctor Gratiae (“Dottore della Grazia”). È considerato il più importante pensatore cristiano del primo millennio. La sua opera più nota è intitolata Confessioni e raccontala storia della sua consapevolezza religiosa. Sant’Agostino scrisse molti testi tra i quali scritti di genere autobiografico, filosofico, apologetico, dogmatico. Inoltre, vi sono sue raccolte di lettere, sermoni e poesie. Nelle opere destinate al popolo Sant’Agostino sapeva parlare con un linguaggio opportuno e di facile comprensione.
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Sant’Agostino come San Girolamo e San Gregorio Magno appartenne, forse, al Polittico dei Dottori della Chiesa. Gli scomparti principali del polittico si trovano alla Pinacoteca del Castello Sforzesco e presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Invece, altre ipotesi lo indicano come una parte del Polittico di San Gregorio. Considerando le altre due effigi di Santi è probabile l’esistenza di una quarta immagine, Sant’Ambrogio.
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Lo stile del dipinto Sant’Agostino di Antonello da Messina
Il dipinto raffigurante Sant’Agostino è un’opera religiosa di Antonello da Messina. Il dipinto è datato 1472-1473, poco prima del soggiorno dell’artista a Venezia. L’opera presenta affinità con le pitture catalane o provenzali. Lo testimoniano, infatti, le tavole trilobate e la decorazione del trono di Maria. Invece, l’artista cercò di unificare lo spazio della parte centrale utilizzando le ombre. Questo elemento è, però, tipico della pittura italiana. Antonello da Messina fu in grado di unire, nelle sue opere, l’attenzione al particolare della pittura fiamminga con la monumentalità e l’equilibrio delle forme della pittura italica del Quattrocento. Infine, il volto del Santo presenta una attenta caratterizzazione psicologica.
La tecnica
Sant’Agostino è un dipinto di Antonello da Messina realizzato ad olio su tavola di pioppo. Per motivi di conservazione e restauro la superficie dipinta fu strappata e incollata su tela. Il maestro siciliano seppe assorbire le tecniche e gli aspetti dello stile da altri artisti. In particolare, l’uso della pittura ad olio che apprese dai pittori fiamminghi. Le figure sono frutto di sottili velature di colore che permettono di ottenere un solido chiaroscuro.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto che raffigura Sant’Agostino presenta toni caldi. Prevale, infatti, il rosso brillante del mantello, del libro e dell’interno della mitra. Inoltre, l’incarnato è rosa tendente all’arancio. Lo sfondo, infine, è giallo oro. Non vi sono forti contrasti. La figura si staglia, però, contro il fondo chiaro e uniforme. La luce è frontale e rivela interamente la figura di Sant’Agostino.
Lo spazio
La figura è inserita in uno spazio ideale. Infatti, non è presente alcun indizio ambientale e sono assenti gli indicatori spaziali. La profondità è, quindi, limitata alla figura del Santo.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Antonello da Messina trovava posto nella parte alta del polittico. La sua forma è, quindi, quella di una cuspide. In alto termina a triangolo ed è sviluppato in verticale. Sant’Agostino è raffigurato in primo piano. Nell’immagine prevalgono direttrici verticali. Inoltre, il mantello crea una mandorla compositiva intorno al corpo del Santo.
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Scheda
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Bibliografia
- Eugenio Battisti, Antonello, il teatro sacro, gli spazi, la donna (Il labirinto), Editrice Novecento Palermo. ISBN 88-373-0021-2
- Stefano Zuffi, La pittura italiana, Mondadori 1998. ISBN 88-04-45057-6
- Simonetta Nava, La pittura del Rinascimento, Rizzoli 1999. ISBN 88-17-86148-0ù
- Antonello da Messina, 2019, Skira, Arte antica. Cataloghi, ISBN: 885723927
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