Il Gruppo Sud si costituì a Napoli, in Italia, nel secondo dopoguerra ed è considerato la realtà più importante nel rinnovamento dell’arte napoletana dell’epoca.
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Il Gruppo Sud si formò a Napoli nel dicembre del 1947. Gli artisti abbracciarono il linguaggio postcubista che era già presente in altri gruppi in Italia. Il Gruppo Sud accolse artisti di diversi orientamenti quali il figurativo, il neoespressionismo, il post-cubismo a vocazione sociale e quelli astratti, autonomi dalla politica.
La fondazione del Gruppo Sud
Pasquale Prunas (Cagliari, 10 febbraio 1924 – Roma, 12 agosto 1985) insieme a Gianni Scognamiglio fondò nel 1946 il Gruppo sud di pittura nell’ambito della rivista da lui diretta. Nel 1945 Prunas all’età di 21 anni fondò la rivista Sud. Giornale di cultura che riuniva intellettuali e artisti del sud Italia. Il Gruppo Sud nacque così nel periodo di maggiore attività della rivista. L’ultimo numero uscì nel settembre del 1947. Prunas chiuse poi la rivista per evitare il finanziamento del Partito Comunista Italiano PCI.
Lo storico dell’arte Ferdinando Bologna definì il Gruppo Sud come la più importante realtà di rinnovamento dell’arte napoletana del secondo dopoguerra. Inoltre lo storico rimarcò l’importanza del Gruppo Sud considerandolo come matrice dei movimenti futuri.
La storia del Gruppo Sud
La galleria Forti inizialmente ospitò le mostre del gruppo mentre gli artisti erano soliti ritrovarsi in una stanza molto piccola collocata nel cortile di palazzo Mannajuolo. In questo edificio liberty di via Gaetano Filangieri di proprietà di Guido Mannajuolo, gli artisti discutevano ed esponevano le loro opere. Mannajuolo fu considerato il mecenate del Gruppo Sud ma non fu un vero e proprio gallerista.
La galleria Blu di prussia
Nel dopoguerra, nel corso del 1946, gli artisti Vincenzo Montefusco e Renato De Fusco, aiutati da Mannajouolo riaprirono la piccola galleria dal nome Blu di Prussia. Nello spazio, negli anni del dopoguerra, ospitò le opere del Gruppo Sud e di altri artisti italiani.
Gli artisti che si riunivano al Blu di Prussia lavoravano in alcuni studi ricavati nel sottotetto di un vecchio edificio di via Cedronio a Napoli, nei quartieri Spagnoli.
La galleria Florida
L’antiquario Domenico Morelli, nel 1946, inaugurò la Galleria Florida, gestita dal marchese Enrico Accinni. Nello staff furono attivi l’antiquario Riccardo Fanelli e il giornalista e critico d’arte Carlo Barbieri. Lo spazio fu frequentato da intellettuali e personaggi di Napoli quali Bruno Molajoli, Gino Doria e Sergio Ortolani.
Presso la Galleria Florida DI Napoli tra il 1946 e il 1950 esposero gli artisti Crisconio, Tizzano, Ricci, Buchicco, De Stefano, Tatafiore, Rosina Viva, Bizanzio, Borrelli, Lippi. Inoltre la galleria ospitò mostre di autori italiani come Sironi, Savinio, Morandi, Monachesi e Renzo Vespignani.
La mostra di chiusura del Gruppo sud si tenne presso la galleria Blu di Prussia nel 1948.
Gli artisti del Gruppo Sud
La eterogeneità di estrazione sociale degli artisti determinò anche la difformità delle loro proposte. Inoltre anche coloro che utilizzarono il post-cubismo e il neo-espressionismo non rimasero fedeli interpreti delle fonti storiche.
Gli artisti riuniti nel Gruppo Sud furono: Adriana Artiaco, Renato Barisani Raffaello Causa, Ezio De Felice, Renato De Fusco, Armando De Stefano, Vera De Veroli, Alfredo Florio, Raffaele Lippi, Vincenzo Montefusco, Federico Starnone, Mario Tarchetti, Guido Tatafiore.
Tatafiore, diplomato all’Accademia, e De Stefano, diplomato all’Istituto d’arte, erano docenti e musicisti jazz.
Mario Tarchetti dichiarava vivere dell’attività di Palombaro. Le sue opere ricordavano quelle di scuola romana di Scipione e Mafai.
Florio era un impiegato delle poste.
Renato De Fusco lavorava presso diversi studi di architettura. Le sue opere si orientarono verso composizioni astratte.
Barisani si diplomò presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Venditti era diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Lippi riusciva a vivere di Pittura e nelle sue opere rivivevano le opere di Scipione e Mario Mafai.
Vincenzo Montefusco dipingeva opere neo-espressioniste quasi solamente con due colori, il giallo e il rosso.
Le opere
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