I miei balli plastici di Fortunato Depero rappresenta un tentativo dell’artista di proporre musica e spettacolo in chiave futurista.
Fortunato Depero, I miei balli plastici, 1918, olio su tela, misure. Rovereto, MART
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Indice
Descrizione de I miei balli plastici di Fortunato Depero
Il dipinto di Fortunato Depero presenta una scena popolata di personaggi e figure distribuiti all’interno di quattri aree caratterizzate da un colore di fondo. A sinistra, in basso, su un fondo blu, si esibiscono tre figure, una ballerina e due personaggi costruiti con forme geometriche solide. Le loro ombre nere si proiettano verso lo sfondo partendo dalle estremità inferiori appuntite.
In secondo piano, da una scalinata rossa avanzano cinque sagome umane, tutte uguali, di colore chiaro. Le loro ombre si stagliano contro la piattaforma che sale verso destra. Sotto di loro, tre grossi topi azzurri proiettano ombre blu sull’alzata del palco. Una struttura vegetale è poi posata, a sinistra sul piano azzurro. Si distinguono foglie e fiori dai colori accesi e dalle forme sintetiche.
Sullo sfondo, è dipinto un paesaggio composto da movimenti ondulati e colorati con vari toni di verde-blu. All’interno di due piattaforme galleggianti sono allineati frontalmente alcuni omini che ricordano figure militari. Nella piattaforma al centro, capeggia una grande figura umana rossa che porta una croce gialla sul petto. Alcune strutture poi sembrano galleggiare, in lontananza, tra le ondulazioni.
Tornando in secondo piano, a destra, un omino giallo e rosso procede verso sinistra seguito da un gallo. Le architetture sono spigolose e i due personaggi scendono da una scala dopo aver attraversato uno stretto e alto arco. Il pavimento è, in parte, piastellato.
Infine, a destra, in basso, tre gendarmi vestiti in divisa scendono una scalinata lasciandosi alle spalle quello che sembra un tavolino con tre calici.
Interpretazioni e simbologia de I miei balli plastici di Fortunato Depero
In Italia non si sviluppò una sperimentazione futurista in ambito musicale. Piuttosto gli artisti futuristi sperimentarono loro stessi sonorità che possono essere definite suoni futuristi.
Tra queste sperimentazioni si colloca lo spettacolo dell’artista Fortunato Depero intitolato Balli plastici messo in scena il 14 aprile 1918 a Roma al Teatro dei Piccoli di Podrecca. Le figure dipinte, infatti, richiamano il mondo dell’infanzia e assumono l’aspetto di giocattoli.
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I miei balli plastici di Fortunato Depero si trova a Rovereto, in Italia, custudito al MART, Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto. L’opera è inserita nel percorso espositivo dedicato all’artista, Casa d’Arte Futurista Depero.
L’artista e la società. La storia dell’opera I miei balli plastici di Fortunato Depero
I miei balli plastici risale al 1918, una data importante che segnò la fine del primo conflitto mondiale. Dopo questa data, in Europa e in Italia, si diffuse una tendenza indicata come Ritorno all’ordine. La cultura ufficiale mise così al bando le sperimentazioni astratte delle Avanguardie storiche e spinse gli artisti a riproporre la figurazione. In Italia, gli artisti tornarono così a ispirarsi alla pittura storica, soprattutto di epoca pre-rinascimentale. La realtà più rappresentativa che riunì le nuove proposte furono le grandi esposizioni indicate come Novecento Italiano organizzate negli anni Venti da Margherita Sarfatti.
Il compositore Casella assicurò la pubblicità dello spettacolo sulla sua rivista intitolata Ars Nova. L’anno successivo all’uscita dello spettacolo però lo stesso Casella scrisse un editoriale contrario alla Futurismo. Il compositore infatti ne criticò pesantemente l’estetica e la volgarità nelle azioni di propaganda. Con questa pesante critica venne così meno la possibilità di sperimentare una corrente musicale italiana futurista.
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Lo stile de I miei balli plastici di Fortunato Depero
Fortunato Depero fu un artista indicato dagli storici dell’arte come un importante esponente del Futurismo italiano. Inoltre, fu uno dei promotori e firmatari del Manifesto dell’Aeropittura futurista e protagonista del Secondo Futurismo. Questo posteriore momento del Futurismo fu individuato dallo storico Enrico Crispolti alla fine degli anni Cinquanta del Novecento e in seguito assorbito per convenzione dalla Storia dell’arte.
Il primo Futurismo viene detto anche “Futurismo eroico“, sviluppato dal 1909 al 1916 e fondato da artisti di orientamento anarco-socialista. Il secondo Futurismo invece si diffuse dopo la Prima Guerra Mondiale, convenzionalmente in seguito alla morte di Umberto Boccioni nel 1918, di Antonio Sant’Elia e di Carlo Erba. I suoi aderenti, furono in maggioranza di orientamento fascista. Il secondo Futurismo, fu ispirato alla “Ricostruzione futurista dell’universo” di Balla e Depero. Si trattò di un vero programma artistico-culturale destinato a condizionare la vita quotidiana degli italiani.
Nel contesto di questo rinnovamento, quindi ebbero grande importanza le invenzioni teatrali di Fortunato Depero. Le scene e i personaggi dipinti dall’artista per i Balli plastici presentano un linguaggio diverso dalle sperimentazioni dinamiche dei primi futuristi. Sparisce la frammentazione della figura in azione che si compenetra nello spazio come nei dipinti di Boccioni e di Balla. Le figure di Depero sono semplici e ritagliate dal resto della scena. Permane la ricerca del movimento rappresentato dalle figure che avanzano e la coesistenza di diversi piani spaziali che si compenetrano nella stessa scena. Le figure, infine, sono costruite con l’utilizzo di campiture dal colore bidimensionale e uniformi. Infatti non sono presenti tracce di pennellate e il gesto dell’artista scompare a favore di una pittura levigata.
