Arte militante e attivismo sociale

L’Arte militante è una forma di attivismo sociale che alcuni artisti di tutto il mondo praticano per sostenere i diritti dei popoli.

Pagina aggiornata il: 1 dicembre 2024. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Immagine: Ai Weiwei, S. A. C. R. E. D., 2013, installazione site specific

Per arte militante si intendono gli interventi artistici, le installazioni o le singole opere d’arte create con la finalità di veicolare un messaggio sociale. Si tratta quondi di una forma di attivismo sociale praticato da alcuni artisti nel mondo. In questo modo, un artista assume un ruolo attivo e si impegna nel migliorare le condizioni dei cittadini. Molti artisti sono molto sensibili alle ingiustizie che, spesso, si compiono nelle società contemporanee. I soggetti più deboli, oggetto di queste iniquità, sono le fasce più povere oppure categorie fragili come bambini e anziani. La guerra e i conflitti politici interni sono le cause più comuni di ingiustizia sociale che produce oppressione e discriminazione. Spesso, anche in assenza di conflitti, il razzismo latente crea esclusione di intere comunità, e a volte una vera e propria persecuzione.

Gli artisti, attraverso il loro attivismo sociale, mettono così in luce le criticità di un sistema politico o di governo e contribuiscono all’organizzazione di azioni collettive. I diritti civili sono un tema molto importante al quale gli artisti, da tempo, sono sensibili. I temi più trattati sono la condanna del femminicidio, della violenza di genere, delle differenze tra maschi e femmine sul luogo di lavoro, il diritto al proprio orientamento sessuale. Oltre alle libertà personali, gli artisti si occupano anche di temi sociali quali la tutela dell’ambiente, le libertà di espressione e i diritti che ogni cittadino deve esercitare all’interno della propria comunità. Insomma, l’attivismo sociale è una importante motivazione creativa per coloro che concepiscono l’arte come relazione.

L’arte militante e l’impegno sociale nella storia

Nel corso della storia occidentale, e di riflesso nella storia dell’arte, già nell’Ottocento si possono osservare prime opere d’arte militante. In realtà si tratta di prime riflessioni che gli artisti compiono nei confronti degli strati più poveri delle popolazioni. Contadini delle campagne e operai delle città diventano così il soggetto di opere etichettate come realismo. In alcuni casi, come per l’artista francese Jean Francois Millet, l’interesse verso il mondo dei contadini è puramente elettivo. Millet, infatti, non compie una operazione sociale per condannare le dure condizioni dei lavoratori della terra.

Diversamente, Courbet, con il crudo realismo della sua pittura, descrive le dure fatiche degli spaccapietre, rappresentate nel celebre dipinto perduto. Courbet rivendicò la dignità del popolo con dipinti quali Funerale a Ornans, nei quali i poveri sono elevati a rango della nobiltà. Infatti, la dimensione di quest’opera molto nota fu considerata scandalosa e impropria per ospitare un soggetto così lontano daì soggetti della tradizione. L’artista prese a modello il funerale dello zio e dedicò grande attenzione alla rappresentazione dei personaggi. Questa dedizione rappresenta, ai nostri occhi, un manifesto di intenzione che rivela l’impegno sociale di Gustave Courbet.

I minatori di Van Gogh

La stessa intenzione, poi sembra essere quella di Vincent Van Gogh, quando ritrae i contadini delle campagne olandesi. Ne I mangiatori di patate, Van Gogh sembra partecipare empaticamente alla povera cena. La scena non pare sottolineare criticamente le misere condizioni del gruppo familiare. Invece, il pittore sembra ammirato dalla poverta ascetica di questi contadini e li ritrae come in un’istantanea affettiva. Infatti, tutta la pittura di Van Gogh rispecchia la sua vita e si può considerare la sottolineatura emotiva della sua vicenda esistenziale. Van Gogh, nel periodo di predicazione, intorno al 1878, si avvicinò anche alla realtà dei minatori del Borinage, in Belgio dove presto opera di soccorso e aiuto alla comunità locale.

