Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa rivela l’interesse del pittore verso le difficili condizioni delle donne contadine del luogo.
Nino Costa, Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio, 1852, olio su tela, 73 x 147 cm. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
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Indice
Descrizione di Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa
Il paesaggio di Nino Costa ritrae una spiaggia e il mare sul quale incombe un cielo nuvoloso. Verso destra, alcune barche sono attraccate sulla riva e i marinai attendono le donne che scendono verso di loro reggendo grossi ceppi sul capo. Le contadine indossano abiti tradizionali di colore bianco, rosso e verde. Una donna con le gambe immerse fra le onde, solleva la legna verso la barca porgendola ad un marinaio che si sporge verso il basso. Sulla spiaggia, una giovane seduta si massaggia un piede affaticato dal lungo cammino. Anche un giovane porta un lungo tronco sulle spalle.
A sinistra, in secondo piano, si intravedono alcune piccole capre rivolte verso il mare. In primo piano invece, tra le piante che crescono sulle dune di sabbia affiorano conchiglie bianche. Al centro, spunta il cranio di un bovino. Infine, contro il cielo ingombro di nubi si scorge in promontorio lontano.
Interpretazioni e simbologia di Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa
Il dipinto è noto anche con il titolo di Donne che portano fascine a Porto d’Anzio. Giovanni Costa decise di comporre questa scena dopo aver visto alcune donne caricare radici di alberi su una barca.
«Dopo una nottata piovosa, alla mattina, mentre si apriva il cielo, vidi delle donne che avevano sulla testa strani fardelli che poi conobbi essere radiche di alberi delle quali caricavano una barca. Ne ebbi una grande impressione e cominciai il quadro che fu compiuto nel 1852.».
In questo dipinto, Nino Costa affrontò il tema sociale del duro lavoro degli abitanti delle zone rurali. In particolare, ritrasse il gruppo di donne che trasportano con fatica i loro fardelli pesanti. L’opera di Costa si avvicina quindi al Verismo e al Realismo, correnti culturali e artistiche attente alla vita delle classi sociali più umili. A metà Ottocento grazie al lavoro di intellettuali e artisti si determinò così una maggiore consapevolezza sociale sollecitata anche dalle idee del Positivismo che favorì la nascità di ideologie umanitarie.
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Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa è custodito presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. La tela comparve in una mostra a Firenze nel 1859. Il dipinto, nel 1861, fu esposto poi al Salon di Parigi del 1865 e quindi alla V Biennale di Venezia del 1903.
L’artista e la società. La storia dell’opera Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa
Giovanni Costa detto Nino dipinse quest’opera nel 1852, intorno all’età di 27 anni. Il pittore, in seguito alla caduta della Repubblica Romana, decise di risiedere ad Ariccia, presso la pensione Martorelli. Si dedicò quindi allo studio dei paesaggi che poteva osservare fra Castel Fusano e Porto d’Anzio. In questa località ebbe inoltre modo di incontrare e frequentare molti artisti italiani e stranieri, tedeschi, inglesi e francesi. Costa frequentò tra gli altri Massimo d’Azeglio, Charles Coleman e i Nazareni.
Il pittore nacque a Roma il 15 ottobre 1826 e morì a Marina di Pisa il 31 gennaio 1903. Costa fu molto impegnato nella politica del suo tempo e partecipò come volontario alle campagne garibaldine del 1848-1849 e del 1859. Giovanni Costa è indicato dagli storici dell’arte come un importante esponente della pittura romana dell’Ottocento. Inoltre, Costa promosse le idee naturalistiche al gruppi dei pittori Macchiaioli.
Costa realizzò diversi studi per arrivare alla versione definitiva dell’opera. In uno di questi è dipinta una barca al centro mentre in un altro si coglie già l’intera composizione.
