Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico propone l’interpretazione metafisica dello studio d’un artista.
Giorgio de Chirico, Grande interno metafisico, 1917, olio su tela, 95,5 x 70,5 cm. New York, Museum of Modern Art
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Indice
Descrizione di Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico
All’interno di un ambiente chiuso, alcuni cavalletti, collocati sopra ad una pedana di legno, reggono due grandi dipinti. In quello di sinistra è raffigurata una veduta di mezza montagna e un grande palazzo. Il dipinto di destra mostra invece una natura morta disposta sul piano del dipinto. Si intravedono infatti due filoni di pane fissati nella parte superiore. Compaiono poi altri due pannelli, uno in secondo piano di colore verde e uno a destra distaccato dalla parete. Infine in basso si vedono due contenitori di colore rosso e verde. Su quello di destra compare la firma dell’artista.
Interpretazioni e simbologia di Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico
Great Metaphysical Interior è il titolo con il quale il dipinto di Giorgio de Chirico è conservato presso il Museum of Modern Art di New York. In italiano invece l’opera è conosciuta come Grande interno metafisico. Questo dipinto fa parte di una serie di opere nelle quali compaiono nature morte con diversi oggetti racchiuse in ambienti simili a stanze. Le diverse composizioni prendono il titolo dagli oggetti che più le caratterizzano come Interno metafisico con grande officina, Interno metafisico con pere, e Interno metafisico con biscotti.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Mario Broglio, acquistò direttamente da Giorgio de Chirico il Grande interno metafisico e lo conservò probabilmente nella Collezione Valori Plastici, di Roma dal 1 gennaio 1921 ad agosto 1922. A questa data Giorgio de Chirico, che viaggiava al tempo tra Parigi e Ferrara, riacquistò l’opera in cambio della riduzione del debito di pagamento contratto da Mario Broglio. Il dipinto risulta quindi di proprietà di Gala Dalí (nata Elena Ivanovna Diakonova, già Gala Éluard), al tempo conpagna di Paul Éluard, di Parigi, fino al 4 dicembre 1935.
James Thrall Soby (1906-1979), di New Canaan e New York, acquistò l’opera da Gala Dalí e/o Paul Éluard tramite la Pierre Matisse Gallery (spedizione n. C.538, stock n. S.392), di New York il 4 dicembre 1935 conservandolo fino al 1969 quando lo donò al The Museum of Modern Art di New York. Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico si trova ora a New York custodito presso il Museum of Modern Art con numero d’inventario 1078.1969.
L’artista e la società. La storia dell’opera Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico
Giorgio de Chirico dipinse questo Grande interno metafisico a Ferrara nei mesi di aprile-agosto 1917, intorno all’età di 29 anni. Il pittore infatti nacque a Volo, Grecia, il 10 luglio 1888. De Chirico, nel maggio del 1915 insieme al fratello Alberto Savinio rientrò in Italia da Parigi per arruolarsi, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. I fratelli si presentarono alle autorità militari di Firenze e raggiunsero quindi Ferrara dove De Chiricò assunse l’incarico di scritturale. Fu in questo periodo che cominciò a dipingere i primi Interni metafisici come Il Grande interno metafisico. Si dedicò anche ad altre opere quali Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le muse inquietanti. Nel 1917 passò qualche mese presso l’ospedale militare Villa del Seminario per malattie nervose, dove si trovava anche il giovane pittore Carlo Carrà.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico
Giorgio de Chirico è indicato dagli storici dell’arte come il principale interprete della Pittura Metafisica. Le sue opere del periodo metafisico sono caratterizzate da ambienti cristallizzati e privi di vita. Compaiono infatti raramente figure umane. Le forme sono fortemente semplificate e le prospettive creano distorsioni ambientali come nel caso del dipinto Grande interno metafisico.
L’ambiente, infatti, è descritto dalle linee delle pareti che incontrano il soffitto e dall’angolo che si forma a sinistra. Nel dipinto, però sono presenti diversi punti di vista che disorientano l’osservatore e creano un effetto misterioso di attesa. I colori sono stesi attraverso campiture piatte e gli oggetti sono privi di chiaroscuro. La disposizione dei cavalletti, i due dipinti e gli altri elementi della stanza evocano così una particolare atmosfera che è definita, appunto, metafisica.
La tecnica di Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico
Grande interno metafisico, di Giorgio de Chirico è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicato su tela. Le misure dell’opera sono 95,5 cm di altezza e 70,5 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
Le pareti di colore grigio scuro della stanza fanno da sfondo alle diverse tonalità di ocra e marrone dei cavalletti. In basso, risultano così molto evidenti i contenitori di colore verde e rosso che spiccano sul marrone scuro della pedana. Il dipinto di sinistra presenta un paesaggio dai colori freddi, verdi e azzurri, che quindi si distacca dall’ambiente caldo e scuro. Anche il dipinto di destra è caratterizzato dal blu che colora il fondo. Infine, al centro, a destra, spicca il pannello di colore grigio chiaro. La luce proviene da destra in alto come evidenziato dalle diverse gradazioni dei lati dei contenitori.
Lo spazio
Il dipinto di Giorgio de Chirico raffigura un interno non ben definito nel quale sono collocati i cavalletti al di sopra di una pedana di legno. Infatti, a suggerire lo spazio sono la parete di sinistra e quella di destra che si uniscono al soffitto creando le linee oblique che convergono nell’angolo dipinto a sinistra. L’ambiente è descritto con l’uso della prospettiva geometrica ma non risulta coerente con un unico punto di vista.
Questa caratteristica dello spazio metafisico si evidenzia mettendo a confronto le fughe parallele della pedana che vanno verso sinistra e quelle del pannello di destra. Inoltre ogni oggetto della scena presenta una costruzione prospettica che non contribuisce a creare l’impressione di uno spazio uniforme. Questo aspetto del linguaggio di de Chirico è una scelta stilistica consapevole e contribuisce a evocare il senso di attesa e di mistero delle opere metafisiche.
La composizione e l’inquadratura
Grande interno metafisico di Giorgio de Chirico è un dipinto di forma rettangolare con inquadratura verticale che valorizza il gruppo di cavalletti poggiati sulla pedana. La struttura compositiva è caratterizzata dalle verticalità dei cavalletti, del dipinto di destra e dell’angolo d’incontro della parete. Sono poi presenti molte linee oblique prodotte dalle fughe delle cornici, degli oggetti e del soffitto che confina con le pareti. In dipinto di sinistra invece è esposto frontalmente e rappresenta l’elemento statico intorno al quale si sviluppa l’intera composizione.
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Bibliografia
- Maurizio Calvesi, Gioia Mori, De Chirico, Giunti, Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809760806
- Chiara Fabi, Maria Fratelli (a cura di), Giorgio De Chirico La scuola dei gladiatori, Skira, collana: Visti da vicino, 2019, ISBN: 885724282, EAN: 9788857242828
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 16 giugno 2023.
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- Grande interno metafisico
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