Vir Temporis Acti (Uomo antico) è il volto scolpito di un soldato ripreso da una statua precedente di Adolfo Wildt.
Adolfo Wildt, Vir Temporis Acti (Uomo antico), 1914 (da un’opera del 1911), marmo, 56 x 40 x 39 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Indice
Descrizione di Vir Temporis Acti (Uomo antico) di Adolfo Wildt
Il volto virile di un soldato è rappresentato nel busto intitolato Vir Temporis Acti (Uomo antico) di Adolfo Wildt. La scultura è, infatti, interrotta a livello delle clavicole e i muscoli del collo sono fortemente in risalto. Il viso, poi, è reclinato alla sinistra del soldato, la bocca è semiaperta ed esprime il dolore delle percosse autoinflitte. I lineamenti sono quelli di un giovane uomo dal fisico robusto. Inoltre, la fisionomia è caricata dallo stile secessionista. Gli occhi sono chiusi e le ciglia disegnate graficamente nel marmo. La fronte presenta una forte corrugazione dei muscoli che esprimono il dolore. Infine, i capelli sono trasformati in una decorazione elegante che interpreta le capigliature degli eroi classici.
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Lo stile della scultura Vir Temporis Acti (Uomo antico) di Adolfo Wildt
Adolfo Wildt nacque a Milano nel 1868. Intorno alla data di esecuzione dell’opera Vir temporis acti era impegnato in una importante svolta professionale. Infatti, il suo tentativo era quello di superare la plastica della scultura ottocentesca. La sua direzione era, così, quella di guardare al passato e di contaminarlo con le esperienze del suo tempo. Vir temporis acti è un’opera che rappresenta in pieno questo passaggio. Purtroppo è andata perduta. Fu commissionata da Franz Rose, suo mecenate. Il collezionista prussiano, nel 1894 firmò con Wildt un contratto di 18 anni che garantì all’artista una certa stabilità. Purtroppo la proprietà di Rose fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e con essa molte opere di Adolfo Wildt.
Vir temporis acti raffigurava un soldato intento a percuotersi con lo staffile. La scultura simboleggia, quindi, il sacrificio e la redenzione tramite il dolore autoinflitto. La plastica del soldato ricorda, poi, i corpi di Michelangelo e delle statue classiche. Erano, infatti, questi i riferimenti più amati da Wildt. Inoltre, presenta particolari decorativi tipici della Secessione viennese. In più, si coglie una forte espressività, assente nei modelli classici. L’artista, in seguito, realizzò diverse riproduzioni del volto in bronzo e in marmo.
Attilio Vercelli donò l’esemplare esposto presso la Galleria d’Arte Modena di Milano nel 1920.
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