Eclettismo e arte contemporanea

L’eclettismo è un atteggiamento creativo nato tra fine Ottocento e inizio Novecento che caratterizza il lavoro di molti grandi artisti contemporanei.

Pagina aggiornata il: 14 novembre 2024. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Immagine: Collettivo Costarocosa, Toscano-Riva, Dindalan, bozzetto. Courtesy colletttivo Costarocosa

Nell’arte contemporanea l’eclettismo è un approccio operativo ormai consolidato, soprattutto a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Infatti, si presta bene alle ricerche concettuali che pongono come nucleo significante di un’opera un concetto astratto o un’azione creativa. Per comprendere l’eclettismo bisogna tornare alle ricerche degli architetti di fine Ottocento in particolare alle esperienze dell‘Art Nouveau.

Questa tendenza si può definire sommariamente come l’utilizzo di un insieme di stili nel processo creativo. Gli architetti del passato presero così ispirazione da tutto ciò che si trova intorno a loro. In particolare l’oggetto del loro interesse fu l’arte classica e l’arte medievale come nel caso dell’Art Nouveau. Nei palazzi che si possono ancora ammirare nelle città europee, si ritrovano, così, elementi presi in prestito dall’arte dell’Antico Egitto, della Grecia Antica e del Giappone.

Eclettismo e arte del passato

A partire dalla fine del Settecento, anche nell’arte figurativa si manifestarono approcci eclettici che, come sottolineano gli storici, sono sinonimo di curiosità culturale, apertura mentale e apertura alla sperimentazione creativa. Nel periodo Neoclassico le fonti di ispirazioni furono soprattutto l’antichità greco-romana. Nel corso dell’Ottocento si palesarono poi spinte nazionaliste e gli artisti Romantici, ma anche altri Neoclassici, si rivolsero al passato medievale. L’eclettismo nacque nel periodo di sviluppo economico delle grandi città europee. Gli amministratori e i protagonisti della civiltà industriale avevano bisogno di simboli che celebrassero la grandeur nazionale.

Quindi il ritorno al passato dell’eclettismo fu anche un modo per ripescare il passato eroico e unitario e sottolineare appunto gli ideali nazionali. Il riferimento ad epoche storiche passate permetteva quindi una grande flessibilità compositiva e di soggetti. Così, la rappresentazione realista trasformava i simboli del progresso in ideale di bellezza eterna.

Risposero a questa richiesta grandi artisti come Antonio Canova, il britannico Laurence Alma Tadema e Hans Makart che riportarono in vita il classicismo greco-romano. Le loro opere sono un catalogo di oggetti, scenografie e ambientazioni di quelle epoche.

Eclettismo e arte contemporanea. Gli artisti

L’eclettismo artistico permette quindi di ripescare elementi del passato e di riflettere sulla loro funzione riportandoli al dibattito contemporaneo. Questa formula creativa si ritrova infatti come fonte di ispirazione e Modus operandi che unisce molti artisti. Come per l’architetto, ottocentesco, l’artista eclettico fu caratterizzato dall’utilizzo di insieme di stili o di soggetti che provengono dal passato. Nel caso dell’artista contemporaneo, invece, si tratta più esattamente dell’utilizzo di più linguaggi espressivi elaborati in anni non lontani. Il risultato è, così, quello di una ricerca che mette insieme diverse suggestioni, influenze e tipologie.

Oggi si considerano eclettici artisti che utilizzano diversi media creativi e materiali diversi, finalizzati a creare installazioni, azioni performative o allestimenti di spazi. Ai Weiwei, artista nato a Pechino ma di fama internazionale, è conosciuto per le installazioni monumentali. Le sue opere mettono insieme l’arte tradizionale cinese e materiali industriali oppure reperiti all’interno di spazi di recupero o di spazi naturali. Le sue opere trattano di temi politici e sociali, spesso con un componente fortemente critica nei confronti del governo cinese. Anish Kapoor è un artista nato a Mumbai, in India, che lavora su territorio britannico. Lavora con sculture di grandi dimensioni dalle superfici lucide e colorate dai titoli evocativi. L’artista americano Jeff Koons, nato a York in Pennsylvania, è noto per l’utilizzo di vari media che utilizza per creare grandi opere provocatorie dal gusto pop.

I materiali e le tecniche

Il termine eclettico si può applicare, probabilmente, a molti degli artisti contemporanei il cui approccio concettuale rappresenta il fulcro della creazione. Questa scelta è favorita dall’attuale sviluppo delle tecnologie e dalla notevole quantità di materiali industriali di recupero che offrono materia prima significante.

