La Porta dell’inferno di Auguste Rodin

Per quasi trent’anni, Auguste Rodin fu impegnato nella creazione de La porta dell’Inferno e l’opera diventò per lui una vera ossessione.

Auguste Rodin, La porta dell’Inferno, 1880-1917, altorilievo in gesso, 635 x 400 x 94 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Indice

Descrizione de La Porta dell’inferno di Auguste Rodin

La Porta dell’inferno è costituita oggi da 186 personaggi. In alto, si trova il gruppo intitolato Ombre. Invece il celebre Pensatore si trova sul trumeau. L’inquietante gruppo del Conte Ugolino è visibile sul battente di destra. A sinistra invece compaiono le statue di Paolo e Francesca.

Interpretazioni e simbologia

La prima ispirazione per la Porta dell’Inferno fu la Divina Commedia di Dante Alighieri. Gustave Dorè aveva già realizzato un ciclo di incisioni nel 1861 e Rodin tenne presente inizialmente queste immagini. In seguito lo scultore trasse molte energie e idee dalla sua relazione con la giovane Camille Claudel. Dopo aver illustrato le poesie di Charles Baudelaire, “I fiori del Male”, lo scultore si ispirò al clima simbolista dell’opera.

La Porta dell’inferno fu per Rodin una vera ossessione e si protrasse per 27 anni. Lo scultore francese decise di creare una scultura monumentale. Il tema fu dedicato ai gironi infernali e tra i dannati oltre a temi danteschi Rodin scolpì le donne che amò.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Edmond Turquet, ministro delle belle arti di Parigi, nel 1880, incaricò Rodin di realizzare una porta decorativa per l’ingresso del futuro Museo delle Arti decorative della città. A Rodin vennero dati cinque anni per realizzare il progetto. Il gesso ospitato nel Musée d’Orsay risale al 1917 ed è esposto come scultura e non come porta decorata.

La fusione in bronzo è conservata presso il Musée Rodin di Parigi. Nel 1917 la curatrice del Museo, Léonce Bénédite, convinse Rodin a realizzare una fusione de La Porta dell’Inferno.

L’artista e la società. La storia dell’opera La Porta dell’inferno di Auguste Rodin

Lo scultore iniziò a progettare La Porta dell’Inferno consultando i suoi disegni, realizzati cinque anni prima, durante il viaggio in Italia. I dieci pannelli di Lorenzo Ghiberti realizzati per la porta del paradiso del Battistero di Firenze impressionarono molto il maestro.

Rodin disegnò così per un anno intero fino ad arrivare ad undici progetti. Elaborò quindi un primo calco in cera in 10 pannelli. Fece inoltre un secondo calco sul quale distribuì una composizione di piccole figure che riprendeva il Giudizio Universale di Michelangelo dipinto sulla parete dietro all’altare della Cappella Sistina a Roma.

Lo scultore, però, lasciò presto l’idea di pannelli fissi e decise per una composizione libera. Dal 1882, in seguito all’assegnazione di nuovi spazi, Rodin iniziò a costruire le impalcature per una porta di 4,5 metri in altezza e 3,5 metri in larghezza.

Nel gennaio del 1883, Rodin stava procedendo a rilento e i giornali cominciarono a pubblicare voci preoccupanti sul suo lavoro. Anche un ispettore delle Belle Arti fece visita allo studio del maestro. Il funzionario scrisse una relazione molto negativa e rimandò la seconda visita di sei mesi. Rodin fu così costretto ad accelerare il suo lavoro. Nel suo studio si affollarono così modelli e aiutanti. Il maestro lavorò creando piccole figure in argilla che venivano poi riprodotte in gesso e fissate sulla porta.

L’ispettore tornò quindi nell’atelier di Rodin nel novembre del 1883 e fece, invece, un rapporto molto positivo. Da questa data, così lo studio dell’artista diventò un laboratorio di creatività nel quale le idee per la porta furono trasformate in statue autonome. La committenza infatti fu molta e il maestro si trovò a dover soddisfare tante richieste.

Le prime indiscrezioni della stampa e la curiosità del pubblico

Nel 1885 il giornalista Mirbeau descrisse su La France la statua del Conte Ugolino. L’articolo suscitò nuovamente molto interesse verso la Porta dell’Inferno di Rodin che ormai misurava 6,50 metri di larghezza per 3,50 metri di altezza.

Dopo cinque anni di lavoro Rodin elaborò più di 200 figure. Il Ministro Turquet fece molta pressione ma il maestro rimandò la fusione in bronzo. Dal 1890 al 1900 infatti lo scultore creò molte copie dei bozzetti.

