Crocifissione di Fausto Pirandello è una delle molte versioni dipinte dal pittore molto affezionato a questo tema iconografico religioso.
Fausto Pirandello, Crocifissione, 1934, olio su cartone, 100 x 70 cm. Città del Vaticano, Musei vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea
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Questa Crocifissione è una delle tre di Fausto Pirandello custodite presso la Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. Pirandello fu molto attratto da questo tema dell’iconologia cristiano-cattolica che rappresentò nel corso di tutta la sua carriera artistica. Pompilia Pirandello donò la Crocifissione di Fausto Pirandello nel 1977 ai Musei Vaticani.
Indice
Descrizione di Crocifissione di Fausto Pirandello
L’opera religiosa di Fausto Pirandello raffigura tre uomini crocifissi osservati in forte scorcio prospettico. L’uomo più vicino al fronte del dipinto è rivolto verso la croce centrale. È seminudo e le sue braccia sono legate dietro la schiena con una grossa corda. Cristo, invece, è raffigurato in secondo piano, rivolto a sinistra, con le braccia aperte e le mani fissate al legno. Un evidente cartiglio bianco è affisso sulla croce, sopra il suo capo coronato da spine. Infine, il terzo uomo crocifisso, è il più lontano e anche lui fissato al legno con le braccia aperte.
Una figura umana è visibile ai piedi delle croci, in prossimità di quella centrale, tra la figura di Cristo e quella del ladrone alla destra dell’osservatore. La crocifissione è ambientata in un paesaggio spoglio, rappresentato al limite di una pittura astratta.
Interpretazioni e simbologia di Crocifissione di Fausto Pirandello
Fausto Pirandello realizzò diverse Crocifissioni dimostrando un sicuro interesse verso questo tema iconografico cristiano-cattolico. I curatori della Collezione d’arte contemporanea del Vaticano definiscono questa scena della Passione di Cristo stralunata e angosciosa. A rendere stralunata la Crocifissione è il fondo astratto che non consente allo sguardo dell’osservatore saldi punti di riferimento spaziale. La stessa mancanza di descrizione, il punto di vista forzato di sbieco e le figure distorte trasmettono invece il senso di angoscia.
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Questa Crocifissione, insieme ad altre due di Fausto Pirandello, si trova a Città del Vaticano, esposta presso la Collezione d’arte contemporanea. Le tre opere coprono un periodo molto ampio che va dagli anni Trenta del Novecento fino alla morte dell’artista avvenuta nel 1975.
Pompilia Pirandello, la vedova dell’artista, donò la Crocifissione del marito nel 1977 ai Musei Vaticani.
L’artista e la società. La storia dell’opera Crocifissione di Fausto Pirandello
Fausto Pirandello dipinse questa Crocifissione nel 1934. Fausto Pirandello nacque a Roma nel 1899. Dipinse quindi l’opera intorno ai 35 anni. Nel periodo seguente il pittore realizzò molti studi e dipinti ad olio che gli hanno permesso di avvicinarsi empaticamente alla sofferenza di Cristo crocifisso.
Nel 1934, il padre del pittore, lo scrittore italiano Luigi Pirandello, ottenne il premio Nobel. Fausto, negli anni Trenta del Novecento, iniziò a trarre i primi risultati dalla sua ricerca artistica. Con la moglie e il primo figlio viveva a Roma e passava le estati ad Anticoli Corrado, località del Lazio, dove era attiva una colonia di artisti.
Approfondisci con la lettura della Biografia di Fausto Pirandello.
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Lo stile di Crocifissione di Fausto Pirandello
Fausto Pirandello partecipò alle ricerche artistiche della Scuola Romana attiva nella prima metà del Novecento a Roma, in Italia. La caratteristica principale degli artisti del gruppo fu il recupero della figurazione in seguito al Ritorno all’Ordine che segnò il corso dell’arte nell’intera Europa. Infatti, superata l’esperienza della Prima Guerra Mondiale, il mondo della cultura e dell’arte deprecò le Avanguardie storiche chiedendo agli artisti di tornare alla figura.