Approfondisci con Arte e lavoro a fine Ottocento e inizio Novecento

Arte Militante e impegno sociale durante le guerre

Le guerre sono momenti drammatici per i popoli, soprattutto per le fasce più deboli. Per questo gli storici prestano grande attenzione all’evoluzione dell’arte durante i conflitti. Infatti, i giovani artisti, normalmente meno inseriti nelle comunità artistiche consolidate economicamente, sono i primi a protestare. Così, molti di loro abbracciano l’arte militante per un impegno sociale in funzione della cessione dei conflitti. Le azioni dimostrative, gli atti di pacifismo e le opere condannano violazioni dei diritti a abusi.

Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix
Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix

I Dadaisti, nel primo Novecento, condannarono la guerra e gli interessi economici delle classi dominanti. Gli espressionisti tedeschi della Nuova Oggettività come Otto Dix denunciarono nelle loro opere la triste e drammatica condizione dei mutilati della Prima Guerra Mondiale. Renato Guttuso a altri artisti italiani confannarono gli eccidi dell’esercito nazista in Italia. Il grande dipinto intitolato Guernica di Picasso è il manifesto mondiale dell’Arte militante e dell’attivismo sociale.

Impegno sociale e arte militante nel secondo dopoguerra

Nel Secondo Dopoguerra, l’impegno sociale degli artisti è stato favorito dalle politiche sociali e culturali della sinistra. Alcuni di loro, militanti nella sinistra parlamentare, si sono riuniti in gruppi come il Il Fronte nuovo delle arti nel quale fu assoluto protagonista Renato Guttuso. Intorno a lui altri artisti hanno messo in luce il duro lavoro della classe operaia impegnata su vari fronti, dalle miniere alla fabbrica, alla pesca all’agricoltura.

Arte militante e impegno sociale nel contemporanei

Ai Weiwei, S. A. C. R. E. D., 2013, installazione site specific - Arte militante e attivismo sociale
Ai Weiwei, S. A. C. R. E. D., 2013, installazione site specific

L’artista militante più noto, nel panorama artistico contemporaneo è il cinese Ai Weiwei. La sua attività di forte critica al regime di governo del suo paese lo ha partato in carcere. Per comunicare questa esperienza, Ai Weiwei, nel 2013, ha esposto presso la Biennale di Venezia una grande installazione che documenta le sua carcerazione politica. Ai Weiwei si considera un artista del mondo e considera fondamentale la libertà di espressione.

Expressing oneself is a part of being human. To be deprived of a voice is to be told you are not a participant in society; ultimately it is a denial of humanity.
AI WEIWEI

(“Esprimere se stessi è parte dell’essere umano. Essere privati ​​di una voce è come sentirsi dire che non si è un partecipante alla società; in ultima analisi è una negazione dell’umanità.“)

Consulta il sito di Ai Weiwei

Bibliografia

  • C. Casero, E. Di Raddo (a cura di), Anni ’70: l’arte dell’impegno. I nuovi orizzonti culturali, ideologici e sociali nell’arte italiana, Silvana; Illustrated edizione, 2010, ISBN-10 8836614310 ISBN-13 978-8836614318
  • Hal Foster, Rosalind Krauss, Yve-Alain Bois, Benjamin H. D. Buchloch, David Joselit a (cura di Elio Grazioli) – Arte dal 1900, Zanichelli, Bologna 2013, ISBN 9788808175069
  • Gregory Sholette, Antonella Bergamin (Traduttore), L’arte dell’attivismo e l’attivismo dell’arte, postmedia books, 2023, ISBN-10 8874903766 ISBN-13 978-8874903764

© 2017-2024 ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci

Grazie per aver consultato ADO

Le immagini pubblicate su ADO sono state prodotte in proprio e quindi sono di proprietà dell’autore.

ADO content