La figura del gatto nell’arte è presente fin dall’antichità grazie alla vicinanza del felino all’umanità e al simbolismo misterioso che da sempre lo accompagna.
Pagina aggiornata il: 23 agosto 2021 – Simona Calabrese contribuisce all’audience di questa pagina.
Le opere con argomento La figura del gatto nell’arte nelle immagini e nelle sculture
Cat sandbox di Pawel Kuczynsky
Le illustrazioni di Pawel Kuczynsky presentano sempre una forza che suscita simpatia e ammirazione. Le sue trovate ci fanno sorridere e mettono in evidenza aspetti della vita ordinari. Però il suo genio di artistico trasforma azioni banali in situazioni surreali come in Cat sandbox. Pawel ama molto i gatti e probabilmente ne ha studiato il comportamento. In questo caso prende in giro il felino alle prese col bisognino quotidiano. Il suo comportamento abituale è talmente radicato che anche nel deserto non rinuncia alla sua sabbietta.
La figura del gatto: Fat mouse di Pawel Kuczynsky
Un grasso topo vestito di nero cavalca un gatto. Il topone sostiene una lunga asta in cima alla quale è legato un topolino nudo e rosa. Il magro roditore è inerme e rivolto verso il viso del gatto che lo guarda con grande interesse e soddisfazione. Fat Mouse di Pawel Kuczynsky è una delle sue solite illustrazioni di grande verve sarcastica. La situazione è poco realistica ma si riferisce a comportamenti umani non proprio edificanti. L’illustratore polacco infatti è solito dipingere scene surreali per colpire le abitudini dei nostri giorni.
Un’altalena coi baffi di Pawel Kuczynsky
Si dice che il gatto gioca con il topo. Paweł Kuczyński è un illustratore dai toni sarcastici. È conosciuto come fustigatore dei social media e dei vizi della società contemporanea. Però sembra amare molto i felini e spesso li rappresenta nelle sue illustrazioni molto apprezzate. In questo caso il gattone sembra avere teso una trappola al topo ignaro. Il roditore infatti si diverte a dondolarsi con i baffi del gatto. La zampetta è però pronta a colpire.
L’unione fa la forza di Pawel Kuczynsky
Nell’illustrazione intitolata Armistice, Paweł Kuczyński disegna due gatti solidali nel mettere un topo a proprio agio. I due felini tigrati osservano il topolino rosa che beve tranquillamente il suo drink steso su un’amaca in mezzo a loro. L’amaca però è formata dai due bavaglini che pendono dal collo dei gattoni. Chissà se l’armistizio è stato firmato tra gatti e topo. Oppure tra i due felini che organizzato una geniale e sarcastica trappola per catturare il roditore.
La figura del gatto con il topo secondo Ligabue
Ligabue amava profondamente gli animali ed empatizzava con essi. Anzi arrivò a dichiarare di voler essere uno di loro e girava per le campagne lanciando richiami per attirarli. Sembra che l’artista si ferisse il naso contro muri e cortecce per farlo somigliare ad un becco. Osservava animali da cortile, bestie selvatiche e fiere della giungla. Vide gli animali allo zoo di San Gallo, forse in un circo e sui libri illustrati. Nei suoi dipinti è molto presente la figura del gatto che Ligabue poteva osservare in campagna. Nel dipinto intitolato Gatto col topo un grosso felino tigrato mostra orgoglioso la sua preda.
Il gatto di pietra di Salvador Dalì
Nel celebre dipinto di Dalì del 1936 intitolato Landscape with a Girl Skipping Rope (paesaggio con fanciulla che salta la corda) si nota una formazione rocciosa a forma di gatto. Il maestro del surrealismo era solito nascondere animali e figure umane nel paesaggio. Osservando con attenzione quindi la rupe di destra si nota la sagoma di un gattino. Per vedere dal vero il dipinto vai Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Prima leggi l’articolo.
Il gatto bianco di Pierre Bonnard
Pierre Bonnard, Il gatto bianco (Le chat blanc), 1894, olio su cartone, 51 x 33 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Il gatto di Emmaus
Sotto il tavolo sul quale Gesù compare a Emmaus si nasconde un gatto. Il felino sporge il capetto e guarda curioso verso lo spettatore e sembra veramente sorpreso. Certo l’evento è molto serio e l’animaletto sembra anche sorpreso dalla nostra intrusione. In alto appare anche un triangolo con l’occhio divino che presenzia la scena. Il dipinto manierista intitolato La cena di Emmaus di Jacopo Pontormo è del 1525 e lo trovi alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Ecco la scheda del dipinto.
