Arte e Giappone è un percorso di approfondimento che si snoda tra opere d’arte e realtà culturali dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri.
Pagina aggiornata il: 15 novembre 2020 – Chiara Biglione contribuisce all’audience di questa pagina, ai testi e agli approfondimenti sulle schede. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.
Arte e Giappone: La scuola Kano
La scuola Kano fu una delle più importanti scuole pittoriche del Giappone. La particolarità di questa scuola è che sopravvisse dal periodo Azuchi- Momoyama datato 1573-1603 fino al periodo Meiji attivo dal 23 ottobre 1868 al 30 luglio 1912. Questa longevità è dovuta in parte al fatto che la scuola era una vera e propria famiglia di artisti che si tramandò le tecniche pittoriche di padre in figlio, ma soprattutto perché fu lo stile di elezione dei nobili del periodo Edo. Questa scuola si caratterizza per i colori vivaci, l’uso dei fondali in oro e supporti costosi come paraventi, ventagli e spade. Il fondatore della scuola familiare fu Kanō Masanobu (1434 – 1530).
Il Giardino dei susini di Vincent van Gogh
Un tratto importante dell’opera di Vincent van Gogh che si ispira alle xilografie giapponesi è l’attenzione per i dettagli della natura. Infatti Vincent fu ammirato dalla particolare attenzione che gli artisti giapponesi dedicavano ad un singolo filo d’erba. Questi particolari naturali diventavano poi straordinari elementi grafici nelle opere dell’artista. Nei suoi dipinti si ritrovano così alberi fioriti, piante e fiori che Vincent poteva osservare nei giardini privati della Provenza dove si era trasferito.
In Japoneserie Susino in fiore di Vincent van Gogh del 1887 l’artista riprende una xilografia di Utagawa Hiroshige intitolata Giardino dei susini a Kameido del 1857. Nel dipinto del pittore olandese i colori delicati della xilografia diventano colori accesi come il rosso del cielo. Forse Vincent conosceva lo shodo e sapeva tracciare gli ideogrammi giapponesi.
Arte e Giappone. La cerimonia dell’Hanami
Lo Hanami, letteralmente “guardare i fiori” è un evento annuale che ricorre tra marzo e aprile. Questo evento fa parte della tradizione giapponese da secoli, e consiste nell’ammirare le fioriture, specialmente quelle dei ciliegi (sakura). Nei mesi precedenti l’hanami in tutto il Giappone vengono trasmesse delle previsioni su quando fioriranno i sakura nelle varie prefetture. Infatti non esiste una data fissa per lo hanami, ma si aspetta il primo giorno di fioritura. Quindi si festeggia a metà marzo nel Sud dell’isola Kyushu e a fine maggio nell’isola di Hokkaido a Nord. Gli artisti giapponesi del passato rappresentarono la cerimonia che si celebra anche attraverso feste all’aperto. Una celebre rappresentazione è quella di Toyohara Chikanobu, detto Yōshū Chikanobu, intitolata Chiyoda Ōoku Ohanami cioè Lo Hanami all’interno del giardino di Chiyoda.
Arte e Giappone. Il Museo Nazionale di Tokio
Il Museo nazionale di Tokyo (o Tokyo kokuritsu hakubutsukan) è uno dei musei più famosi e importanti di Tokyo. Il museo è situato in 5 edifici del parco di Ueno, il parco più famoso della città. Fondato nel 1872, è il museo più antico del Giappone e ospita una collezione di oltre 110.000 opere d’arte e reperti archeologici, di cui 89 sono classificati come Tesoro Nazionale del Giappone. Il museo nazionale, quindi non è solo il più antico ma anche il più grande museo di arte giapponese al mondo. La collezione non si limita alle opere giapponesi ma comprende anche reperti di altri paesi asiatici, specie quelli della Via della seta.
Consulta il sito del Tokyo National Museum
Arte e Giappone. Il giapponismo di Vincent van Gogh
Vincent van Gogh giunto a Parigi intuì subito l’importanza dell’arte giapponese che a fine Ottocento invase l’Europa e conquistò il collezionismo della città francese. Vincent comprò anche qualche centinaio di litografie da un importante mercante d’arte giapponese. L’artista però non possedeva molto denaro e anticipò 10 franchi al mercante chiedendo poi al fratello di saldare il debito di 100 franchi. Le litografie si rivelarono però di bassa qualità e Vincent le regalò agli amici artisti. Nei suoi dipinti i riferimenti alle xilografie giapponesi sono molteplici. Oltre ai riferimenti figurativi alcuni tratti del suo stile furono ispirati direttamente dalla figurazione orientale.
Arte e Giappone. I Paesaggi provenzali di Vincent van Gogh
Molti paesaggi provenzali di Vincent van Gogh presentano una prospettiva a volo d’uccello. Le campagne sono rappresentate dall’alto con gli elementi naturali rappresentati piccoli e meticolosamente. L’artista inoltre descrisse il paesaggio attraverso brevi e veloci pennellate di forma ricurva e gli stessi segni si ritrovano nei disegni della stessa epoca. Questa prospettiva si ritrova proprio in molte litografie giapponesi che Vincent poteva vedere su riviste e dagli amici collezionisti. Van Gogh si recò in Provenza anche per ritrovare i colori che l’artista amava nelle stampe dell’artista giapponese Hiroshige.
La Mousmé seduta di Vincent van Gogh
Vincent van Gogh, La Mousmé seduta, 1888, olio su tela, 73.3 x 60.3 cm. Washington National Gallery
La Mousmé seduta prende il titolo da un termine giapponese che indica una adolescente dall’età compresa tra i 12 ed i quattordici anni. Vincent realizzò questo dipinto nel luglio del 1888 e lo descrisse in una lettera al fratello Théo. Nel ritrarre la ragazza si ispirò ad un romanzo di Pierre Loti intitolato Madame Chrysanthème. La modella del ritratto però non è giapponese ma provenzale. L’artista infatti attratto dalla portata innovativa del giapponismo ne assunse lo stile con il quale rappresentare il suo quotidiano.
