Autoritratto con orecchio bendato fu dipinto da Vincent Van Gogh in seguito ad un crollo emotivo causato dalla decisione di Paul Gauguin di tornare a Parigi.
Vincent Van Gogh, Autoritratto con orecchio bendato, 1889, olio su tela, 60.5 x 50 cm. Londra, The Courtauld Institute Of Art
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Vincent van Gogh, Autoritratto con orecchio bendato e pipa, gennaio 1889, olio su tela, 51 x 45 cm. Chicago, Collezione privata
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Indice
Descrizione dell’Autoritratto con orecchio bendato di Vincent Van Gogh
In Autoritratto con orecchio bendato, Vincent Van Gogh si raffigura con una evidente bendatura all’orecchio sinistro. L’artista è rivolto a destra e indossa un pesante cappotto scuro. Lo sguardo è fisso e pare perso in una sfera interiore. Gli occhi sembrano allucinati. Le labbra sono fermamente serrate. Le sopracciglia inoltre, sono aggrottate ed esprimono disagio interiore. Sul capo porta un cappello decorato con una pelliccia nera. Sullo sfondo, è visibile una stampa orientale e l’interno della sua stanza.
Interpretazioni e simbologia dell’Autoritratto con orecchio bendato di Vincent Van Gogh
Vincent Van Gogh mutilò il suo orecchio il 23 dicembre 1888. La causa va, forse, ricercata nella sua turbolenta relazione con il pittore Paul Gauguin. Theo van Gogh chiese a Gauguin di recarsi presso la Casa Gialla per dipingere accanto al fratello. Lo studio abitazione si trovava al numero 2 di Place Lamartine, ad Arles. Il 29 ottobre 1888, Vincent accolse con grande entusiasmo Gauguin dipingendo per lui la serie dei Girasoli. Presto, però le discussioni si accesero e i due entrarono in contrasto.
Nonostante questo Van Gogh stimava molto Gauguin, che, però, decise, in dicembre, di tornare a Parigi. Inoltre, il 21 dicembre Theo si sposò. Probabilmente, in preda ad un equilibrio emotivo instabile, sentendosi abbandonato, Vincent si mutilò con un estremo gesto di autolesionismo. Quella sera Gauguin, in seguito all’ennesima lite, avvenuta nel pomeriggio, si era trasferito in albergo. Sembra che Vincent lo abbia inseguito con un rasoio. La fermezza di Gauguin, però, bloccò Van Gogh. Tornato a casa si mutilò l’orecchio sinistro. Avvolse, poi, un foglio di giornale intorno all’orecchio e lo portò come dono ad una prostituta. Al suo ritorno, il mattino del 24 dicembre, Gauguin scoprì che le autorità sospettavano di lui. Van Gogh era esanime e solo su insistenza del collega fu portato in ospedale fino al 7 gennaio 1889.
Una diversa ipotesi si basa sull’ammirazione che Van Gogh nutriva verso la cultura giapponese. In tale cultura la pratica della prostituzione era regolata da raffinati cerimoniali. Uno di questi era lo “shinju”. Si trattava di un pegno d’amore reciproco, a volte, rappresentato da gocce di sangue, frammenti di unghie, capelli o dita mozzate. Van Gogh consegnò il suo orecchio mozzato ad una prostituta di Arles di nome Rachel. Gli storici non sono, però, concordi, nel fatto che l’artista fosse a conoscenza di questa pratica. Infatti la vera motivazione di questo gesto folle non è chiara e gli studiosi possono solamente avanzare alcune ipotesi. Tra le altre potrebbe esserci la notizia del matrimonio del fratello Theo.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Julien père Tanguy fu il proprietario del dipinto. Spesso il commerciante scambiava le opere degli artisti con materiale pittorico. L’opera fu, poi esposta in occasione di due mostre nel 1901 e nel 1905.
