L’Arringatore è una statua etrusca che prende il nome dal gesto che compie il protagonista nel richiamare l’attenzione di un pubblico.
Arringatore, III secolo a.C., bronzo, altezza 170 cm. Firenze, Museo Archeologico Nazionale
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Indice
Descrizione dell’Arringatore
La scultura raffigura un uomo in posizione eretta che indossa una toga exigua. Porta inoltre alti calzari. Sulla toga è poi incisa un’iscrizione. L’uomo alza il braccio con il palmo della mano in avanti come per richiedere l’attenzione di un gruppo di ascoltatori. Il braccio sinistro invece è abbassato, parallelo al corpo e nascosto nel panneggio della toga. La gamba sinistra infine avanza leggermente. La fisionomia dell’uomo rivela la sua età avanzata. Infatti si notano profonde rughe sulla fronte e altre agli angoli degli occhi. Anche le labbra hanno perso il giovanile turgore e le guance sono tese. I capelli sono corti e riuniti in ciocche.
Interpretazioni e simbologia dell’Arringatore
Il titolo dato a quest’opera prende significato dal gesto che compie il personaggio rappresentato. Infatti sembra alzare il braccio per richiamare l’attenzione prima di parlare ad un gruppo di persone e compiere quindi un’arringa. L’iscrizione è realizzata in caratteri etruschi del II sec. a.C.: “auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś”. Secondo Piero Bernardini Marzolla la traduzione è la seguente “Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l’assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo”.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Gli studiosi decifrando l’iscrizione incisa sulla toga hanno stabilito che la statua era stata commissionata dalla comunità del luogo. Inoltre era forse dedicata a un importante personaggio etrusco di nome Aulo Metello. Sempre dal testo emerge che il protagonista del ritratto era originario di Perugia o Cortona. La funzione della statua era quindi celebrativa ed era così collocata presso un santuario. Qualche studioso ha pensato che potesse trovarsi sulla tomba del personaggio. L’Arringatore si trova ora al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera Arringatore
La scultura fu forse realizzata tra la fine del II secolo e gli inizi del I secolo a.C. Rispetto al luogo di ritrovamento dell’Arringatore gli storici non possiedono certezze. Infatti i documenti scritti di epoca rinascimentale non sono coerenti tra loro. Alcune fonti indicano come data il 1566 e come luogo Sanguineto, una frazione di Tuoro sul Trasimeno. Invece secondo altri autori la scultura fu ritrovata a Pila, una frazione di Perugia. La mano destra si spezzò in seguito ai lavori per riportarla alla luce. Infine gli occhi sono cavi per la perdita del materiale che li componeva.
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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile dell’Arringatore
La scultura è l’unica parte rimasta di un grande gruppo scultoreo del periodo tardo-etrusco. Gli archeologi non hanno potuto confrontare la scultura con altre opere più o meno simili. Infatti questa pratica abbastanza comune nelle attribuzioni è impraticabile a causa dell’unicità dell’opera. Gli studiosi hanno comunque avvicinato l’opera a quelle romane del periodo tardo-repubblicano, realizzate negli ultimi decenni del II secolo a.C.. Inoltre l’Arringatore presenta caratteristiche che lo accomunano al tardo ritratto ellenistico con spiccato gusto realistico. Si considera quindi la scultura un’opera romana realizzata con uno stile verista di derivazione etrusca. Secondo gli studiosi il panneggio rivela una certa attenzione dello scultore. Invece l’anatomia della spalla risulta un po incerta.
La tecnica
L’Arringatore è una scultura realizzata con la tecnica della fusione a cera persa in bronzo, alta 170 cm. La figura è il risultato dell’unione di sette parti realizzate separatamente e vuote all’interno in seguito poi unite tra loro a formare la scultura. I capelli sono lavorati a cesello.
La luce sulla scultura
La superficie scura della statua crea un chiaroscuro poco accentuato ma approfondisce le ombre.
Rapporto con lo spazio
Le attenzioni compositive come la mano di dimensioni maggiori e la posizione del corpo indicano una precisa posizione di fruizione. Infatti l’osservatore ottiene una visione completa se si pone verso destra dalla parte della gamba che avanza.
La struttura
Il braccio è teso in avanti e il corpo intero sembra sottolineare l’azione mediante la flessione del busto. Inoltre la mano destra non è proporzionata rispetto al resto del corpo. Questo accorgimento compositivo concede più evidenza al gesto dell’Arringatore. Le pieghe orientate obliquamente e la posizione del corpo contribuiscono a portare lo sguardo verso gesto e ed il volto del protagonista.
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Bibliografia
- Ranuccio Bianchi Bandinelli, L’ arte etrusca, Ghibli, 2013, EAN: 9788868010157
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 7 gennaio 2020.
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- Arringatore
Consulta la pagina dedicata alla scultura Arringatore, sul sito del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
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