Gli artisti della Scuola Romana svilupparono ognuno un proprio linguaggio figurativo e Fausto Pirandello si avvicinò alla corrente tonalista del gruppo. I soggetti di Fausto Pirandello furono spesso figure popolari impegnate in scene di vita quotidiana immerse in atmosfere stranianti e, a volte, drammatiche. Però, il crudo naturalismo della sua pittura è alleggerito da una interpretazione intellettuale che i critici avvicinano al Realismo Magico.
La stesura pittorica delle opere di Pirandello è spesso materica, soprattutto nelle tele dela sua maturità. Inoltre i colori ad olio, applicati a corpo, creano superfici scabre e dense. Nella Crocifissione del 1934 si coglie anche un riferimento alla pittura di Paul Cézanne che Fausto Pirandello conobbe più da vicino durante il periodo passato a Parigi, dal 1927 al 1930. Infatti, lo sfondo, quasi astratto, sembra ribaltare la scena sulla superficie della tela, annullando la resa spaziale e la tridimensionalità.
La tecnica
La Crocifissione di Fausto Pirandello è un dipinto realizzato con colori ad olio stesi su un cartone di 100 centimetri di altezza e 70 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
La tonalità generale del dipinto è determinata dal colore ocra, giallo e arancio, che si ritrova sullo sfondo e sulle figure. Si notano, comunque, alcune zone di colore freddo, verde e blu, che integrano l’equilibrio cromatico. Le figure si evidenziano grazie al contrasto di luminosità con lo sfondo più scuro.
La luce che rivela la scena non è la riproduzione di una reale atmosfera luminosa. Infatti le figure si evidenziano grazie ai loro contrasti luminosi e al proprio colore.
Lo spazio
Le tre croci sono allineate verso lo sfondo, lungo un asse obliquo che sale verso l’alto a sinistra. Il forte senso di profondità è, quindi, suggerito da questa disposizione e dalle grandezze che diminuiscono verso sinistra. Intorno agli uomini crocifissi non si colgono elementi distinti del paesaggio. Solo una figura umana crea un punto di riferimento spaziale tra le due croci, verso destra.
Lo spazio che circonda le figure appare, così, astratto e solo intorno ai piedi della croce si coglie un minimo riferimento al paesaggio roccioso. Il punto di vista dell’osservatore è molto alto rispetto alla base della roccia. Infatti chi osserva il dipinto ha l’impressione di trovarsi alla stessa altezza degli uomini crocifissi e partecipa empaticamente al loro dramma. Inoltre si determina un senso di vertigine considerando l’assenza di punti di riferimento ambientali.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Fausto Pirandello è di forma rettangolare orientata in senso verticale. Questa inquadratura permette di sviluppare la scena valorizzando la verticalità delle tre croci.
Le tre croci, che si rimpiccioliscono verso sinistra, si possono racchiudere in una forma triangolare orientata verso lo stesso lato. Questa struttura porta in tale direzione lo sguardo dell’osservatore e aggiunge un elemento dinamico alla scena. Anche la mancanza di elementi verticali contribuisce a drammatizzare l’immagine. Infatti le croci creano linee oblique inclinate verso destra. Lo sfondo si aggiunge a questa dinamica attraverso le campiture che si incontrano in obliquo come a sinistra in corrispondenza della zona gialla.
L’organizzazione compositiva creata da Fausto Pirandello per la Crocifissione del 1934 sembra quindi rivolta a suggerire un senso di grande drammaticità e dinamismo spettacolare.
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Bibliografia
- F. D’Amico, M. Goldin, Pirandello. Le nature morte. Catalogo della mostra (Brescia, 20 gennaio-25 marzo 2007), Silvana, Collana: Linea d’ombra libri, 2007, EAN: 9788836607648
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- Fabio Benzi, Francesco Leone, Flavia Mattiti, Fausto Pirandello. Opere dal 1923 al 1973, Editore: Manfredi Edizioni, 2016, EAN: 9788899519315
- Manuel Carrera (a cura di), Fausto Pirandello e il cenacolo di Anticoli Corrado, De Luca Editori d’Arte, 2018, EAN: 9788865574010
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 22 agosto 2022.
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Fausto Pirandello, Crocifissione, sul sito dei Musei vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea di Città del Vaticano.
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