Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres interpreta l’episodio dell’Iliade nel quale la madre di Achille supplica Giove di spingere il figlio a combattere nuovamente.
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Giove e Teti, 1811, olio su tela, 324 x 260 cm. Aix-en-Provence, Museo Granet
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Indice
Descrizione di Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Una giovane donna è inginocchiata a sinistra in basso in direzione di un uomo maturo e autorevole seduto al centro. La donna indossa un telo di colore grigio-verde che copre solo una parte del corpo. I capelli biondi sono raccolti sulla nuca e sostengono una corona d’oro. Inoltre intorno al collo porta una collana preziosa e bracciali intorno ai polsi. La protagonista solleva il viso e sfiora il mento dell’uomo con la mano sinistra. L’altra invece è poggiata sul suo ginocchio sinistro.
Il protagonista porta una barba folta e capelli scuri e lunghi che somigliano alla criniera di un leone. Intorno al suo capo si irraggiano poi alcune linee sottili. Il suo aspetto è molto autorevole e sembra impassibile alle richieste della donna. Un mantello di colore rosa avvolge il suo corpo possente e lascia scoperto il torace. Inoltre ai piedi indossa un paio di sandali dorati.
Il trono è massiccio e monumentale e alla sua base sono incise scene di gigantomachia. Un’aquila è appollaiata al fianco del protagonista sulla destra. La scena si svolge tra le nuvole. Quelle in primo piano sono biancastre mentre sulla destra, dietro l’aquila compare un bagliore di colore rosso. Infine nel cielo di sfondo solcato da bagliori rossastri compare una figura femminile sulla sinistra.
Interpretazioni e simbologia di Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Il soggetto del dipinto è ispirato al primo canto dell’Iliade, il noto poema di Omero. La nereide Teti chiede a Giove di favorire i troiani nella guerra di Troia. Questo per spingere il figlio Achille a tornare a combattere. Infatti Achille che combatteva nell’esercito acheo si era allontanato dal campo di battaglia in seguito ad uno scontro con Agamennone. Il motivo era la contesa sulla schiava Briseide, principessa di Lirnesso e figlia di Briseo, un sacerdote di Apollo.
La donna che compare al centro dipinto di Ingres è quindi la nereide Teti, madre del guerriero Achille. L’anziano seduto sul trono invece è Giove, padre degli dei. L’aquila che compare al suo fianco è il simbolo del dio e rappresenta il potere di Roma. Infine il viso che appare nel cielo a sinistra è quello di Giunone, la moglie di Giove, gelosa delle relazioni del dio.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il governo francese acquistò il dipinto di Ingres nel 1834. L’artista francese François Marius Granet, amico di Ingres, chiese poi il trasferimento della tela a Aix-en-Provence. Il dipinto è esposto presso il museo Granet di Aix-en-Provence, in Francia.
L’artista e la società. La storia dell’opera Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres risale al 1811. Fu quindi dipinto dall’artista all’età di 29 anni. Ingres manifestò in una lettera alla fidanzata Marie-Anne-Julie Forestier nel dicembre del 1806 la sua ammirazione per l’episodio di Giove e Teti. Così nel 1810 iniziò a dipingere la grande opera che terminò nel 1811. Questo dipinto fu realizzato a Roma durante il soggiorno di formazione presso l’Académie de France di Villa Medici. Fu anche l’ultimo ad essere inviato a Parigi.
L’artista si dimostrò molto soddisfatto del risultato ottenuto. Gli accademici di Francia però non dimostrarono di apprezzare la tela. Infatti avanzarono critiche formali contro il dipinto del giovane Ingres. Segnalarono il collo eccessivamente lungo di Teti paragonandolo ad uno collo colpito da disfunzione tiroidea. A causa di queste critiche così nessun collezionista comprò l’opera.
Nel corso del Novecento Giove e Teti subì un intervento di restauro per riportare i colori al loro aspetto originario.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Giove e Teti di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Ingres fu un appassionato ammiratore della pittura rinascimentale e soprattutto di Raffaello. Il dipinto rispecchia così le opere del Rinascimento sebbene i critici considerarono la frontalità e la fissità dell’opera retaggi bizantini.
Il chiaroscuro modella morbidamente le masse e i panneggi. Infatti nel complesso prevale l’attenzione ai contorni precisi che creano curve eleganti.
La tecnica
Giove e Teti è una grande opera di Ingres realizzata con colori ad olio su una tela di 324 x 260 cm.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto è il risultato di una pittura timbrica che identifica con colori saturi e ben delimitati le varie parti della scena. Così il mantello di Giove emerge per la sua brillantezza e la forza del colore. Anche l’ampio torace del dio si pone in evidenza per il suo tono chiaro e caldo come quello del mantello. In basso la base del trono scalda ulteriormente il centro della scena con il suo colore dorato. Anche la parte destra occupata dall’aquila è di colore caldo seppur più scuro. La figura di Teti invece è più chiara e tendente a tinte fredde come i teli che indossa. A sinistra poi i colori si incupiscono per schiarirsi verso l’alto dove il cielo è reso con un blu scuro e profondo.
L’illuminazione è centrale e crea poche ombre sulle figure. Le parti scure si limitano quindi ai bordi delle forme e contribuiscono a sottolineare i contorni. Anche le nubi in ombra che si trovano lateralmente mettono in evidenza la parte centrale fortemente illuminata.
Lo spazio
Giove e Teti occupano interamente il primo piano del dipinto con il trono e l’aquila a destra. Solo la base del trono offre una descrizione geometrica dello spazio attraverso le linee di fuga dei gradini in prospettiva frontale.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Ingres è di forma rettangolare e sviluppo verticale. L’inquadratura è inoltre attentamente progettata per racchiudere la scena e valorizzare i personaggi centrali.
La struttura compositiva è organizzata attraverso una costruzione piramidale, presente in molte opere rinascimentali. Il manto indossato da Giove a destra e la schiena di Teti a sinistra delimitano i bordi del triangolo compositivo. È presente anche una griglia modulare che ordina la superficie del dipinto e favorisce la lettura della scena. Infatti le figure e i particolari si dispongono in modo ordinato al fine di mettere in evidenza le parti più importanti del dipinto. Giove è collocato sulla verticale centrale e Teti è ancorata alla linea che separa orizzontalmente le due metà della tela. La disposizione centrale, simmetrica e frontale contribuisce a creare la monumentalità del dipinto.
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Bibliografia
- Marco F. Apolloni, Ingres, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1994; 1998, EAN: 9788809761827
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 ottobre 2020.
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- Ritratto di Madame Senonnes
- Edipo e la Sfinge
- Monsieur de Norvins
- Madame Moitessier
- Monsieur Bertin
- La Grande Odalisca
- L’apoteosi di Omero
- Il bagno turco
- Napoleone I sul trono imperiale
- La sorgente
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- Autoritratto a 24 anni di Jean-Auguste-Dominique Ingres
- Giove e Teti
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Giove e Teti, sul sito del Museo Granet di Aix-en-Provence.
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