I dipinti del Caravaggio, artista di passaggio da Napoli, condizionarono fortemente lo stile del Battistello. Nel dipinto sacro Fuga in Egitto l’artista creò forti contrasti tra figura e sfondo sebbene con riferimenti, però, alla pittura del Quattrocento.
Battistello, Fuga in Egitto, 1620 – 1630, olio su tela. Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte
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Indice
Descrizione di Fuga in Egitto di Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello
La Vergine stringe a se il Bambino mentre Giuseppe, a destra, guida l’asinello che li trasporta. Giuseppe ha un volto molto anziano, è rappresentato, infatti, con una folta barba grigia e una calvizie evidente. La Vergine, invece è giovane e il viso è disegnato con un ovale regolare che le dona dei tratti freschi e aggraziati. Gesù bambino dorme nudo tra le sue braccia e per coprire la sua vulnerabilità, Maria, lo avvolge con il suo velo bianco. La Vergine siede di traverso sull’asinello che li trasporta verso la salvezza. La Sacra Famiglia è, infatti, in fuga dalle spade di Erode che intende sterminare tutti i neonati. Messo in guardia dalla notizia della nascita di un legittimo re d’Israele, Erode ordina l’eccidio di Bambini che verrà conosciuto come la Strage degli Innocenti.
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L’artista e la società. La storia dell’opera Fuga in Egitto di Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello
Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello, nacque a Napoli nel 1570 e morì, nella stessa città, nel 1637 circa. L’artista fu, quindi, uno dei protagonisti della pittura seicentesca napoletana. Napoli fu, dopo Roma, un centro molto importante per la pittura sul territorio italico del Seicento. Vi operarono, infatti, artisti come Mattia Preti e Caravaggio che vi soggiornò nel 1607 e nel 1610, anno della morte. L’artista influenzerà la nascita di una importante corrente caravaggesca.
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Lo stile di Fuga in Egitto di Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello
Giovan Battista Caracciolo si formò nell’ambito del tardo manierismo della controriforma. Alcuni, più noti, protagonisti furono Belisario Coducci, Fabrizio Santafede e Francesco Imparato. In seguito alla conoscenza delle opere di Caravaggio, all’inizio del Seicento, il Battistello aderì in modo convinto all’estetica del maestro. Di Caravaggio a Napoli vi erano le importanti opere quali Le sette opere di Misericordia, la Flagellazione e la Resurrezione, ora perduta.
Nel dipinto Fuga in Egitto il Battistello utilizza il linguaggio di Caravaggio nel forte contrasto tra figura e sfondo. Sebbene l’illuminazione non venga portata ad estremi scenografici, le figure della Madonna e del Bambino emergono dal fondo scuro grazie a luce direzionale molto intensa. Infatti la luce Caravaggesca crea essa stessa le forme mentre nel caso della Fuga in Egitto le figure sono ben disegnate a priori. Questa differenza si nota, anche nell’ovale del volto della Vergine che pare ispirato alla pittura del Quattrocento. La descrizione delle forme e la cura dei particolari si può notare nel dipinto del Battistello conservato agli uffizi intitolato Salomè.
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