IDEM Studio è un collettivo, fondato da tre artisti con base a Torino, che sperimenta contaminazioni linguistiche partendo da progetti individuali.
Pagina aggiornata il: 8 gennaio 2025. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.
Immagine in evidenza: IDEM Studio, AIR, Galleria Davide Paludetto. Courtesy IDEM Studio
IDEM Studio è formato da Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola. Il progetto del gruppo è quello di mettere a confronto le diverse formazioni, e attitudini. Così, i tre artisti, decidono di operare sulle proprie opere, frantumarle e ricomporle secondo un nuovo progetto collettivo.
Tra Cryptoarte e neo-caravaggeschi
L’arte contemporanea si trova da anni in una crisi profonda, che ciclicamente si presenta, nei periodi di maggiore sviluppo. D’altra parte, senza crisi non c’è crescita. Quindi, lo sviluppo della tecnologia informatica, dopo un momento di disorientamento iniziale, ha catturato progressivamente sempre più l’interesse dei creativi. Alcuni artisti si sono allenati sul web ad interagire con il proprio pubblico attraverso i social. Altri, hanno approfittato dell’interesse del sistema culturale, verso le nuove tecnologie, per sviluppare progetti di varia natura. Così, Beeple ha lanciato in rete la pratica della cryptoart, con la sua celebre Everydays: the First 5000 Days, Altri, come Manuel Gardina, utilizzano l’AI per creare macchine interattive che animano gli spazi culturali e li fanno dialogare con il pubblico.
Diametralmente opposti, sono alcuni artisti, che guardano alla tradizione e si riappropriano della pittura di cavalletto. Dipingono paesaggi, nature morte, pittura di figura. Negli anni Duemila, in Italia, Vittorio Sgarbi cresce un gruppo di loro. Specialmente alcuni, dall’estetica neo-caravaggesca, sono impegnati nel rivitalizzare i temi cristiano cattolici e del mito classico in ottica contemporanea. Sono Roberto Ferri, Rocco Normanno, Nicola Verlato che Gianluca Corona praticano pittura-pittura, con qualche ausilio informatico per agevolare la sua pratica.
Il metodo creativo di IDEM Studio e la tradizione dei grandi maestri dell’arte moderna
I tre artisti di IDEM Studio si collocano in un territorio di ricerca alternativo, rispetto alle estremizzazioni contemporanee. Le radici della loro ricerca, infatti, sono storiche e si ispirano alla grande tradizione dei maestri moderni. Dal secondo dopoguerra, la riflessione artistica ha preso strade decisamente più complesse. Da una parte, la figurazione, recuperata con la Pop Art statunitense e i vari neo-avanguardismi. Dall’altra il minimalismo concettuale, le sperimentazioni sul corpo, i situazionismi e la videoarte. E poi, una continua ricombinazione di tutto questo, sperimentazioni e contaminazioni. La frontiera dell’arte si sposta sempre poco più in la. Si arriva così alla scelta di documentare l’arte spontanea, antisistema o poco meno, esposta alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 2024.
La ricerca di IDEM Studio si concentra su una sperimentazione, che ricorda la spinta innovativa delle più importanti realtà artistiche del passato. I tre artisti compiono, infatti, un’operazione di analisi e sintesi che ricorda, in un nuovo contesto però, il percorso rivoluzionario e già concettuale, di Picasso, nei suoi periodi analitico e sintetico. Inoltre, in qualche modo, il loro lavoro si riallaccia anche alla tradizione delle Avanguardie. Pensiamo ai collage cubisti e al ready-made di Duchamp.
La componente filosofica della sperimentazione
In un contributo, pubblicato sul sito della Quadriennale di Roma, il lavoro di IDEM si avvicina alle teorie di Gilles Deleuze. Il filosofo francese, in collaborazione con Guattari, elaborò il concetto fondante di deterritorializzazione nell’ambito della critica alla società capitalistica. Da una parte, il corpo, l’individuo, dall’altra il territorio che lo condiziona con una serie di codici. La deterritorializzazione spazza via i codici e si instaurano, così, pattern di comportamenti caotici. È poi con la riterritorializzazione, che si trova un nuovo ordine, nuovo schemi di movimento e stabilità. Secondo Deleuze e Guattari, l’agente sociale di questo cambiamenti è il flusso di capitale, mentre, nel caso di IDEM è la spinta creativa, che diventa impegno a dare nuovo senso alle immagini dei singoli a favore di un’opera collettiva.
La frammentazione delle esperienze secondo IDEM Studio
Umberto Eco, in Opera Aperta, e nelle sue teorie sulla semiotica artistica, scrisse che l’opera d’arte contemporanea è valida in quanto metafora esistenziale. Secondo questo principio, il metodo creativo, elaborato da IDEM Studio, acquista una valenza esemplare dell’evoluzione di un individuo. Ognuno di noi, infatti, è frutto della continua ricombinazione della propria individualità, frammentata da incontri e dal vissuto personale. Così è l’opera del gruppo, frutto di distruzione e ricostruzione. Eros e Thànatos in un continuo ciclo di rigenerazione e risignificazione.
