Sera sul viale Karl Johan di Edvard Munch

Sera sul viale Karl Johan di Edvard Munch

Edvard Munch, Sera sul viale Karl Johan, 1892, olio su tela, 84,5 x 121 cm. Bergen, Kode Bergen Art Museum, The Rasmus Meyer Collection

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Descrizione di Sera sul viale Karl Johan di Edvard Munch

Sera sul viale è un dipinto di Edvard Munch del 1892 che si trova al Museo d’arte di Bergen. Aften på Karl Johan è il titolo originale in norvegese, mentre in inglese l’opera è conosciuta come Evening on Karl Johan.

Sera sul viale, secondo i curatori del museo norvegese, evidenzia già le prime riflessioni sulla realtà alienante, maturate da Edvard Munch nel corso della sua ricerca artistica. Il pittore, nel 1889, registrò nel suo diario un malessere che rappresentì, in seguito, nella scena dipinta: «Tutti i passanti lo guardavano in modo così strano e singolare e lui sentiva che lo guardavano così, che lo fissavano, tutte queste facce, pallide nella luce serale; voleva fissare un pensiero ma non gli riusciva, aveva la sensazione che nella sua testa non ci fosse nient’altro che il vuoto… il suo corpo era scosso dal tremito, il sudore lo bagnava».

Con le sue parole e, in seguito, i suoi dipinti con il tema del passeggio, Munch espresse una profonda critica contro le vuote ritualità sociali della buona borghesia del tempo.

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Approfondimento. Gli uomini vuoti

di Anna Maria Nosotti

È fin troppo facile associare Munch a un quadro (che possiamo ritrovare in varie edizioni…) come “L’Urlo”: la disperazione della figura in primo piano che vorrebbe emettere un grido, quasi soffocato, e la disperazione del suo sguardo sono noti a tutti. L’immagine, divenuta iconica, la ritroviamo riprodotta anche in alcuni oggetti di consumo e non c’è studente liceale che non inserisca quest’opera all’interno di un suo lavoro sul “male di vivere”, da presentare all’esame di stato finale.

Eppure Munch ci ha regalato molto di più e la sua patria, la Norvegia, ne perpetua il ricordo esponendo la sua vasta produzione nei numerosi musei che si possono trovare in tutte le sue principali città. Il recente museo Munch di Oslo, di incredibile e futuristica bellezza architettonica, espone ben 1100 suoi dipinti, 4500 tra disegni ed acquerelli, 18000 opere grafiche e 6000 libri. Un incredibile patrimonio…

Una realizzazione lunga e complessa

Soffermiamoci ora ad osservare un suo assoluto capolavoro. “Sera sul viale Karl Johan”(1892), conservato invece al museo d’arte di Bergen. La genesi dell’opera è stata lunga e complessa. Infatti, già nel 1889 Munch comincia ad annotare sul suo diario riflessioni riferite al problema dell’alienazione: durante una passeggiata, prova la sensazione che tutti lo guardino, lo osservino, mentre nella sua testa non riesce a percepire altro che il vuoto. Lo stesso gli accadde tempo dopo a Parigi. “Mi trovavo sul Boulevard des Italiens- con le lampade elettriche bianche e i becchi a gas gialli- con migliaia di volti estranei che ala luce elettrica avevano l’aria di fantasmi.

Nasce così l’idea di questo quadro, esposto per la prima volta a Berlino nel 1902, e che ha suscitato una valanga di critiche. Questa folla di borghesi che avanzano sul viale principale di Oslo, eleganti, ma con gli occhi vuoti e l’espressione degli zombies,e che non si accorgono invece che alla loro destra passa, di spalle, un uomo, che se ne va per la su strada, forse consapevole del senso della vita, un senso estraneo a tutti loro.

Uomini di pura forma, preda dell’alienazione che pervade il mondo moderno, vittime di un’assoluta difficoltà di comunicazione, vera e profonda.

Ed ecco che non può che venire alla mente T. S. Eliot e la sua e la sua profetica “The Hollow Men”.

Noi siamo gli uomini vuoti
Noi siamo gli uomini impagliati,
Che appoggiano l’un l’altro
la testa piena di paglia, ahimè
……………………………..
Figura senza forma, ombra senza colore
Forma paralizzata. Gesto privo di moto

Inoltre, come non pensare agli “uomini che non si voltano” di Eugenio Montale?

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compiersi il miracolo;
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore da ubriaco
.

Poi, come su uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi, case, colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto

Un’epifania del nulla, una mancanza di sintonia tra noi stessi e la nostra vita, una poesia dell’incertezza, in cui il poeta può solo dire al suo lettore di aver compreso solo “Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. E nell’opera di Munch ritroviamo lo stesso male dell’esistenza, gli stessi uomini smarriti nel gran mare dell’essere, la stessa angoscia, la medesima alienazione. Insomma, con un secolo di anticipo questi artisti hanno sottolineato la solitudine, la paura, l’incapacità di vivere appeno la vita; in una parola, ciò che purtroppo caratterizza l’uomo moderno.

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Bibliografia

  • Edvard Munch in the National Museum, Nasjonalmuseet 2008, ISBN 978-82-8154-035-54
  • Eva Di Stefano, Munch, Giunti Editore, 2017, ISBN-10 ‏ : ‎ 8809992024 ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8809992023

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