Abito scheletro, su disegno di Salvador Dalí di Elsa Schiaparelli è uno dei diversi modelli che l’artista catalano fornì alla sua amica stilista.
Salvador Dalí, Abito scheletro, 1938, crépe di seta, ovatta di cotone. Londra, Victoria and Albert Museum
Indice
Descrizione di Abito scheletro, su disegno di Salvador Dalí di Elsa Schiaparelli
L’Abito scheletro, ideato da Salvador Dalí e prodotto dalla maison di Elsa Schiaparelli è composto da due parti: un abito da sera e da una sottoveste. L’Abito scheletro è un abito da sera di colore nero, accompagnato da una sottoveste in crêpe di seta. Le imbottiture che imitano le ossa toraciche sono realizzate con la tecnica di trapuntatura molto enfatizzata. Il disegno si rivela quindi attraverso il contorno ottenuto con due strati di tessuto e l’uso di ovatta di cotone, inserita dall’interno, per far risaltare il disegno sul davanti. Le cuciture delle spalle, e quella del lato destro, sono chiuse da quattro evidenti cerniere di plastica.
Interpretazioni e simbologia di Abito scheletro, su disegno di Salvador Dalí di Elsa Schiaparelli
Salvador Dalí diede il nome di The Skeleton Dress alla sua creazione che in italiano si traduce come L’abito scheletro. Invece, il nome della collezione della quale faceva parte è “Circus Collection” dell’estate 1938, presentata al pubblico nel febbraio 1938.
Elsa Schiaparelli fu una professionista della moda con diversi primati. Infatti, inventò il Rosa Shocking e fu il primo volto femminile ad apparire sulla copertina del Time. Il suo personaggio fu così popolare che nell’ambiente culturare era nota come Schiap, un termine breve più adatto ad un’artista che ad una stilista. Dalí fu completamente affascinato dalla personalità della donna e colse una importante occasione per farsi notare sui palcoscenici mondani internazionali.
Inoltre l’artista era solito indossare capi d’abbigliamento molto eccentrici che contribuirono a creare e a diffondere il suo personaggio. Nel 1937, Dalí ispirò alla Schiap il celebre Abito aragosta, dipingendo un grande crostaceo sul tessuto di un abito bianco estremamente elegante. Fu poi la volta del cappello-scarpa, ripreso da un suo disegno a sua volta ispirato da una fotografia della moglie Gala del 1933. Poi il tailleur a cassetti, come la celebre Venere di Milo a cassetti e tanti accessori surreali e provocatori.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
L’Abito scheletro di Salvador Dalí e di Elsa Schiaparelli si trova a Londra, custodito presso il Victoria and Albert Museum con numero d’inventario T.394&A-1974. La signorina Ruth Ford donò l’abito al Victoria and Albert Museum.
L’artista e la società. La storia dell’opera Abito scheletro, su disegno di Salvador Dalí di Elsa Schiaparelli
Salvador Dalí disegnò il modello che servì per confezionare l’Abito scheletro a Parigi, nel 1938, intorno all’età di 34 anni. Salvador Dalí, nato nel 1904 a Figueres, fu un grande provocatore, e la collaborazione con la stilista gli diede l’occasione per creare abiti assolutamente fuori dalla norma. L’abito scheletro, infatti, pur restando in linea con i canoni della moda di fine anni Trenta del Novecento, si candidò per suscitare forti polemiche. Il mondo della moda ha colto, anche recentemente, idee e spunti da questo abito e importanti stilisti si sono ispirati ad esso per creare nuovi, ma meno provocatori, modelli.
La vita di Elsa Schiaparelli
Elsa Schiaparelli è stata una stilista di gran successo, attiva nella prima metà del Novecento. La stilista operò a Parigi, la capitale della moda al tempo, e fu rivale di un’altra grande stilista, Coco Chanel. Le due donne furono molto vicine all’ambiente artistico parigino e presero ispirazione dal lavoro degli artisti che frequentavano il loro salotto culturale. Però, a differenza di Coco Chanel, Elsa Schiaparelli strinse un legame più stretto con l’arte e Salvador Dalí fu un suo grande amico e confidente. La stilista nacque all’interno di una famiglia aristocratica, proveniente da Napoli che vantava una discendenza dalla famiglia de’ Medici di Firenze. Il padre invece proveniva da una famiglia di intellettuali piemontesi.