Il metodo del gruppo, nel suo essere linguistico-centrico, mi ricorda, per similitudine concettuale, il lavoro mediatico di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin. Nel caso dei due artisti, la realtà mediatica è analizzata, framentata, amplificata e ricomposta in un flusso continuo di isteria comunicativa, definito appunto, Realismo isterico. IDEM Studio, nella sua progettualità, percorre questa strada che diventa quindi metafora della vita.
I soggetti della risignificazione
I lavori prodotti dal collettivo diventano quindi opere autonome, a volte astratte, altre, figurative. Nel secondo caso, sono da inntendersi come interpretazioni dei generi della tradizione, come le Nature Morte del 2023. Il materiale primario, da distruggere, è fornito dai singoli modus operandi. Baragliu crea un dialogo tra supporto digitale e fisico, per produrre suggestioni visive, che si offrono all’interpretazione dell’osservatore. Pigliapochi, invece, libera lo sguardo dal riconoscimento dell’immagine e pratica una pittura anti-figurativa. Infine, Spatola si concentra sul gesto pittorico, accosta sulla tela pittura e altri materiali, formando una superficie ordinatamente frammentata.
La dimensione collettiva e partecipata di IDEM Studio
Al fine di sfruttare al meglio lo scambio di esperienze, il gruppo opera in uno spazio comune. IDEM Studio si trova a Torino, in via Vincenzo Lancia 4, dove periodicamente i tre artisti incontrano il loro pubblico. Infatti, oltre alla dimensione laboratoriale, il gruppo IDEM crede fermamente nella dimensione relazionale e organizza incontri e serate molto frequentate. Lo studio è composto dal laboratorio vero e proprio e da uno spazio espositivo che il gruppo utilizza per fare rete con altri artisti. E, oltre alla loro ricerca partecipata, quella della rete artistica ed espositiva è un’autentica occasione per affrontare le sfide del contemporaneo.
Infatti, viviamo ormai in un mondo in cui i rapporti si raffreddano e si contraggono nei pochi centimetri di uno schermo. Così, tornare ai pennelli e organizzare un evento artistico è un gesto rivoluzionario. La Rivoluzione, infatti, si attua operando buone pratiche di resilienza, contro un sistema che degrada le nostre esistenze. L’incontrarsi in uno spazio fisico, circondati da manufatti artistici, è un gesto creativo di per sè, che oggi assume un diverso significato, da quello della tradizione, dove rappresentava la normalità. Senza contare che l’immersione nell’atelier, permette di comprendere il processo creativo che porta all’opera finita. Infine, la comunità fisica che si forma intorno allo spazio diventa un terreno fertile di idee e relazioni.
Air di IDEM Studio
Air è un’installazione site-specific che rappresenta, ad oggi, l’opera manifesto di IDEM studio.
La storia del gruppo
Nel 2015, Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola decidono di lavorare insieme per condividere le reciproche sperimentazioni. I tre artisti provengono da percorsi diversi, ma sono uniti dalla comune necessità di dare forma ad una nuova visione creativa. Ruggero Baragliu e Samuele Pigliapochi si sono conosciuti a Torino, in occasione del biennio specialistico, presso l’Accademia Albertina di Belle Arti. In seguito, si aggiunge Angelo Spatola. La necessità di orientarsi all’interno del panorama del contemporaneo, li spinge a collaborare ad un progetto comune. I ragazzi di IDEM studio, all’epoca 30enni, decisero di affrontare la sfida di trovare una nuova via creativa nel panorama del contemporaneo. Motivati dalla convinzione che la reciproca collaborazione offre una marcia in più, iniziarono, così, un percorso collettivo.
Consulta il sito di IDEM Studio
Sitografia
- IDEM Studio, Castello di Rivara. Leggi l’articolo
- Studio visit di Osservatorio Futura (Francesca Disconzi, Federico Palumbo), IDEM Studio, Quadriennale di Roma, 9 dicembre 2023. Leggi l’articolo
- Francesca Canfora, Fabio Vito Lacertosa, Air – La pittura e viceversa – IDEM Studio. Leggi l’articolo
- IDEM Studio – AIR Come il sole la sfera, su Artribune. Leggi l’articolo
- Air. Come il sole la sfera” di IDEM Studio, alla galleria Davidepaludetto artecontemporanea, Contemporary Art Torino Piemonte. Leggi l’articolo
- Davide Gambaretto, Pittura Ambiente I – I nomi della pittura, Segno Online. Leggi l’articolo
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