Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia di Carlo Bonatto Minella è un dipinto che interpreta l’eroina biblica in stile simbolista.
Carlo Bonatto Minella, Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia, 1877, olio su tela, misure? Torino, Galleria civica d’Arte moderna
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Indice
Descrizione Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia
Giuditta e la sua ancella sono dipinte su una scalinata. La giovane eroina è dipinta in alto mentre l’ancella, più in basso, si avvolge in un mantello decorato con figure di stelle. Giuditta si espone in piedi e la sua posizione rivela fierezza e determinazione.
Sulla scalinata è posato il sacco decorato che contiene la testa di Oloferne. Un mosaico decora la colonna e la parete. Intorno alle vetrate è presente una merlatura decorata con rilievi di figure babilonesi.
Interpretazioni e simbologia di Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia di Carlo Bonatto Minella
Giuditta di Carlo Bonatto Minella é anche nota con il titolo di Giuditta si presenta al popolo o Giuditta sulle mura di Betulia si presenta al popolo.
L’eroina Giuditta nel dipinto di Bonatto Minella non è rappresentata come per tradizione durante la decapitazione di Oloferne. Nel dipinto però si intravede la testa tagliata del generale all’interno di un sacco. Nell’opera di Bonatto Minella la giovane si mostra al popolo della città di Betulia al ritorno dalla missione dopo aver sconfitto gli assiri che assediavano la città. Insieme alla giovane compare la sua ancella complice nell’uccisione del generale assiro.
La Giuditta di Carlo Bonatto Minella non mostra la scena drammatica o raccapricciante della decapitazione del generale Oloferne. L’attenzione nel dipinto è tutta per la giovane eroina che si espone impassibile al popolo come una star mediatica. Ad isolare e raggelare la scena è anche l’assenza del pubblico corso a omaggiare colei che ha salvato la città con il suo gesto eroico. Giuditta non incita la folla ma rimane impassibile e semplicemente si mostra al popolo nella sua figura come un idolo vivente. La giovane è consapevole del proprio successo e forte di questo concede al popolo la propria immagine.
Una moderna Giuditta star dell’industria cinematografica
Come nelle altre opere più note di Carlo Bonatto Minella, la Giuditta esprime un’atmosfera sospesa e raggelata. Le due protagoniste sono immobili e isolate e non sembrano essere in presenza di alcun interlocutore. L’ancella infatti posa il capo su una mano e osserva lontano, fuori dal campo del dipinto. Giuditta rimane ferma, impugna un lembo della propria veste e si espone così al popolo senza mostrare compiacimento. Nella Giuditta di Carlo Bonatto Minella si coglie la solitudine dell’eroe e già un anticipo della moderna star mediatica osannata dalla folla ma che rimane sola con le sue nevrosi nel privato.
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Questo dipinto fu tra i primi dell’artista a comparire alle mostre della Promotrice di Belle Arti di Torino. La Giuditta si trova a Torino presso la Galleria civica d’Arte moderna.
Luisa Pomba-Pacchiotti di Torino donò nel 1899 il dipinto alla Galleria Civica d’arte Moderna della città.
L’artista e la società. La storia dell’opera Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia di Carlo Bonatto Minella
Carlo Bonatto Minella dipinse la sua interpretazione di Giuditta nel 1877, all’età di circa 22 anni.
Lo storico Luigi Mallè ravvisò nell’opera una: “silenziosa ed emanante presenza di persone dall’animo sospeso”.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Giuditta che si mostra dalle mura di Betulia di Carlo Bonatto Minella
Gli storici dell’arte fanno notare come in questo dipinto siano evidenti le premesse accademiche ma si evidenzia anche una chiara componente lirica personale. Si sicuro Carlo Bonatto Minella fu influenzato dalle mode culturali del tempo, prima di tutto l’Orientalismo storico e il Simbolismo. Però sempre la gli studiosi mettono in luce l’assenza di dettagli di cornice che abbondano nei dipinti storici di tipo accademico. Il giovane artista seppe così elaborare una sintesi compositiva che diventa essenziale per la narrazione. Infatti Bonatto Minella utilizzò qui la sua grande capacità di disegnatore per costruire una scena storicamente credibile.
I dettagli minutamente descritti sono funzionali inoltre all’equilibrio della composizione e al fatto narrato. Così si identifica la figura di Giuditta e si coglie il terribile gesto compiuto dall’eroina biblica che si mostra però nella sua algida impassibilità. La scena è popolata infine da figure immobili e silenziose che generano un’atmosfera irreale e silenziosa. Questo aspetto di decadente raffinatezza avvicina l’opera alla produzione dei pittori della Confraternita dei Raffaelliti.
Le figure del dipinto, umane e ambientali, sono costruite con un disegno molto rigoroso che rivela la capacità tecnica dell’artista. Le due figure femminili presentano fisionomie idealizzate e indossano abiti che ricadono in morbidi panneggi. L’artista curò particolarmente la resa del tessuto che si anima con il chiaroscuro ben costruito. Il dipinto, grazie all’effetto smaltato dei colori intensi assume un aspetto prezioso. La stessa resa pittorica e già presente nel dipinto intitolato La figlia di Sionne del 1876.
La tecnica
Il dipinto di Carlo Bonatto Minella è un olio su tela di 73,3 centimetri di larghezza e 121,8 cm di altezza.
Il colore e l’illuminazione
I colori brillanti dall’aspetto smaltato contribuiscono a ricreare l’atmosfera irreale e sospesa.
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Bibliografia
- Angelo Paviolo, Carlo Bonatto Minella da Frassinetto C. pittore, GS Editrice (1 luglio 2000, ISBN-10 : 8887374600 ISBN-13 : 978-8887374605
- Carlo Bonatto Minella, oltre il corpo… l’anima. Premio biennale 2° edizione 2013, Lizea Arte, 2013, EAN: 9788896630303
- Clara Colombatto, Il pittore dell’anima. Carlo Bonatto Minella, Editrice Tipografia Baima-Ronchetti, Collana: Biblioteca degli scrittori piemontesi, 2021, EAN: 9788831934626
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 8 gennaio 2022.
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- La figlia di Sionne
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