Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

Autoritratto con cappello di Paul Gauguin risale agli anni in cui l’artista, tornato da Tahiti, tentò di far apprezzare le sue opere al pubblico dell’arte di Parigi.

Paul Gauguin, Autoritratto con cappello, 1893-1894, olio su tela a doppia faccia, 46 x 38 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Indice

Descrizione dell’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

Paul Gauguin nel suo Autoritratto realizzato tra il 1893 e il 1894 si rappresenta a mezzo busto all’interno del suo studio. Dietro la sua immagine, sulla parete di fondo, a destra compare la riproduzione di un suo dipinto e, in basso, un pareo blu.

Interpretazioni e simbologia dell’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

Portrait de l’artiste è il titolo in originale, in lingua francese, assegnato dai curatori del Musée d’Orsay di Parigi a questo autoritratto di Paul Gauguin. In italiano il dipinto è conosciuto come Autoritratto con cappello. L’opera è il recto di una tela che sul verso presenta un ritratto indicato come Portrait de William Molard.

Nello sfondo compare, alla rovescia, un dipinto tahitiano. Secondo Gauguin quest’opera è la più rappresentativa del primo periodo polinesiano. Il dipinto che raffigura l’idolo Manau Tupapaù, dal titolo Lo spirito dei morti veglia si trova oggi a Buffalo, USA, alla Allbright-Knox Art Gallery. Nell’immagine l’opera è raffigurata al contrario, come osservata riflessa in un specchio. L’atelier dell’artista è quindi fortemente caratterizzato dallo spirito thaitiano a partire dalle pareti di colore giallo e verde. Inoltre nell’ambiente, Gauguin ammassò molti oggetti esotici e nell’autoritratto compare anche un pareo giallo e blu dipinto sulla destra.

Secondo i curatori del museo, Paul Gauguin, con questo autoritratto si propose come un artista selvaggio. Infatti anche la sua pittura, dalla pennellata esposta, e la superficie ruvida e grossolana della tela trasmettono un’estetica di primitività cercata dal pittore.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’Autoritratto con il cappello di Paul Gauguin ha fatto parte delle collezioni: Collection William Molard, Collection Judith Gérard, belle-fille de William Molard, Collection Ambroise Vollard, Collection Douglas Cooper, Collection Charles Boise. Lo Stato francese acquisì l’opera nel 1966, grazie a una donazione anonima canadese a favore del musée du Louvre. Quindi, nel 1966 le autorità attribuirono il dipinto al musée du Louvre di Parigi. Nel 1986, infine, fu assegnato al musée d’Orsay.

L’artista e la società. La storia dell’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

L’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin risale agli anni 1893 e 1894. Paul Gauguin nacque nel 1848 e morì nel 1903, all’età di 55 anni. Il pittore francese realizzò quindi questo autoritratto intorno all’età di 45 anni.

Paul Gauguin fu nuovamente a Parigi il 1 settembre 1893, di ritorno dal primo soggiorno in Polinesia. Il pittore francese rientrò in patria con l’intento di mostrare al pubblico dell’arte le sue opere realizzate a Thaiti. Gauguin sperava che la sua pittura ispirata alle atmosfere selvagge e primitive piacesse ai parigini ma, nonostante il suo impegno, così non fu.

Anche le istituzioni non riconobbero l’opera di Gauguin. Nel novembre 1893, infatti, offrì un suo dipinto, l’Orana Maria al museo del Luxembourg ma gli amministratori la rifiutarono. Oggi l’opera si trova a New York esposta presso il Metropolitan Museum of Art. La mostra che organizzò per mostrare le sue opere non ebbe successo. Solo gli amici artisti e qualche critico spesero commenti positivi sui lavori. Tra questi vi furono Degas, Jarry e Natanson.

Secondo i curatori del Musée d’Orsay di Parigi, Paul Gauguin dipinse questo autoritratto per mostrare un segno di reazione alle stroncature della critica e del pubblico nei confronti delle sue opere. Il pittore infatti non abbandonò per tutta la vita il suo carattere forte e determinato che lo portò in contrasto anche con le autorità coloniali e religiose. A conferma dell’interpretazione degli storici, sono la riproduzione dell’opera tahitiana e gli oggetti esotici collocati sullo sfondo del dipinto.