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Lo stile di Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa
La cifra stilistica principale di Giovanni Costa fu il Naturalismo unito al Realismo Sociale, indirizzato alla vita degli abitanti delle campagne laziali. La pittura matura di Costa risente inoltre delle diverse influenze derivate dalla frequentazione di artisti europei nell’ambito della Confraternita dei Preraffaelliti, della Scuola di Barbizon e dei pittori Nazareni. Portò così avanti una decisa pittura di rottura contro l’arte Accademica, Neoclassica e Romantica, che tra l’altro era stata fondamentale nella sua formazione.
Nonostante i rapporti di Giovanni Costa con i Macchiaioli, la sua non è una pittura di macchia. Infatti Costa ebbe, per tutta la vita, una grande ammirazione per i pittori italiani del Quattrocento. Per questo, le sue figure sono disegnate con attenzione e circoscritte da contorni che valorizzano la descrizione dei particolari. Costa inoltre elaborò una complessa teoria sulla tecnica di realizzazione di un paesaggio. Infatti il pittore lo considerava il mezzo ideale per esprimere il senso di totalità e armonia della natura.
La tecnica di Donne che imbarcano legna al Porto di Anzio di Nino Costa
Il paesaggio con figure di Nino Costa è un dipinto realizzato con velature di colore ad olio applicate su una tela di 73 centimetri di altezza e 147 cm di larghezza.
Nino Costa era solito osservare dal vero il paesaggio realizzando alcuni disegni e bozzetti ad olio con esecuzione veloce. In seguito, integrava questi studi con particolari e correzioni e quindi realizzava l’opera definitiva in studio utilizzando sottili strati di colore.
Il colore e l’illuminazione
Nel paesaggio marino di Costa le tonalità fredde dell’azzurro, del blu e dei grigi caratterizzano la metà superiore dell’opera mentre i colori caldi, ocra e marroni si trovano nella metà inferiore. A destra, è poi molto evidente il rosso degli abiti, esaltato anche dal bianco presente nel busto. Inoltre, si crea un evidente contrasto tra complementari nei colori degli abiti, tra il rosso e il verde delle gonne.
L’illuminazione solare del primo mattino è fredda e crea un’atmosfera di attesa. La luce proviene da sinistra ed è evidente nelle ombre delle barche sulla superficie del mare e in quelle delle figure che scendono a destra. Infine, si può considerare che i colori degli abiti ricordano quelli della bandiera italiana.
Lo spazio
Lo spazio naturale riprodotto nel dipinto ritrae un’ampia veduta marina. I personaggi a destra rappresentano un riferimento spaziale per valutare le distanze tra il primo piano e le barche attraccate sulla riva. La scena è distinta da una grande profondità. Infatti, l’occhio dell’osservatore può spaziare dal primo piano, dove si colgono i particolari sulle dune, fino al promontorio che si profila all’orizzonte.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Nino Costa è di forma rettangolare con sviluppo orizzontale. L’inquadrarura fortemente panoramica incornicia un’ampia porzione di paesaggio limitando il soggetto principale nella parte destra della scena. La metà superiore è occupata dal cielo la metà inferiore invece dalla spiaggia. La linea orizzontale del mare divide quasi esattamente in due l’altezza del dipinto.
Le barche si trovano al centro dell’opera mentre il gruppo dei personaggi crea una massa all’estrema destra circoscritta all’interno di una forma ovale. Infine, il profilo della spiaggia crea una elegante linea serpeggiante che porta al gruppo di donne. L’ansa che si abbassa al centro permette di rappresentare le navi che galleggiano.
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Bibliografia
- Giuseppe Cellini (a cura di), Giovanni Costa, Bergamo, Istituto Nazionale Luce, 1933, SBN IT\ICCU\CSA\0026794
- Nino Costa, Quel che vidi e quel che intesi, a cura di Giorgia Guerrazzi Costa, Treves/Longanesi, 1983 [1927]
- Alessandro Marabottini, Nino Costa, Torino, U. Allemandi, 1990.
- Arnika Schmidt, Nino Costa, 1826-1903: Transnational Exchange in European Landscape Painting, Milano, Silvana Editoriale, 2016
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 9 dicembre 2022.
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