Consulta la scheda dell’opera…
Ritratto di zuavo di Vincent van Gogh
Vincent van Gogh, Ritratto di zuavo, giugno 1888, olio su tela, 65,8 x 55,7 cm. Amsterdam, Nederland, Van Gogh Museum
Vincent van Gogh colse immediatamente la portata di modernità che il giapponismo rappresentava. Dalle litografie che collezionò e vide sulle riviste, riprese le ampie campiture piatte ed i colori vivaci spesso in contrasto di complementarietà. Questo particolare uso degli impasti cromatici si coglie bene nel Ritratto di zuavo. Le parti della figura sono realizzate attraverso vaste zone di colore puro e brillante. Inoltre nello sfondo è presente un forte contrasto di complementarietà tra rosso e verde.
Arte e Giappone. L’arte del giardino giapponese
L’allestimento di un giardino giapponese è una vera arte disciplinata da tradizioni millenarie. Questi spazi inoltre sono legati a luoghi sacri del buddismo e dello shintoismo. I giardini sono suddivisi in quattro stili principali il karesansui (枯山水) o giardino secco e il roji (路地), il giardino rustico. Il kaiyushikiteien (回遊式庭園) è poi quello più simile ad un parco e lo tsuboniwa (坪庭) è un cortile di piccole dimensioni all’interno di un palazzo. Le prime notizie documentate risalgono al periodo Nara che va dal 710 d.C.-794 d.C. I grandi artisti giapponesi hanno ritratto spesso nelle loro opere immagini di giardini famosi e meno famosi. Banana Garden at Nakashima è una stampa di Katsushika Hokusai del ca. 1832. Appartiene alla serie delle otto vedute pittoriche delle Isole Ryūkyū (Ryūkyū hakkei)(琉球八景 中島蕉園). L’opera si trova al The Metropolitan Museum of Art di New York.
Arte e Giappone. Le illustrazioni di Kitagawa Utamaro
Fiori di Edo: La storia cantata di una giovane donna al Shamisen di Kitagawa Utamaro è un’opera del maestro giapponese del quale si conosce molto poco. Non si conosce nemmeno il suo vero nome ma sicuramente fu un autore molto importante e le sue opere iniziarono a circolare dal 1770. Utamaro fu uno dei più importanti esponenti della corrente ukiyo-e.
La stampa giapponese nello studio di Zola
Nel ritratto che raffigura lo scrittore francese, sulla parete dello studio di Manet compare una stampa giapponese. Si tratta di un’opera di Utagawa Kuniaki che raffigura un lottatore. Nel Ritratto di Émile Zola di Édouard Manet si nota a sinistra anche un paravento in seta decorato da rami fioriti. Questi dettagli evidenziano quanto era diffusa la cultura giapponese tra gli artisti dell’epoca.
Una geisha in Francia di Vincent van Gogh
Van Gogh fu un artista molto influenzato dalle immagini provenienti dalla cultura orientale. Inoltre anche il fratello Théo possedeva una collezione di stampe. Vincent nel 1887 dipinse un’opera intitolata Giapponeseria: Oiran che raffigura una giovane in abiti tradizionali del Giappone. Sembra che l’artista avesse trovato un ukiyo, una stampa giapponese, di Kesai Eisen riprodotto sulla copertina della rivista Paris Illustré del 1886.
Arte e Giappone. La grande onda di Kanagawa di Hokusai
La stampa di Hokusai intitolata La grande onda di Kanagawa del 1830-1831 circa si può considerare per la cultura occidentale il simbolo dell’arte giapponese. La xilografia è di modeste dimensioni, 25,7 x 37,9 cm, ma la sua forza compositiva è tale da trasformarla in un’immagine iconica. Hokusai all’epoca della sua realizzazione aveva già circa 70 anni ma era ancora nel pieno della sua spinta creativa. La Grande Onda si trova al Museo di Hakone in Giappone e in molte altre sedi espositive. Nella scheda trovi molti approfondimenti sull’opera.
Le stampe giapponesi di Vincent van Gogh
Alcune stampe giapponesi si intravedono dietro il Ritratto di Père Tanguy di Vincent van Gogh del 1888. Le stampe appartenevano al fratello di Vincent, Théo che ne era un collezionista. Al tempo il giapponismo era molto diffuso in Europa e quindi anche a Parigi. Molti artisti ne furono influenzati e fra questi anche gli impressionisti. Vincent van Gogh fu attratto dai colori vivi e dalle forme decise delle xilografie giapponesi. Tra quelle rappresentate infatti si riconoscono opere del maestro Hokusai. Il dipinto si trova a Parigi al musée Rodin. Ecco la scheda analitica.
Monet e il ponte giapponese sul lago delle ninfee
Il giapponismo di fine Ottocento condizionò molti artisti francesi. Anche Claude Monet fu ispirato dalle rappresentazioni di giardini e stagni delle stampe giapponesi che giungevano dall’oriente. L’artista inoltre costruì un grande giardino per riprodurre la natura da dipingere nei suoi quadri. Nell’opera intitolata Lo stagno delle ninfee, armonia in rosa (Le bassin aux nymphéas, harmonie rose), è presente un ponte ad arco. Questo particolare si ritrova anche nelle stampe di Hokusai che fornirono molti spunti a Monet. Il dipinto si trova a Parigi al Musée d’Orsay. La scheda analitica.
© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci