Corse a Longchamp di Édouard Manet

Corse a Longchamp di Édouard Manet è un dipinto del 1867 nel quale il pittore francese ritrae una corsa di cavalli nel noto ippodromo di Parigi.

Édouard Manet, Corse a Longchamp, 1867, olio su tela, 44 x 84,2 cm. Chicago, Art Institute of Chicago

Corse a Longchamp di Édouard Manet si trova a Chicago, custodito presso l’Art Institute of Chicago. Manet lo dipinse nel 1867 per rappresentare un luogo molto amato dai parigini che amavano esibirsi in questa importante occasione mondana.

Indice

Descrizione di Corse a Longchamp di Édouard Manet

Il pittore rappresentò in questo dipinto gli ultimi momenti della gara, quando i cavalli superano la linea del traguardo. Proprio un alto palo a sinistra, che termina con un anello, segnala l’arrivo. La folla, assiepata a sinistra e a destra, seppur sfocata, manifesta una certa eccitazione per la fine della gara.

Interpretazioni e simbologia di Corse a Longchamp di Édouard Manet

Les Courses à Longchamp è il titolo originale dell’opera di Édouard Manet, conosciuta in Italia come Corse a Longchamp. Presso il museo di Chicago è indicato con il titolo di The Races at Longchamp. Manet, diversamente da Edgar Degas, non amava particolarmente le corse di cavalli. Il pittore infatti preferiva le scene di vita mondana e dipinse soli due lavori, oggi conosciuti, con questo tema.

Il dipinto di Édouard Manet, Corse a Longchamp, presenta una certa affinità con alcuni dipinti di Edgar Degas. Il pittore impressionista, infatti, era noto per la sua passione delle corse ippiche che rappresentò più volte nei suoi lavori. Erano molti i parigini che si recavano all’ippodromo per seguire lo sport molto alla moda. Infatti, i campi da corsa, che si trovavano lungo il Bois de Boulogne, nella periferia occidentale di Parigi, offrivano anche una importante cornice di mondanità. All’ippodromo si trovavano così uomini d’affari e belle dame che non perdevano occasione di sfoggiare la propria bellezza. Si tratta quindi della scelta di rappresentare un tema moderno per l’epoca, molto caro alla borghesia e al pubblico raffinato.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Corse a Longchamp, (Les Courses à Longchamp), si trova all’Art Institute of Chicago con numero d’inventario 1922.424. Corse a Longchamp rimase nello studio dell’artista fino al 1877, anno in cui fu venduto a Emile Théodore Delius di Parigi per 1.000 franchi. Durand-Ruel di Parigi lo acquistò quindi il 1 giugno 1896, per 3.000 franchi. Potter Palmer di Chicago acquistò il dipinto il 21 giugno 1896, per 45.000 franchi. Palmer morì nel 1902 e l’opera passò alla famiglia Palmer di Chicago, per eredità, che la donò all’Art Institute of Chicago, Chicago nel 1922.

L’artista e la società. La storia dell’opera Corse a Longchamp di Édouard Manet

Édouard Manet, Corse a Longchamp, ca 1866, matita e acquerello su carta, 19,6 x 26,9 cm. Parigi, Musée d’Orsay, presso il Département des Arts Graphiques del Louvre

Édouard Manet nacque a Parigi il 23 gennaio 1832, da una famiglia benestante e colta, e morì il 30 aprile 1883. Il pittore francese dipinse Corse a Longchamp nel 1867, quindi intorno all’età di 35 anni. Dagli storici dell’arte Èdouard Manet è considerato un importante pittore preimpressionista. Fu fondamentale, infatti, il suo contributo alle attività del Gruppo di Batignolles, che elaborò le prime idee nel gruppo impressionista.

I curatori del museo ipotizzano, che lo stile approssimato che Manet utilizzò per dipingere Corse a Longchamp, riveli lo stato di abbozzo dell’opera. Probabilmente, il pittore era intenzionato a dipingerne una versione più grande e maggiormente dettagliata, che non risulta essere stata realizzata.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

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Lo stile di Corse a Longchamp di Édouard Manet

La scena dipinta è evidentemente sfocata, al fine di creare l’impressione di movimento del gruppo di cavalli al galoppo. L’opera, rispetto a quelle più curate e dettagliate di Manet, pare infatti, appena abbozzata. Gli storici, proprio valutando questa scelta stilistica del pittore, considerano Corse a Longchamp uno dei suoi dipinti più innovativi. Il fuori fuoco, infatti, avvicina molto la scena ad una ripresa fotografica, che al tempo, nel 1866, rappresentava un’assoluta novità tecnologica. Inoltre, la sfocatura dell’ambiente e degli spettatori, dipende dell’intenzione di Manet di concentrare lo sguardo dell’osservatore sui cavalli al galoppo.

Stilisticamente si nota una certa approssimazione della definizione delle figure. Da una parte, questo accorgimento evoca una immagine mossa e il polverone alzato dagli zoccoli dei cavalli. Secondo una ipotesi degli storici, l’opera rappresenterebbe lo studio per un dipinto successivo. Il taglio della scena ricorda una ripresa fotografica che, al tempo, era considerata un’assoluta novità. La fotografia innescò una grande sfida alla pittura del tempo. Alcuni artisti presero a modello le riprese fotografiche per creare opere dall’aspetto più moderno e dinamico. L’immagine realistica della fotografia diede ispirazione a molti artisti, che sperimentarono tecniche volte a ottenere effetti di grande realismo.

La tecnica di Corse a Longchamp di Édouard Manet

Édouard Manet dipinse Corse a Longchamp con colori ad olio, stesi in pasta su una tela di 43,9 x 84,5 cm.

Lo spazio

Per rappresentare il tema moderno e mondano delle corse di cavalli, Manet utilizzò un punto di vista inusuale per le sue opere. Le opere di altri artisti proponevano una visuale dalla folla di spettatori, che permetteva una identificazione con il pubblico dell’evento. Invece, Manet scelse di osservare i cavalli dal centro della pista. La folla si trova dietro la balaustra mentre i cavalli sembrano correre verso l’osservatore che vive in diretta la tensione della gara.

La composizione e l’inquadratura

La composizione del dipinto è funzionale alla sensazione di tensione che Manet vuole creare nell’osservatore. Infatti, il gruppo di cavalli, che crea un fronte unico che dall’alto del piano dipinto, si proietta con grande forza verso il basso. La staccionata, che si trova a sinistra, guida e sottolinea poi questa componente dinamica. Manet, per enfatizzare il movimento rapido e in avanti dei cavalli, ha organizzato le loro figure intorno ad un triangolo compositivo rovesciato. Infatti, come si può notare nel più sintetico bozzetto del museo d’Orsay, gli animali creano una massa unica con apice verso il basso. Inoltre, i corpi dei cavalli sembrano raggrupparsi verso il centro mentre le gambe spinte al galoppo si espandono a raggiera. Questa scelta compositiva, espande così virtualmente lo spazio della scena verso l’esterno. L’osservatore ha quindi l’impressione di un potente movimento diretto verso di lui.

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Bibliografia

  • Autori vari, Manet. Ritorno a Venezia. Catalogo della mostra 24 aprile-18 agosto 2013, Skira, 2013, ISBN 978 88 572 1847 2
  • Gérard Georges Lemaire, Manet, Giunti, Collana: Dossier d’art, 2017, ISBN: 9788809990654

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 23 dicembre 2024.

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Consulta la pagina dedicata all’opera di Édouard Manet, Corse a Longchamp, sul sito dell’Art Institute of Chicago.

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