Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

Madonna Rucellai è una pala d’altare di Duccio di Buoninsegna esposta nella stessa stanza degli Uffizi insieme a quelle di Cimabue e di Giotto.

Duccio di Buoninsegna, Madonna Rucellai, 1285, tempera e oro su tavola, 450 x 290 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi

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Indice

Descrizione della Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

La Vergine è dipinta al centro, seduta su un trono. Il suo corpo è orientato verso destra e in braccio tiene il Bambino. Il mantello blu bordato con una decorazione dorata copre interamente la figura della Vergine. Gesù Bambino, invece, è rivolto a sinistra e indossa solo un telo rosa intorno al bacino. Ha il braccio destro alzato e benedice con la mano. Il trono è massiccio e molto elaborato. Inoltre, sullo schienale è presente un telo decorato. Tre angeli sono inginocchiati a destra e altri tre a sinistra. I loro corpi sono sovrapposti verso l’alto e non poggiano su un piano. Infine, le figure sono dipinte contro un fondo oro.

Interpretazioni e simbologia della Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

L’opera appartiene al genere delle Maestà ed è la più grande di quelle rimaste del Duecento. Infatti vi è raffigurata la Madonna con il bambino seduta su di un trono. Ai suoi lati vi sono sei angeli.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La Madonna Rucellai, detta anche Madonna dei Laudesi fu commissionata a Duccio di Buoninsegna, il 15 aprile 1285, dalla Compagnia dei Laudesi e destinata alla chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. In origine si trovava nella cappella dei Laudesi rinominata, poi, Cappella Bardi. Prese il nome attuale dal 1591 quando venne spostata nella Cappella Rucellai dove rimase fino al 1937. Nel 1948 fu poi esposta nell’ambito di una mostra su Giotto. Attualmente, dal 1948, si trova presso la Galleria degli Uffizi di Firenze accanto alla Maestà di Santa Trinita di Cimabue e alla Maestà di Ognissanti di Giotto.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La pala della Madonna Rucellai, in origine, era conservata presso la Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Lo stesso Duccio, molto giovane, dipinse un ciclo di affreschi che accompagnavano il dipinto. Nel trecento fu attribuita a Cimabue. Anche Vasari riprese tale attribuzione che rimase fino alla fine del XIX secolo. Nel 1899 Franz Wickhoff, uno storico dell’arte austriaco, ipotizzò che fosse Duccio di Buoninsegna l’autore della Maestà. Lo storico si basò sul documento originale di commissione del 1285 già scoperto nel 1790 ma non considerato dagli storici. Nei primi decenni del Novecento alcuni storici discussero ancora sulla paternità della Madonna Rucellai. Negli ultimi anni la sua attribuzione è condivisa dagli studiosi. La pala d’altare fu consolidata nel 1947-1948 in occasione dell’esposizione presso la mostra su Giotto. Venne poi restaurata nel 1989.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Stile del dipinto Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

La vita di Duccio di Buoninsegna è, per molti tratti, sconosciuta. Nacque a Siena prima del 1260-1265 e vi morì nel 1319. Nello stesso periodo, sul territorio italico, erano presenti Cimabue e Giotto. Simone Martini e Pietro Lorenzetti furono suoi allievi. Invece, gli storici nutrono dei dubbi sulla presenza di Ambrogio Lorenzetti presso la sua bottega. La pala della Madonna Rucellai si ispira alla Maestà del Louvre di Cimabue del 1280 circa. Infatti, si ritrovano alcuni elementi stilistici comuni.

I dipinti di Duccio di Buonisegna sono realizzati con particolare attenzione alla linea di contorno, sinuosa ed elegante e colori brillanti e preziosi. Si coglie ancora l’influenza della tradizione bizantina che era ancora molto sentita a Siena. Nella Madonna Rucellai, però, tale tradizione sembra distante. Infatti i personaggi perdono l’espressione enigmatica. Invece, la Vergine, assume un’espressione più dolce e pare accennare un sorriso.

Il gotico di Duccio

Duccio di Buoninsegna si ispirò, probabilmente, a manufatti artistici provenienti dalla Francia. Questi piccole opere, smalti e miniature, portarono in centro Italia il gusto gotico internazionale. Così, sollecitato dal nuovo stile, Duccio abbandonò le applicazioni in agemina introducendo tenui passaggi di toni. Anche le minuscole e sottili pieghe degli abiti contribuiscono a dare più volume alle figure. Inoltre, al posto dei rigidi panneggi bizantini, Duccio dipinse decorazioni sinuose e lineari come il bordo decorato della veste della Madonna.

La tecnica

La pala d’altare di Duccio fu realizzata con colori a tempera. Il fondo è, invece, ottenuto con applicazione di oro in foglia. Tale tecnica fu una eccellenza della scuola senese. Già diffuso all’epoca bizantina, il fondo in oro consentiva di ottenere sfondi mistici che rappresentavano la luce divina. Inoltre, il prezzo elevato del materiale costituiva una offerta devozionale.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto presenta una dominande calda determinata dal fondo in oro. In generale i colori sono piuttosto vivaci e saturi come tipico della scuola senese. Invece, gli abiti delle figure sacre sono dipinti con colori freddi, blu e violetti. Anche gli abiti rosa degli angeli mostrano toni che virano verso il viola. Sotto il mantello della Vergine, blu scuro, emerge l’abito rosso.