La figura del gatto di campagna
Nel dipinto del 1642 intitolato Famiglia di contadini di Louis le Nain a terra tra gli oggetti sparsi compare un gattino. Il piccolo felino spunta a destra dietro una grande pentola di terracotta. Accanto a lui un bambino siede tranquillo a piedi nudi e un altro suona a sinistra. Gli altri componenti della famiglia posano tranquilli per il pittore. L’ambiente è povero ma sereno e il gattino sembra perfettamente a suo agio. Visita il Museo del Louvre di Parigi per vedere quest’opera. Invece qui trovi l’articolo sul dipinto.
Apollo i ciclopi, il nano e il gatto ladruncolo
Nel dipinto intitolato Apollo che uccide i Ciclopi del Domenichino del 1616-1618 il dio fa il suo dovere imposto dal mito. Intanto fuori dalla scena il nano impertinente della famiglia Aldobrandini sconta la sua pena in catene. Ne approfitta il gatto ladruncolo che afferra un volatile dalla natura morta in primo piano. L’opera si trova alla National Gallery di Londra e qui trovi l’articolo. Buona lettura.
La figura del gatto nello studio di Courbet
Gli artisti amano i gatti come anche molti intellettuali. Probabilmente la condizione creativa porta all’isolamento e in tal caso il felino è una presenza discreta che non disturba il lavoro dell’artista. La bottega del pittore di Gustave Courbet è un celebre dipinto realista del 1854-1855. Proprio al centro un gatto bianco gioca tranquillo tra gli ospiti del maestro. L’animale sembra trovarsi proprio a suo agio tra collezionisti, ammiratori e modelle discinte. L’opera merita di essere vista al Museo d’Orsay di Parigi. Approfondisci nella scheda dell’opera.
San Girolamo aveva un gatto…
Il San Girolamo nello studio di Antonello da Messina del 1474 circa emana un’atmosfera austera e intellettuale. Il Dottore della Chiesa è intento a tradurre la Sacra Bibbia all’interno dello studio silenzioso e in ombra. Se si osserva bene però a destra avanza un leone nel buio. Un altro felino decisamente meno inquietante è però accucciato a sinistra, sulla pedana di legno. Questo capolavoro si trova alla National Gallery ma ma puoi approfondirlo nel seguente articolo.
Paul Klee e i gatti cosmici
Il pittore svizzero Paul Klee amò moltissimo i suoi gatti. Soprattutto uno di essi è ricordato anche dai biografi dell’artista. I felini però non erano solamente piacevoli ed affettuose presenze nella vita quotidiana dell’artista. Infatti come spesso accade Klee prese spesso ispirazione dai suoi piccoli compagni per creare veri capolavori. Inoltre il suo stile in parte astratto ma vicino alla poetica dell’infanzia rivela i lati fiabeschi del suo rapporto con i gatti.
Frida Khalo e il gatto nero
Nel celebre dipinto di Frida Khalo intitolato Autoritratto con filo spinato è raffigurato un gatto nero. La famosa artista messicana dalla vita drammatica fu molto legata alla figura del gatto. Frida da giovanissima subì un incidente spaventoso che la condannò ad essere semi paralizzata. La giovane artista però non si diede per vinta e utilizzò la pittura per raccontare le sue sofferenze in chiave surreale. Nel dipinto il gatto nero assume una posizione guardinga e rivela una certa inquietudine. Forse è un simbolo funesto legato alla morte che incombe sulla vita dell’artista. In ogni caso la sua presenza non è casuale. Vai all’articolo.
Il gatto nascosto nel dipinto di Vincenzo Cabianca
Nel dipinto L’addio del volontario di Vincenzo Cabianca è presente un gatto, nascosto nell’oscurità. È in basso a destra e osserva la scena della partenza con un atteggiamento inquieto. Lo si vede dalla coda che abbraccia le gambe posteriori. Infatti ogni amante dei felini sa che la coda è un importante mezzo di comunicazione del gatto. Questo dipinto ha affascinato anche Matteo Garrone che si è ispirato per il suo film su Pinocchio del 2019. Se vuoi vederlo vai al Museo Giovanni Fattori di Livorno. Prima però leggi l’articolo.
La Madonna e la gatta
La presenza di una gatta non è così usuale nei dipinti del passato. Nel dipinto intitolato Madonna della Gatta di Federico Barocci la felina con i suoi cuccioli è dipinta proprio al centro dell’opera. Si trova sul mantello rosso e allatta tranquillamente i suoi cuccioli. L’opera risale al 1598 circa e l’artista non si limitò solo a questa rappresentazione. Anche gli artisti del passato amavano i felini ma forse il vero motivo della sua presenza nell’opera è un altro. La gatta è una presenza rassicurante e partecipa anch’essa alla maternità di Maria. Puoi vedere questo intenso dipinto a Firenze presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Ecco l’articolo completo.
Bibliografia
In preparazione
Link esterni
Museo Giovanni Fattori di Livorno
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