Il successo a Parigi
Fin da giovane Elsa Schiaparelli tentò di affrontare la carriera creativa ma fu osteggiata dalla famiglia che preferì la formazione presso un collegio svizzero. Si trasferì poi a Londra e sposò il conte William de Wendt de Kerlor, dal quale però si separò presto. Partì così per New York e poi a Parigi dove si stabilì insieme alla figlia. Nella Ville Lumiére conobbe Gaby, moglie dell’artista dadaista Francis Picabia che possedeva una boutique. Elsa Schiaparelli ebbe inoltre modo di conoscere Paul Poiret, il celebre couturier degli anni Dieci del Novecento. Si avvicinò poi agli artisti e intellettuali cubisti e surrealisti che influenzarono in modo determinante le sue prime creazioni.
La stilista scrisse: “Lavorare con artisti come Bebe Berard, Jean Cocteau, Salvador Dali, Vertes, Van Dongen e con fotografi come Hoyningen Huene, Horst, Cecil Beaton e Man Ray regalava un senso di euforia. Ci si sentiva sostenuti e capiti, a differenza della più superficiale e noiosa realtà della realizzazione di un abito da mettere in vendita.” (Elsa Schiaparelli, “Shocking Life”, pag. 75)
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Lo stile di Abito scheletro, su disegno di Salvador Dalí di Elsa Schiaparelli
Lo stile dell’Abito scheletro è quello di un tradizionale abito da sera molto elegante. Infatti Elsa Schiaparelli si distingueva per la assoluta classicità dei tagli, unita all’eccentricità delle decorazioni e degli accessori.
La tecnica
L’Abito scheletro di Salvador Dalí è composto dall’abito da sera vero e proprio e la sottoveste in crêpe di seta. I rilievi che rappresentano le ossa sono ottenute in trapuntatura a trapunto e ovatta di cotone.
La struttura
Nella parte interna del collo, nella parte posteriore, si vede l’interno della spina dorsale, riprodotta con l’imbottitura di ovatta e la parte anteriore del rachide. Nella parte posteriore del corpetto si vedono le vertebre e costole, mentre sui fianchi, posteriormente, compare l’estremità inferiore del coccige. Sulla vita è poi presente una evidente cucitura, quindi, più in basso, è presente un inserto triangolare che termina sul coccige. Infine, sono presenti due cerniere laterali. Nella parte superiore anteriore del corpetto si possono osservare quindi le cerniere esposte sulla spalla, cioè non nascoste da una cucitura. Più in basso, si notano le cuciture trapuntate che simulano le costole. Inoltre, si può vedere una cerniera esposta sul lato sinistro.
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Bibliografia
- Carolina Brook, Dalí, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art Anno edizione: 2000;2002, EAN: 9788809016071
- Marco di Capua, Salvador Dalí – la vita e l’opera, Mondadori, 2002
- Fiorella Nicosia, Dalí, Giunti Editore, Collana: Vita d’artista, 2010, EAN: 9788809052956
- Salvador Dalí, Les dîners de Gala. Cene di Gala. Il ricettario surrealista di Salvador Dalí, Taschen, Collana: Varia, 2016, EAN: 9783836539753
- Salvador Dalí, I cornuti della vecchia arte moderna, Abscondita, Collana: Miniature, 2008; 2017, EAN: 9788884166166
- Salvador Dalí, 50 segreti magici per dipingere, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2018, EAN: 9788884167279
- Salvador Dalí, Il mito tragico dell’Angelus di Millet, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2019, EAN: 9788884167903
- Salvador Dalí, La mia vita segreta, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2020, EAN: 9788884168580
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