Nel maggio del 1901 il Ministero comunicò ad Auguste Rodin il compimento del progetto del Museo della Arti Figurative. Negli anni seguenti Rodin si dedicò all’assemblaggio aprendo la strada alla scultura contemporanea.

Rodin morì all’età di 77 anni nel 1917. I tecnici ricostruirono La porta dell’Inferno, nel 1928 grazie alla mappatura ritrovata negli archivi di Rodin. Fu così eseguita una fusione in bronzo completa. Invece la versione incompleta che il maestro decise di mostrare durante l’Esposizione Universale si trova intatta nello studio, accanto alla sua abitazione di Meudon.

Le sculture più importanti della Porta dell’inferno

Rodin iniziò modellando la statua nota come Il Pensatore che inizialmente era intitolata Il creatore. Nel terzo modello della porta in gesso Il Pensatore venne poi collocato in alto, come a vegliare su tutte le figure della porta. Il processo creativo procedette così eliminando e sostituendo continuamente le statue.

Le prime ad essere eliminate furono due grandi statue di Adamo ed Eva collocate ai lati della porta. Adamo era una statua ispirata ai corpi di Michelangelo. Eva invece fu modellata sul corpo della sua modella preferita, Adele, una ragazza italiana. Adele però lasciò improvvisamente il maestro e l’idea venne abbandonata. Il non finito sul corpo di Eva fu però utilizzato per le opere future. Rodin riprese la statua di Adamo e la elaborò con il titolo Ombre. Creò poi un gruppo di tre nudi maschili, disposti vicini, da collocare poco sopra il Pensatore come monito all’umanità. Le figure però hanno le mani amputate per sottolineare la crudeltà di Satana.

La comparsa di Camille Claudel

Ispirato dalla sua relazione con la giovane Camille Claudel, Rodin pensò ad un gruppo statuario che raccontasse la vicenda di Paolo e Francesca, i due amanti dannati rappresentati nella Divina Commedia. Nel 1886 Il bacio fu considerato troppo paradisiaco e Rodin lo eliminò dal progetto della Porta dell’Inferno. Lo espose così nel 1887 come scultura isolata che ebbe subito successo. Nel 1888 il Governo francese gli commissionò una versione in marmo che divenne il simbolo dell’amore universale. Il bassorilievo di Paolo e Francesca si trova comunque all’interno della porta.

Il corpo di Camille fu di grande ispirazione per Auguste Rodin e lo scultore durante la loro relazione creò opere molto sensuali. Nacque così la statua definita la Rana o Lussuria e si diffusero le voci su comportamenti sconvenienti nell’atelier di Rodin. Nello stesso periodo lo scultore creò la figura dell’uomo che cade, considerata una scultura innovativa insieme a La Lussuria. Il maestro pensò così di unire le due figure per creare un gruppo intitolato Il Rapimento.

Les Fleurs du Mal di Charles Baudelaire

In seguito alla realizzazione di illustrazioni per I Fiori del Male di Baudelaire, leggendo la poesia “La Bellezza (Beauté)”, pensò al suo gruppo che rinominò Io sono Bella (Je suis belle). La conoscenza dell’opera di Baudelaire portò così Rodin a ripensare la sua porta adattandola all’opera simbolista del maestro francese.

Nuovamente ispirato dal suo legame con Camille Claudel, Rodin eliminò un altro gruppo dalla porta. Si tratta di un uomo e una donna nudi e abbracciati che intitolò L’eterna Primavera. Nel 1890 separò altre due figure intitolando la scultura L’eterno Idolo.

La rottura con Camille Claudel

Presto tra Camille Claudel e il maestro i legami si logorarono. La giovane partì così per Londra. Tornò però presto a lavorare nello studio di Parigi. Camille sviluppò progressivamente un precario equilibrio mentale. La giovane donna divenne paranoica e manifestò violente crisi di gelosia nei confronti di Rodin. In questo periodo nacque il gruppo chiamato Fugit Amor. Lo scultore lo riprodusse da una piccola versione inserita nella porta.

Un gruppo presente ne La Porta dell’Inferno si ispira ad una scultura di Jean-Baptiste Carpeaux. Si tratta di Ugolino e i suoi figli, il conte italiano imprigionato in una torre a Pisa con i figli. Abbandonati in una cella compirono atti di cannibalismo. Nel 1885 il gruppo venne descritto da un critico, Mirbeau, su La France, che ne fece una descrizione inquietante.

Altra opera molto nota, nata da bozzetti per la porta, è la Danaide, la Venere riprodotta in marmo che divenne presto famosa. Si tratta di una delle figlie di Danao. La giovane sconta la condanna riempiendo una botte senza fondo nell’Inferno. La sua colpa è quella di aver ucciso il marito su ordine del padre. Camille prestò il suo corpo anche per questa statua.