La tecnica de I miei balli plastici di Fortunato Depero
I miei balli plastici di Fortunato Depero è un olio su tela.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto di Fortunato Depero presenta colori vivi e brillanti. Le diverse zone della scena si evidenziano così grazie a una propria tonalità di fondo. Così nella metà inferiore dell’opera prevalgono colori freddi, blu, azzurri e verdi. I personaggi, invece, sono caratterizzati da tinte calde e chiare, gialli e rossi. Nella sottile fascia centrale prevalgono poi colori caldi e accesi. Infine nella parte alta sono predominanti i verdi e i grigi che contrastano con il rosa, l’arancione e il rosso delle figure. La scena non presenta una rappresentazione luminosa realistica. Nonostante questo, i personaggi proiettano ombre colorate verso destra che assumono il valore di ulteriori figure sulla scena.
Lo spazio
La complessa rappresentazione di Fortunato Depero è distribuita all’interno di un ambiente che ricorda il palcoscenico di un teatro. La scena, inoltre, è il risultato di diversi spazi compenetrati. Il punto di vista in cui la scena è proposta all’osservatore è più alto.
La composizione e l’inquadratura
I miei balli plastici di Fortunato Depero è un dipinto di forma quadrata. L’inquadratura è ampia e riproduce una scenografia teatrale.
La struttura compositiva è ordinata su una griglia ortogonale all’interno della quale sono collocati i diversi gruppi di personaggi. Inoltre si individuano tre fasce principali orizzontali che presentano un colore proprio. In basso si dispone la zona verde e blu più ampia. Al centro poi si trova una sottile fascia con colori caldi. Infine in alto si trova la zona grigia e verde scuro nella quale si osservano le marionette allineate.
Approfondimento. Depero e il teatro
Fortunato Depero si occupò diverse volte di musica. Insieme all’artista futurista Giacomo Balla, nel 1915 pubblicò il manifesto intitolato Ricostruzione futurista dell’universo. In questa occasione l’artista scrisse poesie visive e sculture-macchine in moto che producevano rumori.
Sempre nel 1915, Depero pubblicò la sintesi teatrale astratta intitolata Colori, azione cromatico-rumorista di quattro solidi geometrici. L’anno seguente, nel 1916, l’artista collaborò con il celebre impresario dei balletti russi Diaghilev realizzando scene e costumi per Le chant du rossignol di Stravinskij.
Depero nel 1917 lavorò poi alla preparazione di Parade sempre dell’impresario russo. Diaghilev aveva già discusso del progetto a Roma con Picasso, Cocteau e Massine. Il futurista italiano confezionò i costumi disegnati da Picasso ma Cocteau non li apprezzò e li definì carcasses mal construites par un futuriste. Depero partì dall’idea di uomini sandwich di Picasso per arrivare a costumi a forma di grattacieli di New York annullando la presenza dei ballerini. L’artista elaborò così la soppressione dell’elemento umano e della psicologia arrivando così alla marionetta teatrale.
Depero utilizzò la musica del compositore italiano Alfredo Casella che era rientrato da poco da Parigi.
Approfondimento. Futurismo, Campari e teatro
“Il Futurismo vuole trasformare il teatro di varietà in teatro dello stupore, del record, della fisicofollia”. Così affermava, all’inizio del secolo scorso, Filippo Tommaso Marinetti, a favore di un teatro antiborghese, rivoluzionario, veloce, anticommerciale. I Futuristi volevano sconvolgere il pubblico, dissacrare la scena, uccidere la sintassi, a costo di essere fischiati e ricoperti di insulti. E sulla rivista “Avvenimenti” pubblica i suoi lavori teatrali anche Fortunato Depero, che da pittore e grafico di successo (sue le fantastiche pubblicità del Campari) diventa drammaturgo, costumista, scenografo d’avanguardia.
Le sue opere (“Colori” e “Minismagia”) non vennero quasi mai rappresentate: restano però i bozzetti per i costumi e per le scene. Anche per lui gli attori dovevano essere sostituiti da ”entità astratte” che, anziché parlare, dovevano emettere suoni.
Proprio per la sua creatività gli vennero persino commissionate scene e costumi per il “Canto dell’usignolo” di I. Stravinsky, lavoro che fu poi ultimato da Henry Matisse.
Il teatro plastico
Ma fu a Roma, nel 1918, in collaborazione con Gilbert Clavel, che realizzò il suo “Teatro Plastico”, in cui marionette di legno si esprimevano attraverso la mimica, evitando le parole: la tecnologia doveva letteralmente soppiantare l’uomo, l’attore, in perfetta linea con l’idea dell’arte del movimento futurista. Anche la musica era rivoluzionaria, grazie ad autori quali Casella e Bela Bartok (che firmò gli spartiti con uno pseudonimo).
Ci restano 11 quadri che rappresentano ciò che Depero immaginava dovesse svolgersi sulla scena, ma questo è il più complesso, quello maggiormente articolato, il più dinamico. Su diversi piani, le marionette si muovono, vivono, rivendicano il loro essere macchine, automi, più moderni e reali di ogni essere umano (almeno, questo pensavano i Futuristi).
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Bibliografia
- Fortunato Depero, Un futurista a New York, Tozzuolo, Collana: Futurista, 2017, EAN: 9788895229393
- Maurizio Scudiero, Depero. Ediz. illustrata, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2009, EAN: 9788809064522
- Fortunato Depero, Ricostruire e meccanizzare l’universo, Giovanni Lista, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2019, EAN: 9788884168078
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 15 giugno 2022.
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