Arte e Videogames sono due mondi che solo a prima vista sembrano lontani ma a ben guardare gli sviluppatori di giochi hanno preso molta ispirazione dalle opere di ogni tempo.
Pagina aggiornata il: 27 marzo 2020 – Laura Biglione contribuisce all’audience di questa pagina, ai testi e agli approfondimenti sulle schede.
Arte e videogames: Flower
Flower è un titolo diverso dai soliti videogames. Infatti questo gioco offre al giocatore una narrazione o una sfida, invece si tratterà di un viaggio visivo, di incredibile bellezza. Dopotutto questo gioco è stato ideato da Jenova Chen per suscitare emozioni positive nei giocatori, col desiderio di creare una vera opera d’arte. Così il giocatore viaggia nel mondo di gioco impersonando il vento, che trasporta i petali dei fiori. A seconda dei petali che il giocatore sceglie di raccogliere cambiano gli scenari e la colonna sonora, di cui ogni petalo fa parte. Si tratta dunque di un gioco molto rilassante, senza nemici o scadenze, nel quale è impossibile perdere ma ci si gode la bellezza e l’armonia.
Arte e videogames: Apotheon
Questo gioco uscito nel 2015 per PS4 e Pc è sicuramente da considerare tra i giochi artistici. Infatti la sua grafica si basa sulle famose ceramiche greche di Exekias. Quindi l’intero mondo di gioco è creato da linee nere su uno sfondo rossiccio che ricorda le ceramiche del famoso ceramista e ceramografo ateniese attivo tra il 550 e il 530 a.C.
Seguendo sempre questo concept la modalità di gioco è in 2D a scorrimento laterale, come se il giocatore stesse osservando le pitture di un manufatto greco ruotandolo. Il giocatore si troverà nei panni di Nikandreos, un eroe che deve scalare il monte Olimpo per cercare gli dei che si sono ritirati e hanno smesso di elargire i loro doni. Ci troviamo così a intraprendere la nostra avventura immersi nella mitologia greca. Infine nel gioco sono presenti alcuni extra che contengono citazioni a opere greche classiche.
Consulta il sito ufficiale di Apotheon
Arte e Videogames: partiamo dalla pixel art
Quanti si sono stupiti davanti ad un’immagine di un videogioco pensando: “Questa è arte?”. Ebbene risponderò a questa semplice domanda con una semplice risposta: “sì, è arte”. Gli sviluppatori sono riusciti negli anni a creare immagini straordinarie che hanno colpito molti giocatori negli anni. Essenzialmente quindi tutti i videogiochi sono arte. Ma spieghiamo il perché. Alla base di ogni foto e video che potete trovare online c’è il pixel. Questo perché ogni pc per poter rappresentare un’immagine ha necessità di costruire una griglia di quadrati e di colorarli. A seconda poi che la griglia e i quadrati siano più o meno piccoli si ha la definizione.
Ma cos’è esattamente la pixel art? La pixel art si basa sulla corrente artistica francese di fine Ottocento del puntinismo, infatti si tratta di creare forme e soprattutto ombre attraverso la colorazione dei pixel. Quindi le differenze principali sono che non si tratta di puntini ma di quadrati e che invece di tela e pennello vengono utilizzati pc, mouse e software e ovviamente i monitor.
Questo tipo di arte nasce dalla necessità di creare i videogiochi negli anni ’80, i quali si basavano su software semplici e immagini leggere. Ma oggi una serie di appassionati, molti di loro nostalgici, creano immagini rifacendosi a quel periodo. In pixel art è possibile creare cose molto semplici e a bassa risoluzione ma anche immagini complesse e definite.
I metafisici nei puzzle-game
Parliamo ora di qualche videogioco. Una delle correnti artistiche più riprese nel mondo dei videogiochi è quella metafisico-surrealista. Infatti grazie alle sue ambientazioni da sogno ha colpito più di uno sviluppatore. In particolare, due autori Escher e De Chirico hanno ispirato numerosi giochi di particolare bellezza grafica. Generalmente si tratta di puzzle games, spesso ambientati nel mondo onirico, dove quindi si devono risolvere indovinelli e trovare percorsi. E l’ambientazione surreale e metafisica riesce a dare un tocco artistico e da sogno che solo pochi giochi possiedono.
The Bridge
Questo piccolo gioiellino indie è ideato da Ty Taylor e Mario Castañeda e pubblicato da The Quantum Astrophysicists Guild. Trae una chiara ispirazione da Escher e il giocatore si trova ad affrontare vari livelli basati sulla possibilità di ruotare il mondo di gioco in 2D. Le ambientazioni in bianco e nero e varie tonalità di grigio richiamano immediatamente Escher ma lo fa anche la forma stessa dei vari livelli. Si entra nel mondo di gioco quando il protagonista, che è addormentato sotto un albero, viene svegliato da una mela che cade.
Fragment of Euclid
Un altro gioco che richiama Escher è Fragment of Euclid, che è possibile scaricare gratuitamente e offre un’esperienza di gioco di circa 45 minuti. Dunque si tratta di un breve puzzle game in cui il giocatore dovrà risolvere puzzle e affrontare sfide percettive in stanze a geometria non-euclidea. L’ambientazione in 3D e la modalità di gioco in prima persona riesce a rendere il gioco surreale e confondere il giocatore tirandolo fuori dalla sua confort zone.
Back to the bed
Un titolo che riesce a riprendere la corrente metafisica in maniera unica è Back to the bed. Il gioco si ambienta nel mondo dei sogni, così il giocatore si troverà a giocare nel ruolo di subconscio in forma canina di un sonnambulo. E avrà modo di esplorare il mondo di gioco mentre aiuta Bob, il sonnambulo, a tornare al suo letto. Questo gioco si ispira a molti autori surrealisti oltre al già citato Escher come Salvador Dal, Rene Magritte e Giorgio de Chirico.
ICO
Questo titolo è un po’ più vecchio degli altri ma nonostante questo non ha nulla da invidiare a titoli più moderni. ICO è considerato il capolavoro senza tempo di Fumito Ueda che ci ha regalato non solo un gioco. La trama è classica, infatti si deve salvare una principessa ma ciò avviene in un’atmosfera diversa dal solito, surreale. Infatti l’autore si è ispirato ai quadri di de Chirico per le ambientazioni, così il giocatore si trova a girare per questi immensi spazi vuoti da sogno con un chiaro richiamo al pittore italiano. Richiamo che nel caso non fosse abbastanza evidente viene sottolineato dalla copertina del gioco, evidente citazione al pittore surrealista.
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