L’amore tra Marte e Venere venne interpretato da Andrea Appiani come una scena immersa nel paesaggio classico.
Andrea Appiani, Marte e Venere, 1801, tavola/ pittura a olio, 24,5 x 34,5 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Indice
Interpretazioni e simbologia di Marte e Venere di Andrea Appiani
La dea Venere è unita a Vulcano ma sono famosi gli amori che intraprese con molti altri dei. Il più celebre la vede amante di Marte con il quale generò Eros, Deimo e Fobo. Vulcano sospettoso, non riuscendo a frenare le bramosie della moglie, la spiò e sorprese, così, gli amanti. Venere e Marte furono, quindi, imprigionati all’interno di una rete metallica, creata da Vulcano, ed esposti al ludibrio degli altri dei.
L’episodio della mitologia classica che narra l’amore tra Marte e Venere è stato dipinto da grandi artisti. Fra gli altri Sandro Botticelli, Jacques-Louis David, Louis-Jean-Francois Lagrenee, A. C. Guillemot, Tintoretto, Veronese, e scolpito da Canova. Furono molti gli artisti e i committenti che rimasero affascinati da questa vicenda passionale.
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Lo stile di Marte e Venere di Andrea Appiani
Le distanze sono suggerite dalla sovrapposizioni di quinte naturali e dalla prospettiva aerea. La composizione è divisa in due aree quasi speculari e bilanciate. A sinistra, verso il centro si trova il gruppo dei personaggi mitologici a destra, invece, il paesaggio fluviale che si perde in profondità. L’insieme delle figure centrali è racchiuso da una cornice compositiva dalla forma circolare. Tutto il primo piano, compresi gli amorini di sinistra e quelli di destra, è unito da una composizione triangolare che ha come vertice la testa di Marte.
Il colore e l’illuminazione
Il tema classico viene inserito nel paesaggio da Andrea Appiani che dipinge una selva alle spalle dei due dei. Il riferimento è quello al paesaggio classico come trattato già da altri artisti come Poussin. Lo spazio che racchiude la scena dell’incontro tra Venere e Marte è dipinto con tonalità calde di verdi chiari e gialli. Anche gli incarnati sono tendenti al rosa arancio e molto chiari. La selva è, invece, di un verde molto scuro con tonalità che tendono al blu e al grigio. Il corso d’acqua è, analogamente, scuro con toni di verde profondo mentre i monti risentono della prospettiva aerea di Leonardo. Infatti, in lontananza le vette perdono saturazione, virano verso l’azzurro, il grigio e si perdono nel cielo chiaro. Lo spazio naturale è ampio e largamente strutturato.
Lo spazio
L’incontro tra Venere e Marte è rappresentato, da Andrea Appiani, all’interno di uno scenario naturale. I due dei, circondati da amorini, si trovano su di un prato a sinistra mentre a destra il fiume che scende dai monti crea una piscina naturale. Dietro di loro si estende un fitto bosco e, in alto, le fronde degli alberi incorniciano le montagne e il cielo. Marte è in piedi, nudo, e attende di essere vestito dagli amorini. Intanto, Venere, nuda e avvolta da un panneggio, siede su di una roccia e lo accarezza.
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