Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola è un dipinto che raffigura il rogo che distrusse l’edificio storico.
Salvatore Fergola?, Incendio del Real Teatro di San Carlo, tra il 1816 e il 1846, olio su carta intelata, 37 x 54 cm. Napoli, Gallerie d’Italia, Collezione Palazzo Zevallos Stigliano
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Indice
Descrizione di Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola
L’edificio del teatro San Carlo di Napoli è avvolto dalle fiamme che si alzano nel buio della notte. In primo piano poi i cittadini si affollano per assistere all’evento. In alto invece si alzano le fiamme e il fumo che mettono in evidenza le statue della decorazione che sormonta la facciata neoclassica.
Interpretazioni e simbologia di Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola
Il Teatro San Carlo di Napoli risale al 1737 ed è il teatro lirico più antico d’Europa. L’amministrazione volle edificarlo nella zona di Largo di Palazzo e dell’antico Rione Santa Brigida. Il progetto dell’edificio predipose sei ordini e un palco reale in rosso, in grado di ospitare 1379 spettatori. Le decorazioni erano in azzurro e argento. Il teatro fu inaugurato il 4 novembre 1737, il giorno dell’onomastico del Re. L’opera rappresentata fu “Achille in Sciro” di Pietro Metastasio, con musica di Domenico Sarro.
L’incendio che devastò il teatro si propagò nella notte del 12 febbraio 1816. La causa fu una lanterna lasciata accesa durante le prove di uno spettacolo. Dopo l’incendio rimasero solo le mura perimetrali. Infatti l’esercito e i cittadini accorsi non riuscirono a far fronte al rogo imponente.
Un anno dopo, Ferdinando I delle Due Sicilie, promosse la costruzione del Teatro Massimo napoletano anche questo su progetto di Antonio Niccolini. Il boccascena diventò più largo e cambiarono i colori degli interni.
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Il dipinto intitolato Incendio del Real Teatro di San Carlo si trova a Napol, di proprietà Gallerie d’Italia della Banca Intesa San Paolo, nella Collezione di Palazzo Zevallos Stigliano.
L’artista e la società. La storia dell’opera Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola
L’opera è firmata e datata in basso a destra con la scritta “S. Fergola 1816” che però non pare autentica.
Il dipinto fu esposto in occasione di una mostra a palazzo Zevallos Stigliano, e gli esperti avanzarono dubbi sulla firma di Fergola. Infatti l’opera in elenchi redatti nella prima metà dell’Ottocento è indicato come di autore ignoto, attivo nella prima metà del secolo XIX. Esiste un altro dipinto dal titolo Il Real Teatro San Carlo dopo l’incendio. Anche in questo caso i dubbi dei tecnici si sono rivelati fondati quadro dopo la pulitura e rimozione delle ridipinture è comparsa una seconda firma “De Stefano / dipinse 1818“. Probabilmente le firme che attribuiscono a Salvatore Fergola i due dipinti sono un falso risalente intorno alla metà del Novecento.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola
Salvatore Fergola fu un pittore appartenente alla Scuola di Posillipo. Le opere realizzate dagli artisti del gruppo erano principalmente vedute della città commissionate da turisti stranieri, soprattutto inglesi.
La tecnica
Incendio del Real Teatro di San Carlo è un dipinto ad olio su carta intelata di 37 centimetri di altezza per 54 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
I colori sono caldi e al centro spicca il rosso delle fiamme esaltato dal nero della notte. La scena è quindi caratterizzata da un forte contrasto di luminosità prodotto dalle fiamme dell’incendio notturno.
Il fianco dell’edificio a sinistra è illuminato dalla luce bianca della luna mentre il cielo è arrossato dal fuoco. La scena presenta così due fonti di illuminazione, quella chiara e pacata della luna e quella drammatica del fuoco che colora il cielo.
Lo spazio
In primo piano si eleva il grande edificio neoclassico del Teatro che definisce lo spazio del dipinto con la prospettiva geometrica.
La composizione e l’inquadratura
L’opera è di forma rettangolare sviluppata in orizzontale. L’inquadratura permette così di valorizzare l’edificio in fiamme nella sua estensione.
La struttura compositiva si avvale di una leggera obliquità che rende meno statico il dipinto.
Approfondimento. I Teatri vanno a fuoco
Ancor oggi si dibatte circa la sicurezza nei luoghi di spettacolo, in particolare nei teatri, dove l’incendio ha causato nel tempo non solo gravi danni al patrimonio artistico e architettonico (nonché economici), ma purtroppo anche perdita di vite umane.
Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991, il teatro Petruzzelli di Bari (inaugurato nel 1903) venne avvolto dalle fiamme di un incendio doloso. La cupola collassò, soffocando però l’incendio ed impedendone la totale distruzione. L’ultima opera rappresentata era stata la Norma di Vincenzo Bellini. Il Petruzzelli è stato nuovamente inaugurato il 7 settembre 2009.
Sempre nella notte, ma del 29 gennaio 1996 , un incendio doloso esplose all’interno del Teatro La Fenice di Venezia, inaugurato nel 1792, distruggendolo. Seguendo il motto “com’era, dov’era”, si passò subito alla ricostruzione. La seconda vita della Fenice iniziò il 14 dicembre 2003 quando Riccardo Muti, diresse il concerto inaugurale della nuova struttura.
Anche numerosi teatri di Torino vennero distrutti dal fuoco: il teatro Alfieri venne brucuato per ben tre volte (nel 1863, 1868 e nel 1927). Nel 1828 prese fuoco il Teatro Rossini e nel 1868 il Teatro Nota. I bombardamenti del 1940/’45 fecero altri danni.
Ma l’incendio più grave che colpì il patrimonio teatrale torinese, fu quello del 1936, che distrusse completamente il Teatro Regio, inaugurato nel 1740. Una gravissima perdita artistica e architettonica. Dobbiamo al genio di Carlo Mollino la sua modernissima ricostruzione. (1973)
Ed eccoci al soggetto del quadro di S. Fregola. La notte del 12 febbraio 1816, il teatro San Carlo di Napoli (del 1737) venne divorato dalle fiamme. La causa dell’incendio fu probabilmente dovuta a una lanterna lasciata accesa durante le prove di uno spettacolo. Gli interni del teatro furono distrutti e intatte rimasero solo le mura perimetrali. Con un decreto reale del 1816 Ferdinando I formò una commissione atta alla sovrintendenza dei lavori di ricostruzione che vennero ultimati nel giro di un anno. Il 12 gennaio del 1817 il San Carlo tornò a splendere .
Si dice che negli attori arda il fuoco sacro dell’arte: splendida metafora, certamente, ma non dimentichiamoci mai che l’arte, sia nella sua essenza sia nelle strutture che la accolgono, resta delicata e che un incendio può distruggere in un attimo secoli di bellezza. Pensiamo anche a Notre Dame a Parigi o ancora alla cappella di Guarini a Torino o alla biblioteca dell’Accademia delle scienze di Mosca.
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Bibliografia
- Fernando Mazzocca, Luisa Martorelli, Antonio Denunzio (a cura di), Fergola. Lo splendore di un Regno, Marsilio, 2016 EAN: 9788831726894
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 agosto 2021.
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