Le riproduzioni di opere antiche in gesso lasciano spazio all’utilizzo dei nuovi media come video o applicazioni internet e arrivare fino all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

L’Eclettismo di Armando Riva

Armando Riva è uno scultore che vive nei pressi di Biella, in Piemonte. Le sue installazioni, le sue azioni performative, le sue sculture, i suoi dipinti e le sue fotografie si adattano, di volta in volta, al flusso di lavoro. Quando Armando Riva si occupa di territorio utilizza materiali che ricordano superfici naturali e forme contorte che suggeriscono la terra e la vegetazione. Terracotta, acciaio, bronzo, legno, patine ossidate, sono solo alcuni dei materiali che rientrano nella ricerca dell’artista. Le opere solenni di Armando Riva occupano grandi spazi o piccoli ambienti e rappresentano la sintesi concettuale che sta alla base del suo pensiero. L’eclettismo intellettuale di Armando Riva è rivolto al territorio o a grandi fatti di cronaca, come la grande tragedia del Vajont.

Armando Riva considera molto importante l’ispirazione del luogo e per questo i suoi interventi stabiliscono una forte relazione con lo spazio osservato. L’utilizzo di diversi materiali fa il pari a quello di diversi linguaggi espressivi. La sua ricerca trae anche linfa dal ricordo del passato. Espressionismo, De Chirico, Sironi, l’informale di Burri e di Lucio Fontana per approdare alle esperienze concettuali degli anni settanta. Armando Riva è un artista estremamente colto che fa della sua cultura una cifra di ispirazione creativa. Da questa sua necessità proviene l’eclettismo culturale che utilizza per comporre le sue opere.

Sites of love

Interessante è il suo interesse verso lo spazio del cimitero, inteso quale luogo fisico intriso di tracce di ricordi che emergono tra le lapidi. Per Riva è di grande interesse il dialogo che si instaura tra i defunti e i visitatori del luogo sacro. Questo continuo dialogo, secondo l’artista, non si esaurisce ma diventa un flusso eterno di scambio tra vita e morte. Il cimitero diventa così un luogo di incontro anche fisico tra entità differenti.

Il titolo che ha dato ad una sua azione performativa è SITES OF LOVE. Questo titolo accosta la necessità di trovare l’amore necessario che cerca continuamente durante la sua esistenza alla caducità della vita terrena. Armando Riva ha operato scansioni scansioni delle lapidi utilizzanndo uno scanner portatile. Questa cattura della superficie riproduce il gesto che molti fanno di accarezzare la lapide dei propri cari.

Dindalan Roberta Toscano e Armando Riva

Presso il cimitero di Modena, insieme a Roberta Toscano che ha ideato il progetto, Riva ha pensato ad una azione performativa all’interno di una piccola casa-serra in legno dal titolo Dindalan. “Dindalan è una sorta di Antologia di Spoon River al contrario in cui sono i vivi a ricercare un contatto emozionale con i morti per raccontare loro ciò che accade sul piano della realtà o recuperare o inventare esistenze perdute attraverso un elaborato epistolare.”

I due artisti, che formano il collettivo COSTAROCOSA, immaginano di compiere alcuni semplici gesti di vita quotidiana consapevoli della sacralità che il luogo del luogo. Ogni giorno gli artisti scrivono una lettera indirizzata ad una persona defunta sepolta proprio nel camposanto di Modena.

Per fare questo hanno destinato all’azione una vecchia macchina da scrivere, un metronomo, due sedie, di cui una a dondolo, attrezzatura da giardinaggio e una lanterna. Riva e Toscano hanno programmato di scrivere la lettera in due coppie, una delle quali è stata seppellita nella terra antistante la casa Serra, sotto ad una piantina fiorita. La scelta del defunto è casuale per sottolineare l’intento relazionale con il luogo. Le lettere saranno riunite in un in un libro d’artista insieme alla documentazione fotografica.

Dindalan è un titolo che prende ispirazione dall’inizio “di una filastrocca tradizionale in dialetto che il padre di Roberta Toscano era solito cantare all’artista quando era bambina.”

Una pragmatica dell’osservazione

Gli interventi di Armando Riva presentano una solennità, già a partire dalla scelta dei materiali, che rivela una certa pragmatica del rapporto tra opera e osservatore. Questa solennità richiede infatti un atteggiamento sacrale di fronte all’opera, al fine di isolare l’osservazione e allontanare la distrazione dell’ambiente. Riva ci chiede di riflettere sul mondo, sulla parte della realtà meno consolatoria che ricorda la nostra caducità. Questa provvisorietà esistenziale diventa però una forza, che caratterizza l’essere umano, capace di riflettere sul reale e creare nuovi significati per creare ponti verso il futuro.

Bibliografia

  • Enrico Crispolti, Eclettismo, in “Enciclopedia Universale dell’Arte”, vol. IV, Roma-Venezia, Istituto per la collaborazione culturale, 1958, coll. 485-500.
  • Leonardo Benevolo, Storia dell’architettura moderna, 29ª ed., Bari, Laterza Editore, 2009 [1973], ISBN 978-88-420-8622-2.
  • Bruno Zevi, Controstoria dell’architettura in Italia. Ottocento Novecento, Roma, Newton & Compton, 1996, ISBN 978-88-8183-328-3.
  • Piero Adorno, L’arte italiana, 3, tomo primo, 4ª ed., Firenze, Casa Editrice D’Anna, 1998, ISBN 978-88-8104-138-1

Consulta il sito di Armando Riva

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