Il Post-Cubismo caratterizzò un insieme di esperienze artistiche nate intorno alla metà del Novecento in Europa e negli Stati Uniti d’America.
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Per Post-Cubismo si intendono le esperienze artistiche compiute dopo i primi decenni del Novecento influenzate dalle opere del Cubismo storico.
La storia del post-cubismo in Italia
1946. Nel dicembre del 1946 a Roma, presso la Galleria del Secolo fu allestita una mostra dal titolo Corpora, Fazzini, Guttuso, Monachesi, Turcato. In occasione dell’evento all’interno del catalogo gli organizzatori pubblicarono il Manifesto del neo-cubismo firmato da tutti gli artisti in mostra. Nel testo si sottolineò la necessità di rinnovare il linguaggio artistico nel dopoguerra abbracciando quindi il post-cubismo.
Sempre nel corso del 1946 a Venezia anche la Nuova Secessione Italiana adottò il linguaggio del post-cubismo.
1947. A Roma, il 1 dell’aprile 1947, un gruppo di artisti costituirono il Gruppo Forma 1 utilizzando in prima battuta un post-cubismo filtrato da Renato Guttuso. Nel 1948 il gruppo però adottò un linguaggio più astratto e si allontanò dal post-cubismo.
Il post-cubismo caratterizzò altre esperienze in Italia. Il Gruppo Sud si formò a Napoli nel dicembre 1947. Gli artisti furono legati alla Galleria Blu di Prussia dove esposero fino al 1948.
Gli artisti Nativi, Berti, Brunetti e Farulli fondarono a Firenze Arte d’oggi nel 1947.
A Bologna utilizzarono il post-cubismo Borgonzoni, Ciangottini, Mandelli, Minguzzi e Ilario Rossi riuniti intorno alla rivista Cronache.
Gli artisti riuniti nel Fronte Nuovo delle Arti utilizzarono inizialmente il post-cubismo.
Nel febbraio-marzo del 1947 alcuni post-cubisti parteciparono alla mostra intitolata Arte italiana d’oggi Premio Torino 1947. Cassinari, Consagra, Fazzini, Guttuso, Mastroianni, Minguzzi, Moreni, Morlotti e Pizzinato utilizzarono un linguaggio di mediazione tra post-cubismo ed espressionismo. Emilio Vedova invece presentò lavori nei quali il segno era già preponderante. Esposero poi artisti concretisti e altri neoespressionisti.
Orengo e Turati, con presentazione di Gino Ghiringhelli, pubblicarono in ottobre a Torino il saggio intitolato Pittura moderna italiana. Gli autori pubblicarono opere post-cubiste di Afro, Birolli, Cagli, Guttuso, Moreni, Morlotti, Pizzinato e Vedova.
1948. In occasione della Prima Mostra Nazionale di Arte Contemporanea organizzata a Bologna nell’ottobre 1948 fu presente una grande rappresentanza di opere post-cubiste. Il numero delle opere superò quella delle Biennale d’Arte Internazionale di Venezia dello stesso anno. Parteciparono oltre al Fronte, Afro, Bernabè, Borgonzoni, Cagli, Cassinari, Chighine, Francese, Martina, Mandelli, Mirko, Peverelli e Romiti.
Il Post-Cubismo negli USA
Negli Stati Uniti gli artisti che operarono intorno alla metà del Novecento recepiscono le influenze del Cubismo filtrate dal secondo post-cubismo. Queste suggestioni si assimilarono alle sperimentazioni su segno e colore del sintetismo e all’automatismo psichico del Surrealismo ponendo le basi per l’Espressionismo Astratto Informale.
Il Post-Cubismo in Europa
Anche in Europa le sperimentazioni di Picasso diedero lezioni a giovani artisti intorno agli anni Quaranta del Novecento. In Francia si costituirono gli artisti della Nouvelle École de Paris che trovarono ispirazione dal lavoro di Picasso del post-Guernica e dalle opere precedenti dei Fauve. Presso la Galerie René Drouin di Parigi a fine primavera 1945 si tenne una mostra con gli artisti Fougeron, Gischia, Manessier, Le Moal, Robin, Tal-Coat, Tailleur, Singer, Pignon.
Nel più ampio contesto europeo il Post-Cubismo contaminato con la figurazione dell’Espressionismo nordeuropeo produsse le esperienze del gruppo CO.BR.A. Gli artisti valorizzarono il gesto e il segno come elementi caratterizzanti gli schemi figurativi delle loro sperimentazioni utilizzando anche l’automatismo surrealista. In tal senso le opere del CO.BR.A. si possono considerare anticipazioni dell’Espressionismo Astratto.
Le opere
Riparatrici di reti di Ennio Morlotti
Ennio Morlotti, Riparatrici di reti, 1949-1950, olio su tela, 70 x 100 cm. Forlì, Palazzo Romagnoli, Collezione Verzocchi
Consulta la scheda dell’opera…
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Link esterni
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Ennio Morlotti, Riparatrici di reti, sul sito della Collezione Verzocchi di Forlì.
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