I laboratori di Rodin

In seguito alla commissione della Porta dell’Inferno Auguste Rodin ottenne dallo Stato uno spazio nel quale creare. Lo scultore allestì il nuovo studio presso il 182 di rue de l’Université di Parigi nell’agosto del 1880. Nel 1882 lo Stato gli assegnò due nuovi laboratori accanto al primo con grandi spazi vuoti.

L’esposizione Universale di Parigi del 1900 e il Pavillon Rodin

Il maestro, con l’esposizione universale del 1900, si impegnò nell’allestimento del suo padiglione in Place de l’Alma. Nel grande spazio commissionato a sue spese, lo scultore espose 168 opere autonome tratte dalla Porta dell’Inferno.  Si trattò della sua prima grande personale. Inoltre il grande lavoro era destinato ad essere inaugurato proprio in quell’occasione. Poco prima dell’apertura, però, Rodin smontò la porta lasciando solo la superficie di ancoraggio.

Il gesto è giustificato dagli storici dalla consapevolezza di Rodin di essere ormai uno scultore profondamente cambiato. Forse fu il Monumento a Balzac, del 1898, dallo stile più sintetico ed astratto, a spingerlo a ripensare la sua intera opera. Il monumento, accostato al Bacio, rivelò a Rodin la sua evoluzione stilistica ormai irreversibile. La statua di Balzac con la sua essenzialità spinse lo scultore ad esporre la porta nuda, con le sole tracce posteriori. L’opera è così priva del realismo precedente alla modernità del Balzac.

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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile

Durante i lavori condotti nei grandi spazi dal 1882 Auguste Rodin utilizzò costantemente la fotografia per documentare le fasi della creazione. Ormai l’artista aveva deciso di non comporre le 11 formelle ma una composizione libera che creava maggiore difficoltà di progettazione. Con il tempo però Rodin si accorse che poteva controllare e riprogettare le sculture intervenendo sulle fotografie. In questo modo l’artista ebbe il modo di rivedere continuamente il suo lavoro.

La luce sulla scultura

La luce influisce sulla fruizione della scultura in modo diverso rispetto al materiale utilizzato. Nel caso della fusione in bronzo i modellati delle figure umane acquistano maggiore volume. Infatti il metallo scuro crea riflessi e profondi chiaroscuri. Il peso visivo dell’intera opera è maggiore rispetto al gesso. Inoltre il colore del bronzo aumenta il senso di inquietudine e di drammaticità dell’opera.

La Porta dell’Inferno realizzata in gesso invece ha un peso visivo leggero. Le ombre create dalle figure in movimento sono molto chiare e la superficie pare essere meno profonda. Le figure perdono il modellato intenso della fusione in bronzo e l’intera struttura assume un aspetto pittorico.

Interazione con lo spazio

Rodin progettò la sua opera per offrire una visione frontale. Inoltre le figure poste in alto furono attentamente modellate per offrire una intensa impressione dal punto di vista basso del visitatore.

La struttura della statua

L’elemento che caratterizza maggiormente la struttura della Porta dell’Inferno è la simmetria. In centro è posto il battente centrale. Sopra di esso svetta la statua de Il Pensatore e oltre si trovano i tre nudi di Ombre. Ai lati i battenti sono decorati con rilievi di dimensioni minori. I pannelli delle due porte presentano una composizione libera. Le figure sembrano muoversi all’interno di uno spazio fluido che crea movimenti ascendenti e discendenti.

Approfondimenti. Camille Claudel e Auguste Rodin

Camille Claudel si presentò a Rodin all’età di 19 anni. La giovane era una studentessa dal grande talento così lo scultore la assunse come assistente. Tra i due nacque una relazione clandestina poiché Rodin era ancora sposato con Rose. Camille realizzò le mani di alcune figure e ispirò molti personaggi delle sculture di Auguste Rodin.

Approfondimenti. Il Museo delle Arti Decorative di Parigi

Il Musée des Arts Décoratifs di Parigi sorge nel luogo in cui si trovava l’antica Corte dei Conti, nella zona Marsan del Louvre. Un incendio distrusse l’edificio nel 1871 in seguito ai moti della Comune. Il ministro Turquet commissionò a Rodin una porta monumentale nel 1880 per dare la giusta importanza all’ingresso del museo.

Al suo interno sono custoditi opere e oggetti appartenuti a collezionisti che permettono di coprire un periodo che va dal medioevo al XXI secolo. I manufatti sono così suddivisi in sezioni tematiche e secondo un ordine cronologico.

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