Il ritratto sul retro

Il ritratto del giovane musicista e amico di Gauguin, William Molard (1862-1936), si trova sul retro dell’autoritratto. Il viso di Molard appare stravolto e trasmette il suo carattere anticonformista e bohèmien. Il musicista amava infatti la musica di Wagner e faceva parte della comunità europea degli artisti di Montparnasse che comprendeva anche Strindberg e Durio, promotori della pittura di Gauguin.

Gli esperti del Musée d’Orsay di Parigi indicano l’autoritratto di Gauguin e il ritratto di Molard come la perfetta sintesi della vita del pittore nell’inverno trascorso a Parigi tra il 1893 e il 1894. Inoltre proprio in questi anni le nascenti Avanguardie europee iniziarono ad accogliere il Primitivismo come importante tratto stilistico delle proprie opere.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile dell’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

Questo autoritratto di Gauguin presenta uno stile molto simile alle sue opere realizzate durante il soggiorno a Tahiti. Le forme sono definite da una linea di contorno riempita con capiture di colore bidimensionale. Questa caratteristica è molto evidente nel cappello e nella giacca sui quali si osservano poche variazioni di tono. Il viso, invece, presenta un maggiore contrasto, dal chiaro allo scuro, che permette di costruire il volume anatomico. Sul cappello, soprattutto a destra sono evidenti pennellate disposte a tratteggio obliquo.

La tecnica

L’autoritratto di Paul Gauguin è un dipinto realizzato con uso di pasta di colore ad
olio applicata su una tela di 46 centimetri di altezza e 38 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

La figura di Gauguin è colorata con toni caldi e terrosi come l’ocra rossa del viso e del cappello. Gli abiti, invece sono scuri e grigi. Lo sfondo presenta colori più accesi, il giallo e il verde che illuminano l’ambiente.

La scena non presenta una chiara rappresentazione della luce ambientale. Infatti, solo sul viso di Gauguin, nella parte più scura a destra, si osserva un riflesso chiaro. È il contrasto tra colori brillanti come il giallo della parete e quelli più scuri in primo piano a dare luce al dipinto.

Lo spazio

Il busto di Paul Gauguin si trova in primo piano mentre il secondo piano coincide con la parete dello studio. Lo spazio della scena è quindi determinato dalla semplice sovrapposizione tra figura e sfondo rappresentato frontalmente.

La composizione e l’inquadratura

L’Autoritratto con cappello di Paul Gauguin è di forma rettangolare. L’inquadratura verticale valorizza il busto dell’artista e racchiude anche una porzione della parete più brillante che mette in risalto la figura.

Il volto di Gauguin assume una grande stabilità compositiva poiché si trova al centro del dipinto. Inoltre la sua figura si appoggia alla diagonale che sale da destra in basso. Con questa linea coincidono infatti la spalla sinistra del pittore, il viso e il cappello.

Invece, nella parte sinistra della parete prevalgono le linee oblique delle fasce colorate. A destra, invece il dipinto e il pareo creano una colonna verticale che occupa l’intera metà dell’opera.

Questa struttura compositiva permette di dare una maggiore forza alla figura del pittore e valorizzare lo sfondo con il dipinto e il pareo. Infatti questi due elementi, insieme ai colori giallo e verde, rappresentano il manifesto pittorico dell’artista.

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Bibliografia

  • La pittura al Museo d’Orsay. Testi di Michel Laclotte, Geneviève Lacambre, Anne Distel, Claire Frèches-Thory, Marc Bascou. Premessa di Françoise Cachin, Scala, 1995 EAN: 2560460022700
  • Simona Bartolena, Parigi Musèe d’Orsay, Il Sole 24 Ore, 2005, EAN: 2570140011214
  • Musee d’Orsay – La Guida delle Collezioni, RMN, 2006, EAN: 2570140229985

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 4 luglio 2022.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Paul Gauguin, Autoritratto con cappello, sul sito del museé d’Orsay di Parigi.

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