L’artista e la società. La storia dell’opera
L’Autoritratto con orecchio bendato fu realizzato da Van Gogh poco dopo essere tornato a casa dall’ospedale nel quale era ricoverato. L’artista ritrasse più volte se stesso con la benda in seguito all’atto di autolesionismo. La stampa giapponese appuntata sul muro è di Sato Torakiyo. Van Gogh per poterla riprodurre a destra del volto spostò le figure e la sagoma del Monte fuji verso destra. L’artista amava molto la pittura giapponese e in alcuni suoi dipinti compaiono figure che ricordano lo stile delle stampe orientali. Vincent Van Gogh utilizzò spesso colori ad olio preparati con pigmenti poco stabili. Infatti, il giallo brillante utilizzato per lo sfondo si è, ormai, degradato. Lo stile post-impressionista di Van Gogh consiste nel recupero dei contorni delle figure. Tale caratteristica si era persa nella pittura impressionista di Monet, Renoir, Pissarro e Degas.
Il dottor Felix Rey soccorse Vincent all’ospedale di Arles e, il 18 agosto 1930, realizzò uno schizzo della mutilazione. Lo scrittore Irving Stone, autore della biografia Van Gogh Brama di vivere, conservava il documento nel suo archivio. Stone per documentarsi si recò ad Arles nel 1930 e incontrò il dottor Felix Stone, che gli rivelò la era entità del danno al padiglione sinistro di Vincent.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile dell’Autoritratto con orecchio bendato di Vincent van Gogh
Il dipinto di Van Gogh intitolato Autoritratto con orecchio bendato fu realizzato con pennellate separate e orientate secondo i volumi delle superfici. Sono, infatti, evidenti sul cappotto, sul cappello e sul volto. Nelle altre superfici i tratti del pennello sono, invece, verticali. Il chiaroscuro è leggero e le superfici si differenziano, soprattutto, per il diverso colore delle campiture e per una linea scura che circoscrive le forme.
Il colore e l’illuminazione
Autoritratto con orecchio tagliato è dipinto con rosa, ocra caldo, blu, turchese e verde. Il cappotto di Van Gogh, il suo cappello e la porta di destra sono colorati con tonalità fredde, blu poco saturi e tendenti al verde. Le pareti della stanza e le stampe, invece, sono realizzate, come il volto, con ocra, rosa e alcune sfumature di rosso.
Lo spazio
Lo spazio della stanza è costruito attraverso la sovrapposizione delle figure. A destra, la porta suggerisce la presenza del muro sul quale sono anche appese le stampe dietro al volto di Van Gogh.
La composizione e l’inquadratura
Autoritratto con orecchio bendato di Van Gogh presenta un formato verticale. Il busto dell’artista occupa quasi interamente la superficie dipinta. L’inquadratura mette al centro in stile classico il volto di Van Gogh mentre la stanza è incorniciata con un taglio fotografico.
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Bibliografia
- Ronald de Leeuw, Van Gogh, in Art dossier, nº 22, Giunti, 1998, ISBN 88-09-76052-2.
- Enrica Crispino, Van Gogh, Giunti, 2010, ISBN 978-88-09-05063-1
- Giordano Bruno Guerri, Follia? Vita di Vincent van Gogh, 23 marzo 2011, Bompiani, Collana: I grandi tascabili, EAN: 9788845266928
- Vincent Van Gogh, Lettere a Theo, Traduttore: M. Donvito B. Casavecchia, Curatore: M. Cescon, 25 agosto 2016, VII edizione, Guanda, Collana: Tascabili Guanda. Narrativa, EAN: 9788823516908
- I miei quadri raccontati da me di Vincent Van Gogh, a cura di Piergiorgio Dragone, 20 settembre 2017, Donzelli, Collana: Mele, EAN: 9788868436728
- Rainer Metzger, Ingo F. Walther, Van Gogh. Tutti i dipinti, 5 luglio 2018, Taschen, Collana: Bibliotheca Universalis, EAN: 9783836559591
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 26 settembre 2022.
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Vincent van Gogh, Autoritratto con l’orecchio tagliato, sul sito del The Courtauld Institute Of Art di Londra.
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