Il fondo luminoso in oro crea un forte contrasto con le figure dipinte. Anche il Bambino, dall’incarnato chiaro, è ben evidente contro l’abito scuro della Madonna.

Lo spazio

La Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna presenta una scena priva di profondità. Non esiste descrizione ambientale e il fondo è decorato in oro. Il trono è descritto con un accenno di tridimensionalità che si apprezza a sinistra. In ogni caso le figure non presentano indicatori spaziali se non la sovrapposizione delle forme. Infatti gli angeli sono inginocchiati e sovrapposti, isolatamente, verso l’alto. Inoltre, la loro dimensione minore rispetto alla Vergine, simboleggia la diversa importanza delle figure. Tale caratteristica è detta prospettiva gerarchica e non descrive la distanza tra i personaggi.

La composizione e l’inquadratura

L’opera presenta un formato rettangolare sormontato da un triangolo. La cornice racchiude le figure sacre nella stretta porzione del piano pittorico verticale. La parte centrale dell’opera è destinata alla Madonna in trono mentre due sottili colonne laterali, di circa un quinto della larghezza ognuna, sono occupate dagli angeli. La figura della Madonna è costruita sulla diagonale che sale da destra. Invece, le figure degli angeli si sovrappongono verso l’alto e si rispecchiano simmetricamente. Infine, si forma un rettangolo scuro che racchiude il trono e la Vergine con il Bambino.

La cornice presenta dei clipei dipinti con volti di profeti e Santi domenicani. Fra questi è riconoscibile San Pietro martire, fondatore dei Laudesi.

Confronti. La Maestà di Cimabue del Louvre e la Madonna Rucellai di Duccio

Le due pale d’altare presentano alcuni dettagli in comune. L’opera di Cimabue venne, però, dipinta circa cinque anni prima. Si presume, quindi, che Duccio di Buoninsegna si ispirò alla Maestà del Louvre attribuita a Cimabue. Il trono è collocato di traverso in entrambe le opere. Inoltre vi e la stessa inclinazione dei volti. La Madonna e il Bambino compiono gli stessi gesti. Infine anche la cornice è impostata allo stesso modo. Nella Madonna Rucellai, però, gli storici osservano una diversa umanità. La Vergine, infatti, manifesta una raffinatezza che non appartiene ai modelli bizantini presenti invece in Cimabue. Si tratta di una evoluzione gotica della figura mariana.

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Duccio di Buoninsegna, Madonna Rucellai, sul sito della Galleria degli Uffizi di Firenze.

Lettura alla LIM dell’opera Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

I dipinti di Duccio di Buonisegna sono realizzati con particolare attenzione alla linea di contorno, sinuosa ed elegante e colori brillanti e preziosi. Si coglie l’influenza della tradizione bizantina che era ancora molto sentita a Siena.

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La Madonna Rucellai, detta anche Madonna dei Laudesi fu commissionata a Duccio di Buoninsegna dalla Compagnia dei Laudesi e destinata alla chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. In origine si trovava nella cappella dei Laudesi rinominata, poi, Cappella Bardi. Prese il nome attuale dal 1591 quando venne spostata nella Cappella Rucellai.

Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna
Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna

La Vergine dipinta è molto elegante e composta, come una nobile del tempo

Il colore

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I colori sono ideali e molto saturi. Viola, rosa e rosso sono colori preziosi che, insieme al fondo dorato fanno sembrare il dipinto smaltato e lucido.

Particolare del manto della Vergine
Particolare del manto della Vergine

La luce

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La luce è ideale e proviene frontalmente, come in un bassorilievo.

Particolare del Bambino
Particolare del Bambino

Lo spazio

Lo spazio è in bilico tra la bidimensionalità del fondo dorato con le figure degli angeli e la rappresentazione del trono, leggermente assonometrica che che poggia su di un piano simile ad una mensola larga quanto la base del sedile.

Particolare del Trono
Particolare del Trono

La composizione

La composizione è centrale e fortemente simmetrica, solo il trono è raffigurato in leggera assonometria e rivolto verso destra.

Analisi compositiva e simmetria
Analisi compositiva e simmetria

La Vergine è avvolta dal manto che la ricopre interamente e annulla il volume del corpo

Particolare dei volumi
Particolare dei volumi

Gli angeli non poggiano su un piano ma sembrano sospesi e ritagliati dal fondo in oro.

Gli angeli sovrapposti
Gli angeli sovrapposti

Secondo la tradizione iconografica le “Maestà in trono” raffigurano un personaggio importante, Gesù, Santi e, il più delle volte la Madonna con in grembo il Bambino, circondata da Angeli e Santi. Questa iconografia fu molto utilizzata nella seconda metà del XIII secolo e nel XIV secolo.

La vita di Duccio di Buoninsegna è, per molti tratti, sconosciuta. Nacque a Siena prima del 1260-1265 e vi morì nel 1319.

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